mercoledì 26 maggio 2010

20 Aprile 2010 - Zubbio di Pizzo Neviera e Grotta delle 7 Camere

Appuntamento alle 11 sotto casa di Ceres, gruppo ristretto causa uscita infrasettimanale. La squadra è formata da Sirmione, Miglio, la Baronessa e Ceres.
Destinazione Belmonte Mezzagno, il tragitto è impervio, ma la mai deludente Santana riesce con capierbietà a superar con grandi salti le difficoltà, recando l' ilarità e soprattutto qualche bernoccolo alla combriccola.

Si arriva indenni. Inizia la vestizione e ci avviamo verso la prima tappa : Zubbio di Pizzo Neviera. Tocca a Miglio armare l' unico pozzetto, dopo qualche metro tra crolli raggiungiamo la prima ed ultima sala, dove a darci il benvenuto troviamo un simpatico abitante del luogo, un piccolo pipistrello, che a quanto narrano risiede li da secoli.
Tocca a me disarmare il pozzo, una breve sosta e via, verso la seconda tappa : La grotta delle sette camere (anche se io ne ho contate solo 6)!
Qualche piccola incertezza nel trovare l' entrata, ma eccola, l' alberello ci ha indirizzati nella retta via!

Miglio arma i tre pozzi, lo seguiamo, qualche strettoia, un pò di arrampicata dove, come sempre,la mia chiappa prensile, mi salva da scivoloni, ammiriamo ogni camera qualche foto ed è giunto il momento di tornare alla macchina.
Dopo esserci cambiati, inizia la ricerca della consueta birra e patatine, ma di un bar aperto neanche l'ombra, quasi arrivati a Palermo troviamo un supermercato, scorta fatta! Ora è il caso di trovar un posto opportuno dove ristorarci...le falde del cimitero di S.Maria di Gesù, meglio di così!

Morale dell' uscita...mai organizzare una grotta di martedì!

Notizia della Baronessa
Foto di Simone
Partecipanti: Simone, La Baronessa, Miglio, Ceres.

Pipistrello che attacca l'uomo.

Dedicato a tutti quelli che temono gli "attacchi" da parte de pipistrelli!!!






Meditate gente, meditate...

(Thanks to NuG - www.napoliunderground.org)

lunedì 24 maggio 2010

Sabato 22 Maggio – Zubbia Camilleri - Fenomenali poteri cosmici in un minuscolo spazio vitale!!!

