venerdì 31 agosto 2007

Zubbia Landro 30.08.2007

Di notte leoni e di giorno cogl….si diceva una volta….Passo a prendere Nemo alle ore 6,45, il pargolo si è addormentato e scende alle ore 7,10….arriviamo all’appuntamento con Caldarella e partiamo per Montallegro, dove ci aspettano MarcoV e Sara (G.S.Belpasso).
Appena ci ricongiungiamo, ci spostiamo verso una valle cieca che Marco aveva individuato durante uno dei suoi giri.
A metà strada lasciamo la Caldarellamobile perché la strada non è delle più comode, carichiamo l’attrezzatura sul fuoristrada di Marco e raggiungiamo comodamente il luogo prescelto.



Prima operazione della giornata è disboscare la macchia di rovi che ci impedisce di accedere alla cavità presente alla fine della valle cieca. Dopo vari tentativi i rovi non mostrano cedimento alcuno e noi decidiamo di calarci da una paretina per aggirarli.




La roccia presente non è delle migliori per piantare chiodi e quindi optiamo per un comodissimo armo umano: Caldarella e Nemo seduti per terra ben puntellati con i piedi sul terreno, nodo “coniglio” con le due asole attorno alla vita dei due. Mi calo, fidandomi soprattutto della tenuta offerta dal peso e dalla grande superficie di attrito sul terreno della “cachiera” di Caldarella, ed evito i rovi. Entro a dare un’occhiata alla cavità, che si sviluppa, nella sua prima parte, fra enormi blocchi di gesso. Finalmente dopo un bel laminatoio e qualche arrampicata, inizia un bel meandro scavato dall’acqua….dopo qualche metro però il tetto si abbassa ed il fondo della galleria è piena di fango ed acqua. Forse si potrebbe passare, ma bisognerebbe strisciare e farsi il bagno in quella fanghiglia. Torno indietro ed aspetto che Marco e Sara scendano per effettuare il rilievo della grotta. Una volta scesi, iniziamo il toto nome della grotta… alla fine la spunta Zubbia Landro, dal nome del piano in cui si apre la grotta, poi rileviamo fino al punto esplorato e decidiamo che per il momento non vale la pena immergerci. Nel mentre sopra di noi Caldarella da il meglio di se, facendosi la runfuliata che non gli avevo permesso di fare il giorno prima all’Abisso del Vento. Risalgo e do il cambio a Nemo, che scende per andare a vedere la grotta. Dopo circa 20 minuti risalgono tutti e tre, e con mio grande stupore Nemo è abbastanza pulito….pensavo che Marco l’avrebbe “convinto” ad immergersi ed a passare oltre il punto dove ci eravamo fermati…ma si vede che si è lasciato commuovere ed ha desistito. Ci cambiamo e ci dirigiamo verso il paese di Montallegro alla ricerca di un bar. Entriamo e ci sollazziamo con pizza, patatine, dolci vari e l’immancabile birrozza. Alle 14,30 noi ripartiamo per Palermo, mentre Marco e Sara vanno a controllare qualche altra cavità precedentemente individuata.



Continuando il giro a gruppo dimezzato, ci dirigiamo verso Cattolica, per poi proseguire in direzione Raffadali.
Presa una "bella" e "comoda" trazzera, raggiungiamo il Ponte Borangio, un piccolo traforo che in poche battute topografiche rileviamo.
Proprio accanto il traforo, si apre una piccola cavità, che rileviamo in poche battute, interessante perchè si apre nella cerniera di una piega a scatola nel gesso.



Continuando le nostre perlustrazioni, anche se fiaccati dal gran caldo, raggiungiamo un'altra zona interessante, dove avevo notato due valli cieche parallele.
Purtroppo la prima è stata otturata, mentre la seconda ha resistito ai tentativi di chiusura.
Infatti le acque hanno continuato il loro percorso, incidendo e scavando e inghiottendo buona parte della copertura che è stata messa sopra.
Arrivati al bucone, proprio al fondo della valle cieca, ci mettiamo ad arrampicare tra i depositi di argilla dentro un bel pozzo scavato dalle acque... fino all'amara sorpresa.
Proprio alla base del pozzo la grotta chiude con un sifone... haaaa!!!



