giovedì 2 ottobre 2008

Zubbia... Come Te Nessuno Mai - 27 Settembre 2008

Sfidando le impervie e al quanto confuse previsioni meteo decidiamo di partire venerdi pomeriggio, approfittando per goderci il Cous Cous Fest e il concerto in piazza di Roy Paci. La grotta scelta è il pozzo Palatimone, se il tempo non fosse clemente ripiegheremo sul ben conosciuto Abisso Purgatorio. Ci mettiamo in viaggio, ma prima di arrivare tappa obbligata per le cassatele del bar vicino l’ingresso di Castellammare del Golfo, calde e gustose al punto giusto. Arriviamo al camping a S. Vito, piantiamo le tende e posteggiamo.



Esattamente due secondi e quattro decimillesimi dopo conosciamo i nostri vicini di piazzola, il Sig. e la Sig.ra Rottenmeyer (non era veramente il loro nome, ma per noi resteranno sempre il coniugi Rottenmeyer), che quasi subito ci cazziano in olandese per aver lasciato le macchine parcheggiate nella piazzola davanti alla loro. Ma al suo farfugliante discorso nel tipico dialetto olandese della zona dell’Aja mette subito fine l’esperta in “lingue” straniere e mediatrice del gruppo (la Stokka), che dice: Ora le spostiamo.



Ritirandosi nella sua roulotte con capannina abusiva il Sig. Rottenmeyer continua a inveire contro di noi nella sua lingua natia; ed’è allora che parte la controffensiva a colpi di: Test’i m***, Cor***, M’a ruttu u ca***, Figghi i p***. Forse intuendo vagamente quello che dicevano dal tono della nostra voce, cerca consolazione in direzione, che quasi matematicamente lo manda a fan****.

Beviamo qualcosa, rievochiamo memorabili scene di grotta e ci avviamo verso il Cous Cous Fest. Lì c’è una ampia varietà di scelte; cous cous con verdura, con pesce, con carne. Simone opta per quello con l’agnello, e si, proprio quello cantato da De Gregori!!! Io per quello con pesce, e sorpresa mi capita proprio un bel gamberone!!!



QualcunA è perplessa…non sapete quant’è bello sucarsi la testa di gambero (vabbè, me la sono cercata, avanti con le battutine sconce). Ci spostiamo vicino al palco, siamo seduti con la schiena contro il muro della chiesa e all’improvviso appaiono due ragazze (una bianca e una di colore) molto avvenenti, poco vestite ed etilometro alla mano credo anche un po’ sbronze. Tutto ad un tratto una delle due comincia ad agitare il suo posteriore in direzione della mia faccia cosa che mi provoca subito un’ imbarazzo immediato, dato che sono una povera anima innocente e decido di coprire i miei occhi affinché non vedano questo spettacolo indecoroso

…mmm…

…zzz…



Ok, mummiavo come un porco lo ammetto. Giudicate voi se non ne valeva la pena. Il Bere è pacifico, il cibo è buono, u pilu c’è e anche in abbondanza e la musica viaggia. Qualcuno prima di tornare ha un leggero languorino e allora decide di comprasi una pizza (questo fatto sarà di cruciale importanza per la comprensione degli avvenimenti seguenti). La serata passa in fretta e noi abbiamo fatto tutto quello che NON si dovrebbe fare il giorno prima di andare in grotta. Torniamo a casa in tarda tarda tarda serata. Il Sig. Rottenmeyer e consorte dormono placidamente nella loro roulotte abusiva e noi ci addormentiamo stanchi e soddisfatti dello scazzo appena concluso.