Ore 8:00: Mi sveglio, preparo tutto l’occorrente ed alle 9:00 sono pronto per recarmi in quel di Cattolica Eraclea per riassaporare il sapore del fango della Zubbia Cammilleri. Come da accordi precedentemente presi attendo con ansia la chiamata di Tutina che, una volta presi Miglio, la Friulana e Claudia dovrebbe chiamarmi appena superata Sciacca. Ore 9:30 Nessuna traccia di Tutina, mi insospettisco e li chiamo… “Compà, dove siete?”
Tutina: “ Oh compà, niente abbiamo avuto un piccolo contrattempo, invece di prendere la Palermo-Sciacca ci siamo confusi e stiamo venendo verso Agrigento, abbiamo superato da poco il Motel S.Pietro…”
Resto basito ed a quel punto mi incammino verso la Zubbia e li aspetto lì…
Ore 10 circa: Arrivano…Facciamo la strada tra frane che spuntano dal nulla e finalmente arriviamo al pianoro antistante la Zubbia. Ci prepariamo prendendo un po’ in giro Claudia e la sua mise da malata terminale (Ma sei malataaaaaaaaaa!!!) e dopo un po’ di “Chi mi aiutaaaaaa” siamo pronti. Miglio da buon organizzatore dispensa compiti, fà la formazione e… si parte!
“Ma…è quello l’ingresso vero???”
“Siiii…certo!!! Vai Vai…”
“Compà…ma sei sicuro???”
“Si si, non può essere altrimenti…”
“Mah…in effetti non me lo ricordo così l’ingresso…”
“Picciò, ma non è che quella è l’uscita???”
“Bohhhhhhhhhhhh…”
“Mh…dividiamoci e cerchiamo…”
Io e Martina saliamo su un pizzo e scrutiamo dall’alto, Tutina parte in solitaria facendo un giro assurdo, Claudia ed Emilio vanno da un’altra parte ancora. Finalmente, dopo un tempo non ben definito sentiamo Emilio gridare…
”L’HO TROVATAAAAA…forse…” Tutina entra con lui per cercare di capire e dopo una decina di minuti passati in un crop circle ad attendere confortanti notizie sentiamo:
“Picciotti è lei venite!”
Asciugate lacrime e sudore accendiamo i nostri potenti led ed entriamo.
Non appena entrati tutti cominciamo a ricordare quell’ingresso impervio e, appena arrivati al primo salone tutti cominciamo a raccontare aneddoti del nostro corso, passato ormai da un anno…Cavolo…chi ce lo doveva dire che a distanza di 12 mesi saremmo stati lì, da soli.
Cmq, Emilio controlla gli armi, mette i moschettoni per ovviare all’armo con le maglie rapide e si scende:
Lui, Pampers, Martina, Io e Tutina a chiudere.Passiamo pozzo, laminatoi e tutto ciò che c’è da passare e contenti ed affascinati dalla bellezza della Zubbia arriviamo ad un bivio… Emilio, munito di rilievo della grotta dice “Ma che fa lo andiamo a vedere sta Sala Maya? Il nome mi ispira!”. Dopo un po’ di indecisione durante la quale Tutina fabbrica orecchie di fango per tutti decidiamo di recarci in quella benedetta sala e, dopo qualche problemino di arrampicata ed un’ennesima strisciata nel fango arriviamo alla sala Maya dove, mentre Claudia mangia il suo bel panino al salame il cui aroma si diffondeva per tutta la grotta da ore, osserviamo un po’ di concrezioni gessose, dei mud cracks e formuliamo delle fantasiose ipotesi su alcuni “singolari accumuli di fango di origine incerta”. Procediamo e comincia l’acqua e, sapendo che i ragazzi del corso parlavano di acqua fino al petto cominciamo ad essere delusi “Ma dov’è tutta l’acqua di cui parlavano???”
Soltanto dopo capimmo…
Si procede ed arrivati al pozzetto le ragazze attrezzate di discensore con stop vedendo me e Miglio con quello senza decidono di provare l’ebbrezza di una discesa senza stop; Claudia ruba il banana ad Emilio (sottolineo Il e non La), Martina blocca lo stop con un moschettone ed alla fine anche Tutina si fa prendere dalla situazione e blocca lo stop. Si continua e dopo una discussione sul gesso primario e secondario, sulle geminazioni e sulle concrezioni gessose arriviamo al Pozzo Geode, Geoide, degli anelli o come diavolo si chiama, superato il quale decidiamo di fare la pausa pranzo ricordando anche lì aneddoti del nostro corso (gli agguati d’acqua e fango a me e Sebastiano, il clamoroso furto dei Wafer a Marco V. operato da me e Tutina, etc…) ed affrontando il triste argomento della disorganizzazione dell’università.
Finita la pausa affrontiamo l’ultimo pozzo canticchiando canzoni di Elio e Le storie tese ed arriviamo all’uscita. A quel punto pensiamo, “Ma cavolo…perché uscire dal pozzetto quando c’è un bel sifone pieno d’acqua? Passiamo da lì? Ma si passiamo passiamo!”.Dopo qualche problemino tra Pampers ed i ragni, tra urla e risate passiamo tutti e , a quel punto, ormai acclimatati alla temperatura dell’acqua pensiamo: “Beh…a sto punto laviamoci!”
Ci diamo una solenne e sacrosanta “sgrasciata” alle tute ed alle attrezzature e ci dirigiamo alle macchine, (non prima di aver notato la residenza estiva del serial killer di turno composta da brandina, giubotto e sega arrugginita del 15/18).
E li si ripropone più o meno ciò che è successo all’ingresso…
“Si prende da qui no???”
“Si Si, vai…”
“Ma sicuro???”
“Secondo me no…”
“Secondo me si…”
“Boh, ormai proseguiamo…”
Insomma alla fine tanto per cambiare sbagliamo strada e scalando una montagna bagnati fradici, ma puliti, dopo un’ oretta (in tutto questo si sono fatte le 5) tra proverbi divertenti del tipo “Chi lascia la vecchia via per la nuova, sapi chi perdi ma un sapi chi truova”, e maledizioni al vento ed al sole che si alternavano ritardando il nostro asciugamento ma facilitando l’arrivo della nostra polmonite, finalmente facciamo ritorno alla macchine!!!
Ci cambiamo, ci asciughiamo, ci fotografiamo ma non facciamo il solito breafing perché c’è la finale di Champions e Ag è lontanuccia per essere poi a Pa x cena. Quindi dopo aver arripizzato un pezzo del parafango della Clio di Tutina con un pezzo di spago facciamo ritorno alle nostre case, un po’ più stanchi, un po’ più infangati ma contenti e soddisfatti…che alla fine è quello che conta...
We love Zubbia!!!
Notizia di: Claudio CCC
Partecipanti: CCC, Tutina, Miglio, La Friulana e Pampers