Notizia di Leo e MarcoV
foto di MarcoV

Abisso del Vento 29.08.2007

Partenza ore 7,00; presenti io, Caldarella, Gebedia, u’Spinciunaru, Nemo, Stokka, Silvia, la Capra e Però….un esercito!!!! Nemo è irriconoscibile, peserà 2 Kg meno…si è tagliato quel mazzo di capelli, che aveva in testa da chissà quanto tempo! Qualcuno non si fida sulla sua identità e propone di lasciarlo a piedi. Poi, mossi a compassione dal suo sguardo decidiamo di portarlo con noi. Arriviamo ad Isnello, prendiamo la chiave della grotta e ci imbrachiamo. Mi dirigo verso l’ingresso della grotta con qualche timore…lascio indietro Caldarella e Fiocco di Neve (la Capra: ricordate la capretta di Heidi???) famosissimi per il loro senso dell’orientamento!!! Comunque sia, riescono anche loro a trovare la grotta…stanno migliorando. Nell’antro iniziale troviamo subito una bella sorpresa: due belle scarburate, fresche fresche...ma dico io, siamo nel 2007, non si fa altro che parlare di salvaguardia e difesa dell’ambiente, in ambito speleologico tutti sanno i danni di una scarburata….ma che ca… ci vuole a portarsi dietro un sacchetto di plastica in cui mettere lo carburo e poi portarselo indietro?!?! Forse era troppo peso?!?!

Armo il primo pozzo sul lato destro, poi arrivati al P35, altra sorpresa… la corda (circa 20 metri di corda Edelrid da 10mm NUOVA) lasciata, sul traverso sopra il terrazzino, dal CNSAS qualche mese fa, non c’è più. Per la cronaca era stata lasciata lì per facilitare e rendere più sicuro l’armo dei numerosi gruppi speleo che frequentano la grotta…era di TUTTI!!! Ora solo di qualcuno!!! 20 METRI di corda, non 200 metri!!!! MAH!!! Chiaramente la fettuccia lasciata nella clessidra sotto il suddetto traverso ed il cordino all’ultimo frazionamento del P35, anche loro finiti nel magazzino di qualcuno!!! Pazienza!!!
Arrivati giù, proseguiamo: saltino in mezzo ai massi, pozzo Tartan e traversi…qua le corde le hanno lasciate, forse era troppo difficile portarle via…e poi se si torna in quel tratto di grotta come si fa a rimetterle?!? DIFFICILE!!!!
Lungo i traversi Però riesce a perdersi il casco, che con qualche imprecazione, gli viene recuperato da Caldarella. Pozzo cascata e ci fermiamo nella sala del geode per ammirare dei bellissimi cristalli di calcite…attenzione: di bassa temperatura fa notare u’ Prufessuri…ma perché??? Perché in grotta c’è freddo, fa notare qualcuno!!! Vabbè, stendiamo un velo pietoso ed andiamo avanti.

Ramo delle faglie…arrampicate varie e finalmente Sala delle “Linfomane”. Ci sediamo e ci rifocilliamo…

Cristina tira fuori dal sacco due contenitori: frittatine e pasta sfoglia con formaggio e prosciutto….ripuliamo per bene i due contenitori, ringraziamo Silvia e Cristina per il lauto pranzo, u’Spinciunaru promette che la prossima volta porterà lo spincione per tutti (staremo a vedere; altrimenti la punizione sarà tremenda!!!), cazzeggiamo ancora un po’, e poi, prima che Caldarella inizi la sua attività preferita (DORMIRE!!!), formulo la fatidica domanda: “chi vuole disarmare?”…si propongono solo le due fanciulle, i maschietti pappamolle e scansafatiche iniziano a risalire…altro che speleoseghe!!!!

Lungo il ramo delle faglie la Capra decide di affettarsi il palmo di una mano con una lama di roccia….sangue, sangue, poi cerottino, guanto e bacino sulla bua!!! Hihihihi!!!! Fortuna che la grotta è già abbastanza rossa ed il sangue lasciato dal povero Mauro non si nota. Abisso del vento 2, Mauro 0. Di notevole pregio e fattura la borraccia “zebrata” che Mauro sfoggiava attaccata all’imbraco (vedi foto).

