giovedì 23 novembre 2006

Corso di Introduzione alla speleologia a Cefalù

Escursione sull'Etna

ETNA 27-28 OTTOBRE 2006

Dopo centinaia di telefonate, molte incertezze sul percorso e ripetuti momenti di stolitanza di Pietro, si decide di partire per l’Etna il 27 Ottobre 2006. Al gruppo iniziale di due persone si unisce in extremis un terzo partecipante.
Si parte quindi la mattina del 27 Ottobre alle 5.00 del mattino e passando da Campofelice per caricarci il terzo incosciente (Vincenzo C.) si arriva al rifugio Sapienza intorno alle 8.10; si prospetta una giornata favolosa.


Posteggiamo, ci guardiamo negli occhi, e tutti abbiamo in mente la stessa cosa…andiamo a fare subito colazione!!
Dopo esserci caricati gli zaini sulle spalle, le persone presenti in zona ci scambiano per 3 sherpa, ma dopo aver sentito il nostro accento palermitano, si ricredono, e così possiamo avviarci verso la funivia che ci porta alla Montagnola, ad una quota di m 2480 s.l.m. circa. A questo punto comincia la nostra vera avventura, subito ci incamminiamo percorrendo l’ininterrotta salita che ci porterà in vetta (o quasi).

La giornata è splendida, sopra di noi non c’è neanche una nuvola, ce le siamo lasciate tutte più in basso, a formare un vero e proprio mare di nuvole. Si comincia a sudare e subito ci spogliamo, restando in maglietta e proseguendo il cammino a tratti su sentiero, a tratti sui sabbioni per la mia felicità!!! Pietro sembra in forma, in testa al gruppo come convinto conoscitore dell’Etna.


Dopo h: 1.30 circa di cammino arriviamo a quota 2920 m, dove ad oggi si intravede quel che resta della Torre del Filosofo e facciamo una pausa di circa 10 m. Ci si rimette in cammino, e da qui comincia la parte di sentiero che nessuno di noi ha mai percorso. Lo stesso, ad un certo punto risulta interrotto da una colata avvenuta il giorno precedente da una bocca di neo apertura, ed in quel momento inattiva, la aggiriamo in basso e proseguiamo.
Alle 13.30 lo stomaco richiede cibo, e subito lo accontentiamo, mangiamo, beviamo e ci esce pure una piccola dormita di 15 m. circa.


Svegliatici ci rimettiamo subito in cammino, con gli zaini in spalle che sembrano sempre più pesanti, sino a raggiungere il punto più alto di quota: m 3150 s.l.m., stanchi si, ma molto contenti.


Si presenta davanti a noi un bivio, un sentiero che scende di quota ed uno che continua leggermente a salire; Pietro da esperto conoscitore del luogo dice: “ragazzi dobbiamo cominciare a scendere per di qua”; il sottoscritto risponde: “compà ma ne sei sicuro??”; Pietro: “se vuoi fai strada tu, amunì a scinniri”; il sottoscritto:”io non conosco la zona, amunì!”; anche Vincenzo cala la testa. E come volevasi dimostrare la strada era quella sbagliata!!



Per non tornare indietro, approfittando anche della giornata senza nuvole e nebbia, ci convinciamo a scendere da antichi sabbioni e colate fuori sentiero (Guardirazzi), che ci accompagnano per 1200 m di dislivello. Piedi e ginocchia hanno ringraziato, sono in debito col nostro amico. Per fortuna intorno alle 17.00 riusciamo ad uscirne fuori, e ci troviamo a 1800 m di quota su sentiero. La fortuna ci accompagna e dopo circa 20 m. di cammino troviamo il nostro beneamato Hotel a 5 stelle (non quello previsto dal diario di viaggio), o Rifugio di M. Scavo. Scontato sottolineare la nostra felicità, nessuno ci poteva togliere un bel sorriso dalle facce.
Finalmente dopo circa 8 ore di cammino quasi ininterrotto, con zaini di 25 kg sulle spalle, possiamo riposarci. Subito arriva uno splendido tramonto che verrà immortalato dalle nostre macchine fotografiche, e poi si pensa alla cena.
Si prende l’acqua dal pozzo, la sterilizzo col mio kit di sopravvivenza, si preparano i fornellini, il couscous ricco di fagioli, carote, tonno ed altro, e gli immancabili wurstel arrostiti in padella. Direi proprio che non ci siamo fatti mancare niente, neanche un bel camino accesso sino a poco prima di addormentarci intorno alle 22.00, tra le varie runfuliate quasi immediate di Pietro.
L’indomani la giornata si prospetta altrettanto bella, dopo una bella colazione seguita da una bella cacata ci si rimette in cammino. Prima per andare a vedere delle lave a corde nelle vicinanze, e poi ci si rimette sulla perimetrale per ritornare alla macchina. Sentiero questo molto piacevole da percorrere, con 200 m circa di dislivello nella sua totalità. Lungo la strada incontriamo altri escursionisti e ciclisti a cui dico di comunicare due paroline dolci appena raggiungono i due miei compagni di disavventura che mi lasciano indietro.