mercoledì 19 maggio 2010

9 Maggio 2010 - Grotta del Traforo - Nella Tana di Foxy

Appuntamento alle 7 e mezza sotto casa di Miglio per cominciare al più presto l’avventura, Tutina che sta volta come la scorsa doveva fare da autista, si è fatto attendere un po’ di più a causa del diverso fuso orario delle sveglie a cruillas…

Riunitisi i baldi giovini, preso un caffè e un cornetto si parte x raggiungere quel benedetto paese di Montallegro alla ricerca di una grotta che già venne cercata ma non trovata…

Prima di iniziare la nostra di avventura abbiamo deciso ,chiedendo un po’ di informazioni a questo e a quello, di trovare prima la Zubbia Camilleri x fare una sorpresa al gruppo, dopo qualche stradina sbagliata abbiamo trovato quella giusta, tra ricordi risalenti ad un anno fa e indicazioni varie abbiamo trovato prima la strada poi la casa con le pecore e i cani-pecora e infine il gruppo che ancora si azzuffava con le attrezzature nella ridente pianura che sovrasta la Zubbia,sono le 10 e 30, dopo un po’ di chiacchere e babbìo, qualche incoraggiamento da parte dei vecchi decidiamo che è il momento di partire per vivere la nostra di avventura…

11 passate, Riprendiamo la strada x Montallegro, poi dalla statale imbocchiamo la piccola strada che indicava una zona di isolamento conigli affetti da mixomatosi, immersi nella giungla di ampelodesmus e insetti stecco mannari che saltavano in macchina troviamo lo spiazzo x posteggiare la limousine del tutina,appena scesi dalla macchina evitiamo di vestirci inutilmente e facciamo un giro di esplorazione, dopo x minuti troviamo il pertugio, torniamo alla macchina, ci vestiamo di tutto punto, giacca a cravatta, e ci incamminiamo x il traforo..dopo un po’ di spine e canne secche troviamo il grosso inghiottitoio di crollo, tra i blocchi franati e ancora “franabili” ci addentriamo nell’ipogeo, si prende da qua, nooo da là, talè pigghiamu i ccà…

Infine troviamo una via bassa che tutto sommato agevolmente ci mostrava la via x il ramo nuovo della grotta, a parte qualche miracolo che ha salvato la gamba di tutina da un bambino rotolante di gesso di 200 chili e qualche analisi su feci di animali, attaccate dalle muffe mannare tutto scorre, troviamo la famosa radice che ci serve da ancoraggio x scendere, picciotti sembra “concreta” nni putiemu appizzari…in principio credevam o fosse un po’ difficile e indispensabile l’armo, scendendo anche di poco ci siamo resi conto che si poteva evitare, ma la prudenza sotto terra non è mai troppa; arrivati in fondo al pozzetto a sinistra si intravede la strettoia del ramo attivo, a passo di lombrico, tra ciottoli poco comodi, passaggi stretti anche per il casco, puzza di zolfo e qualche foto effetto “ siamo scafazzati dalla roccia” proseguiamo x circa 30 metri fino al sifone .Il povero sifone purtroppo di è rivelato una piccola discarica di bottiglie e altra robaccia, peccato, sarebbe stato ancora più bello senza sporcizia.