Sono circa le quattro del mattino, comincia a piovere, sentiamo le gocce di pioggia che cadono pesanti sulla nostra tenda ed allora che si sente un’ imprecazione ben nota partire dalla bocca di Simione e riecheggiare per tutto il camping. Allora Simione esce e copre la tenda con un pezzo di celophane. Dopo trenta secondi netti sento il rumore di un cato d’acqua sdivacato per terra e non capisco, ma poi mi è tutto più chiaro. La famosa pizza, che anche lo Spincionaro ha gustato, è stata rimessa dal suo stomaco direttamente nelle converse di Silvia (converse nuove comprate due giorni prima), e Silvia, capito questo ha cominciato a gridare in giro (e ci tengo a sottolineare alle quattro del mattino): MI HA SBOCCATO NELLE SCARPE!!! MI HA SBOCCATO NELLE SCARPE!!! Parte di questo rigurgito è finito nel ghiaietto antistante la tenda, creando quello che viene ricordato col nome di “Monte Spincio”. Qual è stata la scintilla scatenante lo potrete sentire dalla viva voce dell’interessato nel video “I Smouth”.


E’ mattina e si contano i MORTI e i feriti. Non abbiamo dormito per niente, siamo stanchi, disidratati, assonnati e certunE leggermente incazzate per questo (Miii un sicci po’ parrari!!!). Tuttavia riesco a salutare l’alba di un nuovo giorno con orgoglio (e se un giorno non sarà così vi prego di ammazzarmi). Ok, ma eravamo venuti per andare in grotta, allora optiamo per la più facile e skazzosa grotta della Zubbia (a che non la conosceva nessuno a che si ci và ogni settimana).



I grottaioli fanno strada. Dato che ogni volta la corda “strica” e non ci sono punti degni per armare Simone decide di sbanniare la sua sacca d’armo piantando uno spit che ci facilita nella discesa. Entrato decido di dare un’occhiata alla via che si apre in direzione del mare, l’aria è molto pesante, CO2? Forse. Cristina conferma che potrebbe essere anidride carbonica, ma per avere la certezza matematica ci serve una cavia; Mirkoooo!!! Infilati ‘dda rintra!!! Due secondi dopo era ‘na zappa r’acqua. La prossima volta si farà la prova col carburo per vedere se la CO2 è presente o meno in quel condotto, che sembra molto ben avviato.



Arriviamo fino alla fine della grotta (almeno fino a quello che conosciamo), facciamo le foto di rito per testimoniare lo stercame presente in grotta e usciamo tra le imprecazioni di chi si è portato appresso lo zaino; come disse una volta il Sig. Leo: ma secondo te perché i sacchi e i personali sono cilindrici e non quadrati? Ora Mirko può rispondere. Fuori ci aspetta il figlio segreto di Frida Kalo (compà ma se non sai chi è Frida Kalo io che ci posso fare?).




Spizzuliamo qualcosa: cioccolato, wafer, ecc. e facciamo strada verso casa.


Tornando passiamo davanti alla piazzola di sosta di fronte alla grotta Purgatorio, a pinsata di non andarci fù giusta, perché abbiamo visto altri speleo che si cambiavano. Eravamo in troppi e sicuramente questo non avrebbe giovato né agli uni né agl’altri.

Ciao Zubbia, come te nessuno mai…

Notizia e Video di Ceres

Foto di Ceres e Simone

Partecipanti:

Sirmione (Presidente e fondatore del Sottogruppo Speleologico SpeleoSterco),

Ceres (Segretario Amministrativo del Sottogruppo Speleologico SpeleoSterco),

U Spinciunaro (Delegato Sindacale del Sottogruppo Speleologico SpeleoSterco),

Nemo (Cellula Dormiente del sottogruppo del Sottogruppo Speleologico SpeleoSterco),

Stokka (Traduttore, Interprete e Mediatore del Sottogruppo Speleologico SpeleoSterco),

Sirbia (Responsabile Igiene Personale del Sottogruppo Speleologico SpeleoSterco),

Angelo e Mirko (Portaborse, pardon Portasacchi del Sottogruppo Speleologico SpeleoSterco),

Silvia Miao e Ziulia (N.P.i.G. = Non Presente in Grotta).






