martedì 30 giugno 2009

Abisso Purgatorio 26 giugno 2009

Abisso di Pugatorio

Appuntamento alle 8 a piazza De Gasperi, in partenza da qui una vagonata di sterco composta da me, Parpagghiuni, Ponzio, Il Principe Alessandro e i coniugi Sfincio.
Dopo aver sistemato il materiale ci mettiamo in viaggio verso Purgatorio.
La prima sosta dopo pochi minuti per fare benzina, decidiamo di mettere 20 euro e Ponzio (seduta nei posti dietro col sottoscritto) nell'insensata fretta di saldare i conti col Principe scende dalla macchina e comincia a rovistare nella sua borsa che aveva ai piedi, non accorgendosi di mostrare in maniera piuttosto evidente il suo fondoschiena al benzinaio che si apprestava a prendere la pistola della pompa di benzina. Per fortuna sono io a salvarle la vita, esortando il benzinaio a stare attento a dove metteva la pistola e a dire che il buco giusto era quello alla sua sinistra.
Subito dopo ci mettiamo in viaggio, durante il tragitto non manca la chiamata inopportuna.

Arriviamo alle 9.30 circa di fronte l'ingresso della grotta, dopo pochi minuti arriva l'altra vagonata di sterco (Tappina, Samantha, IJ, NapoOrsoCapo).
Comincio a spiegare ai nuovi come è strutturata una scheda d'armo, e come si sistema il sacco prima di entrare in grotta, ovviamente per meglio comprendere tale operazione ho svuotato con violenza i sacchi davanti agli occhi esterefatti dei ragazzi che non immaginavano minimamente che sarebbe toccato a loro risistemare tutto.
Oggi si fa un passo avanti, Tappina si trova ad armare per la prima volta in grotta, a lei l'onore di entrare per prima e a notare la presenza di un cane di grossa taglia impiccato nel lato opposto a quello di discesa.



Nessun problema, tutto fila liscio, qualche problema per Piero nell'identificare i giusti punti dove mettere i frazionamenti. Nel giro di un paio di ore arriviamo al fondo, un piccolo gruppo rimane alla base del secondo pozzo causa "lagnusia", mangiamo velocemente e visto l'orario decidiamo di cominciare a muoverci verso l'uscita.



Napo, il Principe e Martina hanno volontariamente deciso di disarmare e io non posso che acconsentire, la loro prima disarmata, penso che comincino lontanamente a capire cosa significhi fare speleologia.
All'esterno una bella giornata, sole, caldo, si sta davvero bene.
Ci cambiamo e ci dirigiamo subito verso il camping di San Vito lo Capo, dove un gruppo di noi rimane a montare le tende mentre gli altri vanno a comprare le pizze. Sono già le 11 di sera circa e molti di noi decidono di andare a letto, mentre io Parpagghiuni e Ponzio andiamo a farci una passeggiata in paese.



Domenica mattina alle 6 il caldo comincia ad essere insopportabile e per le 7 siamo tutti svegli, colazione con cornetto caffè....e birra!



Smontiamo le tende paghiamo e ci piazziamo in spiaggia a fare il bagno, dopo a riposare in una pineta e poi tappa obbligatoria a Castellammare per una cassatella.


Notizia di Simone
Partecipanti: Io, Piero, Samantha, Tappina, Ponzio, il Principe, Parpagghiuni, Napo, Martina,
Sfincionaro.

Foto di Alessando e Simone

lunedì 22 giugno 2009

Pozzo Landro - 20 Giugno 2008

Per alcuni era la prima grotta dopo il corso, per altri quasi. Tutti puntuali all’appuntamento e in 4 e 4tto siamo a Belmonte, posteggiamo, organizziamo il materiale (Emilio scopre per la prima volta com’è bello filare LA 100!!!) e cominciamo ad arrampicarci tra le ciache alla ricerca del famoso pozzo Landro. Erano circa 3 anni che non ci tornavo, questa era stata la mia seconda grotta dopo il corso e la prima in cui mi è venuto seriamente il cacazzo.
Cerco la grotta, mi guardo intorno e cerco di fare mente locale, cercando di ricordare se quel alberello era un pero, un melo o un fico, ed alla fine eccola, l’entrata. Laura in questa occasione riceve in suo soprannome speleo, ovvero: “Quella che parla cosiii”. Così tutti hanno il loro soprannome e siamo tutti più tranquilli. Comincio ad armare.
Deviatore, 1° frazionamento (sterro ‘ncapo), 2° frazionamento (pietrine che saltellano allegramente sul mio caschetto), 3° frazionamento e sono al fondo; da su un grido si spande: “PIETRAAAAA!!!”. Ritornare dopo tanto tempo in questa grotta è strano, la immaginavo molto diversa, ma certamente qualcosa che mi ricordo abbastanza bene è che scaricava abbastanza. Nel mentre che gli altri scendono passo a salutare i mud cracks (poligoni da disseccamento), verificando con mia sorpresa che erano quasi tutti asciutti, esco sotto l’attenta supervisione di Napo e Filiberto.
Dopo una mezz’oretta tutti arrivano al fondo. L’uscita era organizzata per cercare di fare delle foto sfruttando il magnifico gioco di luce che si viene a creare quando il sole proietta i suoi raggi all’interno della grotta,
ma vuoi l’eccitazione della discesa, vuoi il fatto che era tardi, vuoi che l’autofocus della reflex “sinni io a kakì” le foto non sono venute proprio benissimo. Per la cronaca il raggio di luce è arrivato a circa 3 metri dal fondo, intorno alle 14.30, prima di risalire.
Visto l’orario e il numero consistente di partecipanti, si comincia a salire subito. Si narra che uscendo da questa grotta alcuni abbiano visto la luce e da allora abbiamo messo giudizio, ma visto gli elementi interessati il tutto mi sembra molto difficile... I primi ad uscire si dirigono alle macchine dove li aspetta l’arsura tipica di un pomeriggio di Giugno in località Belmonte Mezzagno. Questi appagano la loro sete grazie alla premurosa offerta di alcune bottiglie d’acqua (ghiacciataaa) da parte dei villeggianti indigeni del luogo.
Altri aspettano l’uscita degli ultimi al riparo di quel albero di mele, pere, fichi o che cabbasiso era. La risalita è un po’ ostica, alle volte la corda non scorre dentro il croll, alle volte la maniglia scivola senza far presa e alle volte non si riesce a trovare un appiglio degno che ti aiuti a slongiarti.
Esco per ultimo, portandomi dietro il sacco, certamente un’ aiuto in discesa, ma non in risalita!!! Ovviamente il tutto sotto la pioggia costante di pietruzze e terra, che come tradizione vuole, si infilano tutte dentro il colletto della tuta (‘nte cuoinna Emilio).
Dopo esserci cambiati e rilassati (ed Emilio aver filato nuovamente LA 100!!!), sosta obbligata di circa un’oretta al bar di Belmonte per la consueta birra e patatine (oramai di diritto cibo ufficiale degli Speleologi), da lì facciamo rotta verso casa. La prossima settimana c’è Purgatorio e il pozzo Landro sembra essere stata una degna palestra per prepararsi a quella grotta…
Notizia di: Ceres
Foto di: Ceres
Partecipanti
NapoOrsoCapo, Parpagghiuni, Emanuele Filiberto, Quella che parla cosiiii (Laura), la Duchessa, Ceres, L’anguilla del Civico, Lombrellone