Dopo esserci stancati un pò della puzza di zolfo e una foto di rito torniamo indietro e cerchiamo il ramo inattivo, risalito il pozzetto con radice e risalita la scalinata di rolling stones, troviamo un saltino che ci porta al ramo inattivo, iniziamo ad esplorare una serie di meandri gessosi che sembrano appartenere ad una grotta diversa, un ambiente molto differente rispetto al precedente, il cammino è un continuo meravigliarsi, fare foto ed esaminare ogni minimo foro alla ricerca di salette da gustare con gli occhi, ca mminando di poco troviamo una falsa seconda uscita, in realtà era soltanto un secondo foro crollato da cui passava solo un po’ di luce.

Tornando sui passi dei meandri il cammino è tranquillo, gli ambien ti ampi sono intervallati da basse strettoie che costringono a strisciare, il ché è stato solo divertente per noi, dopo due strettoie con annesse stanze successive troviamo una galleria disseminata di feci di volpe, le tracce così fresche suggerivano che il luog o fosse frequentato spesso da questi animali e che presto avremmo trovato l’uscita, aumentano le tracce metro dopo metro, feci, resti di un pasto, ossa, finché in una piccola stanza con blocchi ricoperti da guano e terra secca non becchiamo la sorpresa, talèèeeeeee una volpeee.

Il piccolo canide con il cucciolo avevano fatto di quella stanza la loro tana, invano abbiamo cercato di acchiapparla e fotografarla, dopo poco temp o ci stufiamo di fare i cacciatori,lasciamo in pace gli animali e decidiamo che è il momento di trovare l’uscita…

La volpe da qualche parte deve essere entrata e uscita ogni giorno per vivere là dentro..

Dopo un po’ di minuti di ricerca disperata tra i blocchi e piccole gallerie fallaci decretiamo che l’unica via è tentare una discesa di pochi metri dove avremmo dovuto usare la corda,strategia trovata e Miglio esplora per primo,Io e Tu tina aspettiamo solo un po’ e poi Miglio ci dà la tanto attesa notizia…abbiamo trovato l’uscita!! Siii… allora d opo averci mostrato un piccolo coniglio ucciso da poco dalla volpacchiotta seguiamo il piccolo fiume sotterraneo che ci porta dritti dritti fino alla calda aria della 4 di pomeriggio di un maggio assolato.

Dopo la foto di rito all’uscita della grott a cerchiamo una via per ris alire e tornare alle macchine, primo tentativo, rovi, niè, secondo, niè, infine per mia follia decido di provare una via in salita, non credevo fosse così tanto in sa lita, tra imprecazioni più che giustificate contro di me, la cedevolezza del gesso e delle erbacce poco d’aiuto risaliamo più di venti metri di collina, affaticati, accaldati e incerti sulla riuscita della scalata arriviamo in cima alla collinetta, dopo pochi passi sulla cima vediamo la macchina,evvai … almeno la follia ci ha fat to risparmiare 15 minuti di strada sotto il sole ( questo si che è culo), arrivati alla limousine ci spogliamo, sistemiamo e dopo un po’ di risposo prendiamo la strada del ritorno, non torniamo su bito a casa dai… andiamo a trovare gli altri!!!

Quindi riprendiamo la strada per Cattolica Eraclea e quindi per la Zubbia Camilleri, strada già fatta quindi facile da trovare, arriviamo e il primo gruppo e ra già fuori, alle 18 e 30…veloci sti picciotti!!!