Cosa aspetti porta le avventure di SpeleoPetra sempre con te!!!

mercoledì 1 ottobre 2008

Grotta Pietrazzi 19 settembre 2008

È una ridente mattina di fine estate (cielo nivuro e caldo che si muore) quella che ci vede protagonisti di questa nuova avventura speleologica.
L’appuntamento è all’ospedale Cervello (a me zuona) ad un orario concertato comodamente per le 10, ma come si sa il traffico fa sempre brutti scherzi e c’è chi arriva alle 10.30. Recatici in Piazza Lampada della Fraternità (e non piazza Cruillas che sarebbe l’altra), ci appropinquiamo speranzosi al bar per una lauta colazione prima della grotta. Io che conosco i miei polli mi dirigo direttamente al panificio, alla fine scappiamo senza avere mangiato. La nostra meta di oggi è la grotta pietrazzi (stagione di anatre, stagione di conigli!). La grotta, previamente visitata da altri membri del nostro gruppo, si sviluppa in contrada Pietrazzi, (Alberto correggimi se sbaglio!). Ci cambiamo e come sempre Piero è l’ultimo, persino io mi sono imbragata abbondantemente prima di lui, sarà che dopo i miei buoni cazziatoni presi, ho anche imparato a sbrigarmi. Piero è così lento che non sa nemmeno mettere le batterie nel casco tanto che Simone e Ceres si vedono costretto ad aiutarlo (hi hi hi)!!! Per raggiungere la grotta si deve attraversare una piccola porzione di territorio spesso occupata da cavalli e vacche che alle volte possono anche mostrarsi poco amichevoli. In compagnia di mosche, sudore e zecche ci rechiamo all’ingresso, Piero fa strada, io e Simone lo seguiamo e dietro Ceres e la Stocca. E si entra!



Quella che ci si presenta davanti è una grotta molto bella e molto concrezionata, attraversiamo gli ambienti in arrampicata, senza montare corde, anche se alcuni tratti la richiederebbero. Ceres, la Stokka e Piero fanno i becchini (raccolgono ossa), Simone fotografa muffe e io mi limito a guardare la roccia che solo in certi punti affiora da sotto le concrezioni.



Ci troviamo in un enorme fratturone, ricco di massi crollati, la roccia che si intravede nelle pareti è decisamente poco rassicurante, ampiamente fratturata e alquanto instabile, ma ricoperta da un manto di calcite che come una coperta ne nasconde la fragilità. Piero guida la carovana, e ci guida attraverso un ambiente dopo l’altro. Dopo circa 2 ore arriviamo alla base, un salone grande e riccamente concrezionato, dall’alto pendono centinaia di stalattiti e cannule, medusoni , il pavimento è costituito da enormi blocchi crollati e riconcrezionati. In alcune parti il “latte di monte” ricopre alcune porzioni di rocce, è anche possibile scorgere alcuni bellissimi cristalli di aragonite. Il pranzo, gentilmente offerto da Ceres, si protrae tra le varie chiacchiere, l’intrattenimento invece è stato garantito da un anonima, pelosa e alquanto disgustosa danzatrice di lapdance, a voi l’onore di indovinare chi sia.



E finalmente tra una presa in giro e l’altra ci dirigiamo verso l’uscita. Il rientro si rivela abbastanza veloce, in circa 35 minuti siamo fuori. Un bel toro ci blocca la discesa verso le macchine e poi anche un simpatico cavallo tutto nero e poco amichevole, arriviamo alle macchine ci cambiamo, (Piero è di nuovo l’ultimo) e via verso il gelatiere. Cosi si chiude la nostra giornata speleo. Senza che nessuno me ne voglia, questa giornata la dedicherei a Piero, agli animali morti e alla ricerca del Piviere dorato.

Partecipanti
Ceres, La Stokka, l’omero di coturnice (Piero), Simone, Rosi

Notizia di Rosi; Foto di Ceres