Intorno alle 15.00, dopo aver percorso 14 km circa, giungiamo sulla strada asfaltata, 100 m sotto il rifugio sapienza. A questo punto il guidatore dopo aver mostrato le cosce pelose, ottiene prima qualche mandata a cacare e poi finalmente un passaggio, così da andare a prendere la macchina mentre noi lo aspettiamo a guardia degli zaini. Lo stato dei piedi è a così dire pietoso, papole a destra e sinistra; si decide cosi di tornare a casa, anticipando di un giorno il percorso preventivato.
Tornando indietro, ci fermiamo a metà strada a pranzare con forellini e compagnia, e a raccogliere castagne. La nostra tranquillità è interrotta da un incidente di moto, che per poco non andava a schiantarsi sulla vettura di Pietro, ma che invece si è schiantata su quella appena davanti. Il guidatore mezzo sminkiato ma vivo e cosciente è stato soccorso in ambulanza.



Finalmente torniamo a casa.
Due bei giorni, passati tra paesaggi e luoghi veramente belli, tra amici e quattro risate, e cosa importante nessuno di noi, neanche nei momenti di disperazione, ci ha provato con l’altro…. Soltanto Pietro e Vincenzo ogni tanto si tenevano per mano. 

Partecipanti: Antonio C., Pietro A., Vincenzo C.

venerdì 20 ottobre 2006

Corsi di Speleologia

Sempre nell'ambito del progetto di valorizzazione dei siti ipogei “Abisso del Gatto” di Cefalù e “Abisso del Vento” di Isnello, finanziato dall’Ente Parco delle Madonie, il nostro Gruppo Speleologico, sarà impegnato, con la collaborazione delle Sezioni del CAI di Polizzi e Cefalù, nell'organizzazione di due corsi di Introduzione alla Speleologia.




Programma di massima del Corso di introduzione alla speleologia di Polizzi Generosa 27 ottobre - 8 novembre 2006


VENERDÌ 27 OTTOBRE
Storia della speleologia
Materiali e tecniche di progressione

SABATO 28 OTTOBRE
Nozioni base di geologia
Carsismo epigeo ed ipogeo
Primo approccio di ambiente ipogeo (Grotta del Vecchiuzzo)

DOMENICA 29 OTTOBRE
Tecniche di progessione (pal. S. Otiero)

MARTEDÌ 31 OTTOBRE
Tutela ambiente montano ed ipogeo
Rilievo topografico ipogeo

SABATO 4 NOVEMBRE
Primo soccorso
Conoscenza del C.N.S.A.S.
Tecniche di progressione (pal. S. Otiero)

DOMENICA 5 NOVEMBRE
Tecniche di progressione (Abisso del Vento)

MERCOLEDÌ 8 NOVEMBRE
Biospeleologia





Programma di massima del Corso di introduzione alla speleologia di Cefalù
10 - 21 novembre 2006



VENERDÌ 10 NOVEMBRE
Storia della speleologia
Materiali e tecniche di progressione

SABATO 11 NOVEMBRE
Nozioni base di geologia
Carsismo epigeo ed ipogeo
Escursione Grotta del Cancello (Cefalù)

DOMENICA 12 NOVEMBRE
Palestra di roccia (Cefalù)

MERCOLEDÌ 15 NOVEMBRE
Tutela ambiente montano ed ipogeo
Rilievo topografico ipogeo

SABATO 18 NOVEMBRE
Primo soccorso
Conoscenza del C.N.S.A.S.
Palestra di Roccia (Cefalù)

DOMENICA 19 NOVEMBRE
Tecniche di progressione
Gr. Abisso del Vento (Isnello)

MARTEDÌ 21 NOVEMBRE
Biospeleologia

Abisso del Gatto (Cefalù-PA) - 15.10.06



Nell'ambito del progetto di valorizzazione dei siti ipogei "Abisso del Gatto" di Cefalù e "Abisso del Vento" di Isnello, abbiamo effettuato questa visita all'Abisso del Gatto, per realizzare altra documentazione fotografica.