Così la nostra uscita è terminata assieme al gruppo riunito, dopo aver aspettato tutti i gruppi, atteso che tutti si vestissero ci rimettiamo in macchina per la birra di rito, qualche cosa da mangiare e poi verso la via di casa …



Notizia di Spitino (Gregorio)
Foto di Miglio

domenica 16 maggio 2010

15 Maggio 2010-Gola Secca (...e andiam di fratta in fratta, or congiunti or disciolti...)

Distintamente ricordo che ogni anno, all’uscita di gola secca, c’era sempre sole e temperature primaverili quasi estive ad allietare il nostro avvicinamento alla forra. Quest’anno invece (forse perché le ceneri del vulcano islandese “ejkdkjhshdihsih” stanno già mutando il clima del pianeta) l’uscita è stata accompagnata da una incostante e fastidiosa pioggerellina.

Tutti gli allievi hanno effettuato la discesa e chi ha potuto è risalito, mentre gli altri hanno sforrato per il più comodo sentiero.

La giornata si conclude con il sole che comincia a riscaldarci proprio quando stiamo tornando a casa ormai assammarati e l’imperdibile duetto di Simone e Claudia che dicono insieme “che orrore ho visto un ramarro marrone” (n.d.r. tutti e due hanno una lieve erre moscia nella pronuncia).

Classica birra e patatine al solito bar, che si presenta quest’anno in una veste rinnovata e poi rotta verso Palermo.

Notizia e foto di Ceres

venerdì 14 maggio 2010

9 Maggio 2010 - Zubbia Camilleri

Gruppo 'na su__no i miegghiu
Partendo da Palermo e arrivando con un po’ di fatica a trovare la strada per la Zubbia arriviamo “molto allegramente” allo spiazzo antistante la grotta, grazie ai potenti mezzi di cui ci ha dotato la tecnologia (balestre rinforzate, quattro ruote motrici e marce ridotte). Iniziamo a cambiarci e dividerci in gruppi. Il primo, gruppo ‘na suc—no i miegghiu, era capitanato da Alberto che poteva contare sull’aiuto morale di Samantha e dello scrivente; insieme a noi si muovono: Paolo (lo sposato), Angelo e Filippo (Gemelli Diversi), Bruno (lo hobbit) e Simona (la principessa).
Il primo pozzo è affrontato da tutti con sicurezza e poco dopo siamo tutti sul fondo, dove troviamo la fedele riproduzione del “piviere dorato” fatta di fango. Avevamo portato una corda in più per fare un traverso, ma questa alla fine non è servita e per fare un piacere ad Alberto (che è u chiu granni e s’avi a purtari rispiettu) decido di carruzziarmela per tutta la grotta.
Arriviamo al sifoncino, dove ricordavo che si doveva strisciare e poi allargandosi si cominciava a camminare, ma a quanto pare in un anno questo pezzo della grotta è molto cambiato, adesso la parte in cui si striscia è molto più profonda e riempita d’acqua (io che non sono di certo un nano mi sono bagnato le mutande, immaginate) e subito dopo parte il laminatoio molto più basso di quanto ricordavo. Viaggiamo verso il secondo pozzo, in cui i ragazzi, forse troppo infangati, decidono di farsi una doccetta con l’acqua presente in grotta. Poco fango per gli attentati quest’anno…
Il meandrino successivo è riempito da una consistente quantità d’acqua che Alberto percorre senza timore come un battello a vapore per le “Muddy Waters” del Mississippi,



