giovedì 6 dicembre 2007

Maranfusa e Magaggiaro 24 novembre 2007

Riprendiamo l’esplorazione a Monte Magaggiaro dove l’avevamo lasciata, i famosi pittusi che la volta precedente vedevamo alti e in parete, ad uno sguardo più approfondito si sono rivelati soltanto delle nicchie annerite.

Con la luce di mezzogiorno sembravano continuare da qualche parte ma guardandoli da sotto parete si sono rivelati soltanto posatoi per i “palummi”. A questo punto entriamo in una selva alla ricerca di qualche buco nascosto dalla vegetazione, ma il tutto senza fortuna, continuiamo la nostra esplorazione con la discesa della selva oscura. Dato che da google la zona sembrava ricca di affioramenti di rocce calcaree (cosa che poi era vera) ci incamminiamo seguendo le tracce di un torrente, ora asciutto, per vedere se ci fosse qualche altra apertura nella zona. Questo torrente erodendo le rocce circostanti ha creato un bellissimo paesaggio stratificato tipo canyon, che noi percorriamo proprio al centro. Si arriva così a un punto in cui si ha la convergenza con un altro piccolo canyon. Queste incisioni si è poi scoperto (o meglio ipotizzato) essere state formate dal dilavare delle acque di raffreddamento provenienti dalle due cave soprastanti, che con il loro scorrere hanno eroso e inciso i calcari sottostanti (in base al contenuto fossilifero datati Giurassico Superiore – Cretaceo Inferiore, scusate ma lo dovevo dire, deformazione professionale).

A questo punto risaliamo a documentare con un video le due cavità viste nella precedente esplorazione. Adesso che avevamo molto più tempo dell’ultima volta decidiamo di addentrarci maggiormente e scopriamo che la grotta (che se un giorno avrà un nome sarà…lo scoprirete seguendo il video) non si fermava come avevamo creduto in precedenza, ma continua e sembra anche abbastanza in profondità. Trova conferma anche la teoria che ci fosse un amichetto puntuto ad abitarla, ecco perché crediamo che ci sia bisogno di un naturalista o di una persona che sappia trattare con gli animali; ECCO!!! Un amico degli animali…PIEROOOOO!!!

Prima di andare via incontriamo due contadini, che subito capiscono che siamo speleologi (e poi ricino cà i viddani un capiscinu nenti) e ci raccontano la leggenda per cui una di queste grotte arriverebbe alle acque calde di Montevago (in linea d’aria 3 km). Leggenda vuole che un tizio, possessore di maiali in zona acque calde (nacquero così i Wrustel???), li ritrovò stranamente dentro la cava, sarà ‘na min----ta? Boh?

Ci muoviamo in direzione Palermo per andare a vedere altri pittusi a monte Maranfusa, rinomata località ove si trova l’agriturismo omonimo, ma anche qui il sopralluogo risulta infruttuoso, delle 5 cavità in vista solo una proseguiva all’interno, ma chiudeva immediatamente, era un piccolo riparo usato per tenerci pecore e bestie varie. Gli altri buchi che si vedevano in successione uno sopra l’altro non sono altro che un unico scavernamento interrotto da alcuni archi, sempre abitati da pennuti (evidenti le tracce della loro presenza, MOLTO abbondanti direi). Anche qui la luce si è presa gioco di noi.

Torniamo verso casa con un evidente languorino.

Cercavamo in grotta qualche bel budello dove strisciare e arrivati all’inizio di viale delle scienze eccolo trovato. Direi quindi, missione compiuta…









Notizia, foto e video di Gebedia

Partecipanti:

Gebedia, l’Anguilla del Civico e Michela