Oltre la bellezza di questa tra le più profonde e difficili grotte della Sicilia, è da segnalare l'incontro con un simpatico animaletto...





Partecipanti:
Mimmo, Vincenzo, Gaetenia, MarcoN, MarcoV e Zizu


Notizia di MarcoV

domenica 24 settembre 2006

Salvalarte (e mettila da parte)

volevo segnalarvi che è in itinere la manifestazione Salvalarte Gypsum.
Gli appuntamenti previsti sono:

- 19 settembre inaugurazione della Sala dei Cristalli del Museo Geologico G.G.Gemmellaro
- 23 settembre visita alla R.N.I. Grotta di Entella (PA)
- 24 settembre visita alla R.N.I. Monte Conca (CL)
- 30 settembre visita alla R.N.I. Grotta di S'Angelo Muxaro (AG)
- 01 ottobre visita alla R.N.I. Grotta di Santa Ninfa (TP)

domenica 30 luglio 2006

Monte Conca 23.07.06

La partenza è fissata (tanto per cambiare) al bar di via Oreto alle 7:30. Dato che il viaggio si prospetta lungo facciamo benzina, ma è mattina presto e il dio pagano della tecnologia ancora non si è svegliato, con il risultato che il self-service alla pompa impazzisce e la Stocca ci rimette i soldi della benzina (cosa che verrà discussa il giorno seguente col benzinaio).

Il tempo passa e perdiamo minuti preziosi che ci separano dalla nostra meta. Risolta questa mancanza partiamo in direzione Milena. Le code di macchine sulla statale non ci rallentano più di tanto e grazie all’abilità dei due provetti Siumaker alla guida recuperiamo il tempo perduto.

Arrivati a Milena incontriamo il nostro mentore e maestro di vita "Vincenzo" che ci avverte della sostenuta quantità d’acqua presente nell’inghiottitoio, mossi da curiosità decidiamo comunque di entrare. Sottolineo che noi novizi eravamo con le tute di cotone.

L’entrata nella grotta viene affrontata agevolmente tra i fetori dovuti ai residui organici dei piccioni in decomposizione, sabbie mobili improvvise e fortuiti incontri con volatili.

Si arriva così sopra il primo pozzo passato da tutti con sicurezza. Scesi, di fronte a noi si presenta una piccola cascata; (come ho letto) il saggio dice: prima di passare sotto la cascata ci devo pensare due volte, noi ci pensiamo solo mezza e questa è superata tra imprecazioni e maledizioni varie. Si prosegue in piano verso il secondo pozzo, che viene anticipato essere più “difficilotto” per la grande quantità d’acqua che affluisce in esso.

Gli armatori decidono quindi (per farci un piacere), di montare un deviatore per evitare di scendere sotto un “frocione d’acqua”. Il deviatore un po’ corto crea difficoltà a qualcuno, ma chi più chi meno lo passa, discendendo affiancato (e poi manco tanto) dal copioso fluire delle acque (tanto speranza di uscirne asciutti non c’è né era). Arrivati al fondo di questo pozzo bagnati ma non completamente, la nostra attenzione è attirata dai giochi di luce dei caschi dietro alla seconda cascata.

Passata questa “cascatina” (anche questa volta mezzo pensiero e nulla più) di botto alcuni di noi vengono riportati alla fredda e bagnata realtà (ma cu mù fici fari ù speleologo?). Ci appropinquiamo in seguito alla discesa del terzo pozzo, che mancava solo del via libera delle autorità preposte. Durante il periodo di attesa si cerca di ingannare il tempo con balletti e canzoncine varie (se non per cercare di scaldarsi un po’). Mi sento di fare da portavoce se dico che sentivo nei miei stivali la nascita di un nuovo ecosistema marino e l’inizio di quello che qualcuno chiama piede da trincea. Poco dopo l’Oriola e MarcoN portano il verdetto, troppa acqua e stare bagnati troppo tempo non è cosa buona. L’acqua al terzo pozzo ancora una volta ci tradisce e ci deruba delle nostre aspettative cariche di speranza.