io e quasi tutti gli altri optiamo per la strada dell’opposizione sfruttando la vicinanza e gli incavi del meandro. Siamo tutti all’attacco del pozzo della sala del geode/sala degli anelli/sala Pitagora/sala-tilla e scinni!!!
Scendiamo all’attacco dell’ultimo pozzo e aspettando il gruppo Drughi cominciando a spizzuliare qualcosa, subito dopo però arrivano i primi del gruppo che ci segue così decidiamo di mangiare appena usciti. Ultimo pozzo e poi via verso l’uscita.
I ragazzi escono dalla consueta via, io invece decido di uscire dalla risorgenza; ad un primo esame il livello dell’acqua non sembra tanto alto, penso: sarà soltanto l’acqua torbida, non può essere tanto alta! Cosa che invece viene smentita al secondo esame, l’acqua era abbastanza alta e l’uscita dal pertugio più vicino non era nemmeno tanto agevole a causa del materiale pseudo coerente che vi era alla base (si sciddicava i muoriti).
Alla fine ce la faccio e ritrovo il gruppo intento a crogiolarsi al sole; smorbata continua data dalla diffusa presenza di parietaria, e dopo ci avviamo alle macchine faticando non poco per l’acchianata.
Ci cambiamo, ci asciughiamo, aspettiamo il resto della combriccola e poi partenza alla volta di Palermo…che riusciamo a raggiungere non prima di aver ammirato la bellezza dei templi illuminati nella notte.


Gruppo Drughi
Come hanno già scritto i rappresentanti degli altri gruppi, dopo esser giunti allo spiazzale antistante la grotta, tra mille soste e peripezie, e dopo aver fatto le formazioni, siamo tutti pronti per la prima avventura ipogea dei ragazzi del corso di quest’anno. A noi tocca la seconda posizione e ci ritroviamo a scherzare davanti l’ingresso attendendo il libera del gruppo che ci precede, anche per smorzare la crescente tensione dei ragazzi, che più si avvicinavano più sudavano! Ma superato il primo shock da impatto col buio, il gruppo torna a scherzare in allegria e tranquillità. All’inizio stentiamo a trovare un nome adeguato, ma ritrovandoci a chiacchierare alla prima sala, aspettando che il gruppo 1 scenda il primo pozzo, ci troviamo tutti d’accordo sul nome: saremi i drughi.
“Ed eccoci là, cioè io Tappina e i miei drughi “…(ehm..forse mi sono immedesimata un po’ troppo!!!) : Ciccio, il Principe , Anto-nella (testo-nella), Luisa( film i tigno), Umberto (paolo limiti), Francesca(quella che parla cosììì) e Stefania.

http://www.youtube.com/watch?v=UAVvP-gmpok

Presi dall’entusiasmo, nell’attesa, cominciamo a rimembrare le scene più belle dei film IL GRANDE LEBOWSKI e ARANCIA MECCANICA, e con grande stupore ci rendiamo conto che qualcuno non li aveva mai visti e non sapeva di cosa stessimo parlando O_o …provvediamo subito ad aggiornarla e ci facciamo promettere che li avrebbe visti al più presto ( vero Francesca !?!?! )