domenica 7 giugno 2009

Grotta Pietrazzi - 6 Giugno 2009

I ragazzi chiedevano di uscire, ed eccoli accontentati, scelgo per l’occasione la grotta Pietrazzi, vicina, carina e leggera (dato che non bisogna di imbrago), lo scopo dell’uscita: fotografare le parti più interessanti della cavità, le foto parleranno da sole.
L’appuntamento è fissato per le 8 a piazzetta Cruillas, straordinariamente i ragazzi anticipano gli organizzatori all’appuntamento (speriamo sia sempre così). Ci cambiamo, prepariamo il sacco cibo, carichiamo il carburo e via alla volta della grotta, i ragazzi fanno le dovute presentazioni con i cavalli padroni di casa e dopo aver seguito il sentiero (capito Piero, c’è un sentiero!!!) in una ventina di minuti siamo davanti all’entrata. Il piccolo e angusto buchetto non può lasciar presagire nulla in merito alla bellezza che si racchiude al suo interno.
Purtroppo dobbiamo citare una nota dolente, il caro Emilio dopo essersi cambiato gli occhiali da vista per quelli da sole (che sono sempre graduati, altrimenti non staremo qui a parlane) li dimentica in macchina, la miopia è una brutta cosa e purtroppo non potrà godere a pieno della bellezza degli “speleotemi”.
Iniziamo a scivolare lungo la fanghiglia che conduce alla prima saletta, dove ci fermiano per scattare. I giochi d’ombra creati dal carburo contro le concrezioni del soffitto mi fanno venire in mente i romanzi gotici di Walter Scott, i Gargoyles, Notre Dame, Quasimodo e la bella Esmeralda, ma, come dice Lucarelli, questa è un’altra storia.

Si comincia a scendere, dato che anche qui il pericolo di scivolare è reale, faccio un bolina intorno ad una concrezione e scendiamo aggrappandoci alla corda ad essa assicurata. Comincia la parte della grotta più impegnativa, si passa tra massi di crollo e strettoie, stando attenti sempre allo sbalanco alla nostra sinistra.
Strada facendo incontriamo un masso che tecnicamente (usando parole di Simone) era attaccato “ka sputazza”; Giulio (così si è deciso di chiamarlo) è un tipo freddo e indifferente ma se disturbato più del dovuto si mette a cantare Like a Rolling Stones e certamente non è un bel sentire.
Continuiamo la nostra discesa, siamo nel primo salone, costituito da giganteschi blocchi di crollo e poco dopo siamo nel salone terminale, dove possiamo ammirare la bellezza e la varietà delle concrezioni. Alla fine di questo salone, dopo una salita in semi-arrampicata, la grotta termina uno dei suoi rami con un piccolo corridoio con annesso laghetto, dove Tappina interpreterà il ruolo di Narciso per l’occasione.

In seguito si passa a fotografare nel salone terminale, purtroppo il flash non nè vuole sapere di funzionare e sono costretto a continuare a scattare usando solo la luce dell’acetilene.

Foto di gruppo nell’antro battezzato “the iron maiden” e poi si comincia a uscire, il tutto con molta calma, non abbiamo di certo fretta.

QualcunA decide di riposarsi un pò prima di partire, trovando un reggi-mento su misura.

Decido di uscire da un’altra strada, un po’ più tecnica, ma secondo alcuni più divertente. Molti non capiscono dove si arrivi, ma quando si sbuca nella prima saletta questo diventa a tutti più chiaro. Siamo alle macchine intorno alle 14, il clima è caldo ma sopportabile. Siamo contenti della giornata, dopo mare e poi gelato per concludere…
…e che lo Skazzo sia sempre con Noi…


Notizia di: Ceres
Foto di: Ceres
Partecipanti:
Tappina, NapoOrsoCapo, Martina, la Duchessa di York, Ceres, Juan Anguilla de el Civico Coimbra y Azevedo