Ormai assammarati, affamati e in regime di semiipotermia si decide di uscire ed è allora che ricordo un vecchio detto: “a scinniri tutti i santi aiutano…”.

La risalita sotto l’acqua è inevitabile ma ormai siamo abituati alla vita dura. Personalmente ero stremato e le forze erano ormai a livelli bassissimi, tanto che per uscire dal primo pozzo ho inventato nuove figure da applicare nei momenti di intimità speleologici, chiedete ai presenti.

Usciti ritroviamo l’ormai dimenticato amico piccione che intrattiene con Giorgia una discussione sul volo battuto in grotta, cosa che comporta in lei una sensazione che alcuni definirebbero: Paura? Spavento? Sorpresa? Noi diciamo solo cacazzo.

Ormai sazi d’acqua e alquanto assetati e disidratati cerchiamo di rifocillarci a dovere e tra un cocco (di cui qualcuno sfruttò anche il latte come abbronzante), panini, mandorle e barrette energetiche sciolte dal sole, ci prepariamo al rientro.

Ma viene fatto notare da qualcuno essere troppo presto e allora, in questi momenti perché non pensare alla collettività, lavando tutti i circa cento metri di corda con sacchi e attrezzature (personali e non) annesse? Così, sperimentando tecniche idrauliche che farebbero impallidire i costruttori degli acquedotti romani qualcuno decide di lavarsi anche la macchina. Il sole è implacabile e gli abbigliamenti che in una civiltà culturalmente progredita vengono definiti normali sono stati abbandonati da tempo dentro le vetture. Dopo circa un paio d’ore (spese quasi tutte per lavare quel maledetto 35 del vento) passiamo a salutare l’indaffaratissimo Vincenzo e via alla volta del bar S. Pietro dove alla meno peggio cerchiamo di sopperire alla nostra mancanza di zuccheri e sali minerali con birra, brioche e patatine.

Qualcuno lì ha fatto pure colpo su qualcuno (non ho sbagliato a scrivere ho detto proprio qualcuno su qualcuno) e cosi tra presunti incontri notturni, battutine sui tre diti e il ricordo della famosa via Sandalo, ritorniamo a Palermo battendo ogni record di percorrenza sulla Pa-Ag intasata dal traffico.

Cosa abbiamo imparato da questa uscita?

1) Mai dire di avere una sorella a qualche membro del gruppo.

2) Quando andate a Monte Conca portatevi sempre un cambio asciutto.

3) Che “ù pilu è bello, ma no nà pasta”.


Notizia di Gebedia

Partecipanti:

Oriola, Stocca, Piero, Simione, Marco N., Giorgia e Ceres e/o Gebedia.

mercoledì 5 luglio 2006

Monte Conca 2.07.2006

waiting Gaetenia

Zubbia Camilleri - Scala dei Turchi 2.07.06

L’orario dell’appuntamento è le 7:30 ed il luogo è sempre lo stesso, mi sa che poco ci manca e ci danno le chiavi del bar così la domenica apriamo noi. Aspettati gli ultimi ritardatari, si parte con destinazione Zubbia Camilleri, una piccola, ma bellissima, grotta nei gessi, non molto lontana da Cattolica Eraclea.

Alcuni dei ragazzi, non ancora bene usciti dalla fase REM (dovevate vederli all’appuntamento!) si ci ri-infilano conciliati dal lungo viaggio e dalla guida cullante dei conducenti.

Arrivati ad Agrigento la fame e la vescica di alcuni, hanno il sopravvento e si va alla disperata ricerca di un supermercato o bar o simile con annesso bagno. Finalmente a Porto Empedocle troviamo un supermercato meraviglioso: aria condizionata, inebriante odore di salumi appena affettati, pizze appena sfornate nel reparto pane, dolciumi e porcherie buonissime di ogni tipo e dulcis in fundo un favoloso bagno, anch’esso con aria condizionata… morale della favola: rimaniamo li per oltre mezz’ora.

Ricordatici dello scopo dell’uscita, torniamo alle macchine e ripartiamo, finalmente dopo un’ oretta si arriva in prossimità dell’ingresso della Zubbia.

Ci si prepara, si effettua l’avvicinamento e verso le 12:00 siamo dentro.