http://www.youtube.com/watch?v=gp3DEU6zbaE&feature=related

Dopo qualche piccolo intoppo, risolto con un soccorso uomo ad uomo, anzi, uomo a donna, riusciamo a scendere tutti alla base del primo pozzo, si decide all’unanimità che il trasporto dello stracolmo sacco cibo spetti al Principe e così ci avviamo allegramente verso il secondo pozzo. Il percorso che ci aspetta è molto tortuoso, ci si ritrova a cambiare bruscamente posizione, ci sono tratti da fare in piedi, zigzagando lungo i meandri e subito dopo ci si ritrova proni a gattonare fino a strisciare nei bassi laminatoi, insomma un percorso divertente e sempre vario…talmente vario che io, che non tornavo alla zubbia da 2 anni , credevo all’inizio di essere in un’altra grotta…arrivati al sifone non avevo più dubbi…era tutto cambiato, niente era come lo ricordavo…incredibile rendersi conto di ciò, della forza straordinaria dell’acqua che nel giro di 2 anni riesce a sconvolgere in questo modo le morfologie della grotta, rendendola quasi irriconoscibile..che spettacolo!!
Superato lo shock del sifone allagato, ci ritroviamo infine a riprendere fiato all’attacco del secondo pozzetto, solitamente luogo di combattimenti sanguinari, ma sta volta, proprio grazie al lavoro svolto dall’acqua, praticamente privo di qualsiasi materia prima per fabbricare bombe, pochissimo fango e tante pietre: troppo pericoloso e poco divertente, riusciamo a mala pena a infangarci le facce con le dita sporche, e vabbè per quest’anno niente battaglie all’ultimo sangue…” ho visto morire i miei compagni con la faccia nel fango perchè io e lei potessimo goderci questo locale per famiglie!!!!!” [Walter]
Proseguiamo allegramente il nostro percorso all’inseguimento del gruppo 1 che ci precede e che da un po’ non si sente più nemmeno in lontananza, e di tanto in tanto I drughi, affamati di sapere, si fermano per qualche domanda geologica a cui Ciccio dà subito esaurienti risposte. Arrivati all’ultimo pozzo troviamo il primo gruppo quasi al completo che stava terminando la discesa, ci sistemiamo nella sala degli anelli e tra scherzi, risate e qualche principio di ipotermia attendiamo il nostro turno. Finalmente arriviamo alla base, ci attendono solamente gli ultimi meandri ed eccoci al pozzetto di risalita, lascio il gruppo e mi avventuro verso la risorgenza, l’avevo fatta 2 anni prima per il mio corso e volevo capire se anche quest’anno si poteva uscire senza problemi, ignara della precedente avventura di Ceres, mi inoltro sopra l’ultimo masso e dopo una prima analisi decido che l’acqua non avrebbe superato la vita (si trattava quindi di bagnarsi solo le mutande che ero riuscita a conservare asciutte fino ad allora!!!) ed essendo ormai fuori ne valeva la pena, quindi con molta tranquillità mi butto….praticamente in una piscina in cui l’acqua mi arrivava alla gola!!! Dopo le iniziali urla (l’acqua era gelida!!!), riesco ad uscire dalla piccola fessura triangolare, non senza qualche imprecazione ma ridendo come una pazza, sarebbe stata una scena troppo divertente da vedere…ma per fortuna me la sono goduta solo io!
All’uscita trovo il primo gruppo che ci attendeva crogiolandosi al sole, li raggiungo e condivido con Ceres le impressioni sulla nostra avventura da speleo-nuotatori, oltre a tutto il suo morbo che sputava mentre parlava!!! Appena tutti i drughi risalgono ci compattiamo e cominciamo la salita della collinetta, arriviamo distrutti alle macchine ma soddisfatti e felici, tutto è andato bene, ci siamo divertiti e siamo stati velocissimi!!!



Gruppo ScrikkiaNespole (‘nchia squatruni!!)
Formazione:
Elena, Stefania, Marco (detto “NonCiPasso” proprio in occasione), Claudia (..quella senza ErreMoscia..:)), Giorgina, Lombrellone e Stokka (detta anche ScrikkiaNespole…e qui si spiega il nome della squadra!)
Dopo la consueta pausa pregrotta per il cambio dell'acqua al grazioso casolare diroccato, la squadra scrikkia è pronta a partire in posizione numero 3!
Con tutto che ce la fissiamo 2 ore tra l’esterno e la prima sala, arriviamo all’attacco del primo pozzo, dove troviamo praticamente tutti..
Giorgina ne approfitta per farsi una dormitina, considerando che aveva passato la notte precedente a lanzare anche le budella!
Gli altri cominciano a raccontare i soliti aneddoti speleologici finchè a qualcuno viene un’idea grandiosa e realizza un grazioso “babbalucio” di fango…
Ed ecco che la vena artistica di ognuno di noi prende vita! Elefanti, giraffe, orsetti, maiali, brontosauri e specie non bene identificate (..vero Ponzio??:D) invadono la prima sala della Zubbia!
Oh..veramente complimenti a Daniele…ragazzi che manualità!!
(Per chi dovesse tornare alla Zubbia..lui ha fatto l’elefante e la giraffa, neanche a dirlo, sono i più belli di tutti!!....io ho fatto il brontosauro..erano ammessi anche animali estinti!*)
Finalmente arriva il nostro turno! La discesa procede tranquilla fino alla base del primo pozzo, dove ci accoglie Il “Piviere dorato”, e si prosegue più o meno tranquillamente tra meandri e laminatoi….(…i laminatoi me li ricordavo più alti…0_O). Estasiati da ciò che ci circonda proseguiamo fino a quello che io mi ricordavo essere un sifone secco….
SECCO??? Tutta l’acqua della grotta aveva deciso di riunirsi là!
Penso..Beh..allora, o abbiamo sbagliato strada (…ma come caz si fa a sbagliare strada alla Zubbia visto che ce n’è una sola!), o qualcuno ha deciso di combinarci qualcosa (…e anche questo è poco probabile…va bene lo scherzo ma ad allagare una grotta ce ne vuole!).
L’acqua è abbastanza alta ed il fondale morbido e instabile..basta poco ad arruciarmi fino alle mutande…Olé!**
Ma siccome siamo una squadra di duri che non si perde d’animo decidiamo di mangiare tutto quello che abbiamo nel sacchi per evitare di far bagnare tutto durante il passaggio!:D (“megghiu diri chi sacciu ca chi sapìa” dicitur..). Aspettiamo la squadra dei pezzenti e organizziamo una catena di montaggio che permette di far passare sacchi e personali oltre il sifone. Tra urla e si..anche qualche invocazione proseguiamo senza problemi fino alla risorgenza, aldilà della quale ci aspettano gli ultimi raggi di sole. Aspettiamo la squadra dei pezzenti e ci incamminiamo verso le macchine, dove ci attende il resto della compagnia.
Cazzeggio di routine e via verso casa…o almeno così si tenta di fare…
Forse perché stanchi o forse perché semplicemente siamo noi…il gruppo si disperde…chi va verso Sciacca, chi verso Agrigento, chi addirittura a poco arriva a Mazara del Vallo!!!...non so cosa esattamente sia successo...ma so che mi sono ritrovata a Porto Empedocle a mangiare arancine e tracannare birra con una bella compagnia!!!
Finisce così un’altra piccola avventura. Complimenti ai corsisti: un nuovo record per la Zubbia!

*n.d.r. la specie Brontosaurus excelsus (Marsh 1879) si ritiene decaduta e sostituita attualmente con la specie Apatosaurus ajax (Marsh 1877), per la regola della priorità.
**Tipica espressione usata dai Toreri Madrilensi.

Guppo pizzienti
La mia squadra denominata "i pizzienti" composta da me, Ponzio e Sebastiano come aiuti e Daniele, Claudia, Alessia e Ciccio come corsisti siamo stati gli ultimi ad entrare.
L'attesa è stata lunga soprattutto al primo pozzo e per passare il tempo abbiamo cominciato a fare animali col fango, si passava dalle splendide creazioni di Daniele alle palle di fango di Ponzio che abbiamo scoperto avere la manualità di un rinoceronte. Scendiamo abbastanza velocemente e senza grossi problemi eccetto il sifone che ha lasciato tutti a bocca aperta, ancora mi rimbomba in testa la frase di Daniele ".....e io ho pagato per questo!". Usciamo e ancora c'è luce, ad aspettarci una manata di sterco senza eguali...



Notizia di Ceres, Tappina, Stokka e Simone
Foto di Miglio (L'infiltrato)

Palestre degli incontri

Si sono concluse le palestre di roccia previste nelle attività pratiche deli Incontri sulla Speleologia 2010 per studenti e laureati della Facoltà di Scienze MM.FF.NN.



martedì 4 maggio 2010

Incontri sulla Speleologia 2010

Sono partiti il 23 aprile gli Incontri sulla speleologia 2010.
Anche quest'anno l'organizzazione è in collaborazione con il Dipartimento di Geologia e Geodesia dell'Università degli Studi di Palermo, e anche quest'anno si è registrato il pienone... con 20 persone iscritte.