I ragazzi, sopratutto i nuovi, sono subito piacevolmente stupiti dalla bellezza delle morfologie carsiche delle grotte gessose; lo stupore li accompagnerà per tutta la grotta.

La Zubbia sarà percorsa solo in discesa, sfruttando le corde fisse presenti, quindi si uscirà dalla risorgenza.

La prima a scendere è la Stocca che guiderà il gruppo per l’intera uscita, a chiudere io che controllo la discesa dall’alto. Si nota subito come alcuni non siano ancora usciti dalla sopraccitata fase REM, in particolar modo Antonio, che in un solo pozzo combina due minchiate: 1- monta male la corda nel discensore, 2- si allongia ad un deviatore, scambiandolo per un frazionamento…hi hi! Per fortuna gli cafuddiamo quattro male parole e finalmente si sveglia.

Dopo il primo pozzo non avevo ancora visto i naturalisti ravanare in mezzo al fango alla ricerca di ossa, mi cominciai a preoccupare, ma la preoccupazione durò poco perchè dopo un pò sentii i primi discorsi e ancora dopo cominciai a vedere anche qualche ossicino, non avevo scampo ero circondato, quattro dei nove partecipanti erano naturalisti e alla fine anche Antonio è stato contagiato, infatti ha trovato un’interessante mandibola che ho preso x portarla ad esaminare (hanno contagiato un pò anche me).

In un paio di ambienti abbiamo scattato qualche foto.

Scesi tutti i pozzi abbiamo girato le zone basse prima della risorgenza, qui di acqua ce n’era parecchia ed è andata a finire a schizzi e arruciate, vi dico solo che uno col sedere asciutto non è uscito; Giorgia in particolar modo ha incontrato delle strane sabbie mobili… hi hi!

Chiaramente non poteva mancare la ricerca di animali di ogni tipo, in particolar modo è stata fatta amicizia con ragni e rane..


Una volta fuori, arrivati alle macchine, dopo l’immancabile foto di gruppo,

ci si prepara per partire alla volta della tanto sognata "scala dei turchi", ma adesso le cose si complicano ed a causa di uno sciagurato gesto di Antonio, l’allegra brigata sarà colpita da sventure; vi chiederete cosa avrà mai fatto, ebbene si, ha staccato il pupazzo della Pantera Rosa che era attaccato al vetro della macchina, gesto che la Stocca aveva dichiarato essere di malaugurio. Neanche 500 metri di strada ed io buco… il copertone è totalmente fuori uso, ci fermiamo a cambiarlo ed un’improbabile signorina ci da una mano… poi io le do qualcos’altro… hi hi!






Finalmente

dopo un pò di peripezie e giri vari si arriva alle "scala dei turchi", il posto è meraviglioso, Antonio, Cristina I. ed io facciamo il bagno, il sole ormai sta x andare via e decidiamo di goderci il tramonto da quell’angolo di paradiso.








Col buoi torniamo alle macchine e facciamo strada per il rientro, ma prima ci concediamo una breve sosta rifocillante al bar.

Ormai la giornata si volge al termine, ma la Sventura non si è scordata del gesto di Antonio e ci scorta fino a Palermo, è così che lungo la S.S. Pa-Ag ad un cane viene la felice idea di fare una passeggiata al chiaro di luna e chi va a passare da li proprio in quel momento?! La Stocca…!

Per fortuna lo Schumy che è in lei esce fuori e dopo la frenata riesce a controllare la macchina.

Picciotti, non toccate + quella c…o di Pantera Rosa!

Per fortuna arriviamo sani e salvi a Palermo, ma Antonio deve: un copertone nuovo a me ed un paio di mutande pulite alla Stocca.


Partecipanti: Antonio, la Stocca, Cristina, Livia, Pietro, Silviamiao, Rosario, MarcoN, Giorgia.
Notizia e foto di MarcoN

lunedì 26 giugno 2006

Weekend 24,25 giugno 06 - Gole del Cataolo (ME)

E’ passata meno di una settimana e ci si rivede al solito posto, stavolta la partenza è prevista nel pomeriggio di sabato alle 15:00. Si parte alle 15:45 per una svista di Antonio C. che ha dimenticato di comprare il pane… destinazione: Gole del Cataolo (ME), una forra percorsa dal torrente Gualtieri nel versante Nord dei Monti Peloritani.

Carichi come muli inizia il nostro viaggio.

Dopo circa 200 km di autostrada più altri 12 di strade, straduzze e trazzere giungiamo sul posto. Prima fase, sistemazione tende e scelta del luogo destinato al “barbecue”.

Stavolta Antonio si è limitato, soltanto 6 kg di carne tra salsiccia, costate e puntine di maiale più naturalmente lo “spizzulio” composto da olive bianche farcite, olive nere, qualche salamino ecc. ecc. ecc. Ore 19:00 prima passeggiata perlustrativa sul fiume.

Durante il percorso il nostro Rosario, ribattezzato Charles D. per l’occasione, ci invita costantemente ai suoi strani incontri con la fauna selvatica (tartarughe, rane, serpi, granchi d’acqua dolce e altro)!! Alle 20:00 si ritorna alla base e ha inizio la tavolata. Il cibo è buono, il vino anche, l’unico arnese diabolico sul tavolo è una lampada a gas con la quale il sottoscritto inizia una guerra a suon di ustioni e scottature. Unico rimedio disponibile sul luogo una strana erba “curativa” raccolta e consigliata dal nostro Charles D.

Orario imprecisato della notte seconda passeggiata sul fiume, stavolta però in acqua e a piedi scalzi. Terminate le nostre discussioni con rane, girini e granchi torniamo all’accampamento e stavolta per andare a nanna.

L’indomani la sveglia è prevista per le 9:00 ma alle 8:00 siamo già tutti fuori a far colazione. Conclusasi la fase di sistemazione della navetta, si entra in forra alle 10:45.

Contrariamente a quanto previsto entra con noi anche Silvia La Piccola decisa a superare le sue fobie acquatiche.

Superati i primi salti ci rendiamo subito conto che sarebbe stato meglio indossare una muta leggera.


L’unica ad averla è Daniela che per solidarietà, o forse per abilità di Antonio “Brass”, comincia ad alleggerirsi e concedere alla fine un servizio fotografico piccante. L’intero percorso viene compiuto in 5 ore con il superamento di sei salti, cinque dei quali armati sotto cascata data la ridotta portata idrica.




Per concludere, durante il viaggio di ritorno si decide di far tappa a Castel di Tusa dove ad attenderci c’è un bagno al tramonto e una pizza al tavolo di un ristorante.

Partecipanti: MarcoL, Antonio, Daniela, Silvia, Giorgia, Silvia, Livia, Piero, Rosario (Charles), Paolo

Notizia di Paolo.


Weekend 24,25 giugno 06 - M.te Conca, miniere di sale

Tutto inizia venerdi pomergio con la proiezione fotografica di Cesare Mangiagalli, speleofotografo lombardo, nostro ospite per realizzare degli scatti nell'inghiottitoio di Monte Conca, dopo aver concordato permessi e tempi con l?ente gestore della Riserva omonima.
Dopo averci ammaliato con le sue immagini e dopo una lauta cena consumata 'na za Pina, folkloristica vivandiera palermitana, abbiamo affrontato il viaggio per essere già sabato mattina a Milena ed entrare in grotta.
Arrivati verso l'una di notte ci siamo accampati alla meno peggio, dando il via a gradite "runfuliate"!
Sabato mattina, finalmente in grotta... ma a questa grotta spesso piace giocare con l'acqua... e infatti è copioso il flusso d'acqua presente già nell'impluvio che si deve costeggiare prima di accedere.

Flash, flash...


La nostra uscita si è dovuta arrestare all'attacco del secondo pozzo per la gran quantità d'acqua che cadeva e che difficilmente avremmo potuto evitare... come dice il saggio prima di passare

sotto la cascata... ci devo pensare due volte!!!

Approfittiamo comunque dell'uscita anticipata per delle birre e per fare un rapido giro per le più significative emergenze della zona.



Domenica, considerando l'acqua che abbiamo preso il giorno precedente, decidiamo di fare un giro nelle aree centrali della Sicilia per vedere delle miniere di sale... sotto un sole impietoso e con temperature che superavano i 40°... "era caldo secco però"... come se fosse una gran consolazione.





In ogni caso ritroviamo questi meravigliosi e per fortuna poco conosciuti posti della Sicilia, mentre attorno a noi sfrecciano centauri e quad impegnati in gare di fuoristrada.




Cesare... ti aspettiamo a settembre!!!

Partecipanti:
Cesare, Simione, Cristocca, Gaetenia, Ninozizu, MarcoV