Alla base del P35 il collezionista di ossa (Gebedia), scavando un po’ trova lo zoccolo di una capra… avrebbe sicuramente trovato e tirato fuori tutto l’animale se avesse avuto un po’ di tempo. Accertatici che non si trattava del piede di Mauro, risaliamo gli ultimi due pozzi…ognuno con la propria tecnica…qualcuno maligna sulla tecnica della “fiatella” usata dallo Spinciunaru, ma alla fine l’importante è risalire. Prima di affrontare l’ultimo pozzo ci fermiamo al ramo dei laghi, o del topo, per le ultime foto.
Le ragazze, un po’ stanche, riescono anche loro dopo il lungo disarmo a guadagnare l’uscita, alla faccia dei maschietti che sono saliti senza sacchi e senza pesi.

Notizia di Leo
Foto di Gebedia, Leo e u'Spinciunaru

venerdì 24 agosto 2007

Risorgenza di Monte Conca 24.08.2007

Presenti: io, MarcoV, Gebedia e Sandro. Arrivati all’interno della Riserva Naturale Integrale di Monte Conca, posteggiamo in zona “Ponte Romano” e ci prepariamo.

Sandro si accorge di essersi dimenticato a casa le batterie per l’illuminazione del proprio casco e per evitare la gogna in pubblica piazza ci offre alcune leccornie di tipo dolciario…pazienza entrerà senza illuminazione. Oltre a visitare la risorgenza, altro scopo dell’uscita è campionare le acque che la percorrono. Una volta guadato il fiume Gallo d’Oro, superiamo un fitto canneto e finalmente entriamo in grotta. Viste le alte temperature di questi giorni, lo sbalzo termico fra esterno ed interno è notevole e direi anche piacevole. Appena entrati ci fermiamo per prendere dei campioni di acqua, poi ci dirigiamo verso la parte terminale della cavità, dove effettuare un altro prelievo di acqua. La Risorgenza è formata da una galleria attiva, sempre allagata, e da una galleria relativamente asciutta, che viene allagata solo durante le piene. Durante l’attraversamento di un laghetto le due scolopendre (Gebedia e Sandro), ancora accaldate, decidono di rinfrescarsi i piedi allagandosi gli stivali.

Lungo il cunicolo, i due provano anche a sbagliare strada, indotti da una luce che proveniva da un cunicolo secondario…ben presto però si accorgono che il cunicolo stringe e tornano indietro, non senza aver recuperato prima, il casco di Marco…finito lì chissà in che modo?!?
Arrivati alla fine della grotta armiamo velocemente un pozzetto, in cui mi calo per campionare le acque presenti alla sua base.


Rispetto ai periodi di piena il livello dell’acqua è veramente basso, tant’è che riesco a scorgere un bel tratto di galleria, solitamente colmo d’acqua. Raccolti i campioni d’acqua, ci dirigiamo verso l’esterno…al guado del fiume approfittiamo per lavarci un po’…ogni tanto si deve pur fare…sigh!!!

Lungo la strada del ritorno ci fermiamo in un bar per rifocillarci con panini, birra e gelato.

Notizia di Leo
Foto di MarcoV

Gola Secca 23.08.2007

Tutti puntuali all’appuntamento (ore 7,30),…non succede mai! Io, Nemo, Gebedia e Sandro. Ad Altavilla recuperiamo Però e ci dirigiamo verso la meta di quest’oggi: la parte bassa di Gola Secca (Madonie). Superato il paese di Campofelice di Roccella ci accorgiamo che tutto il paesaggio intorno, fino sopra Collesano, sta bruciando o è già bruciato. Ancora una volta l’uomo riesce in pochi minuti a distruggere quello che la natura ha costruito in tanti anni. Superato il bivio Mongerrati il paesaggio è, fortunatamente, quello di sempre. Raggiungiamo velocemente il luogo dove solitamente lasciamo le auto e ci imbrachiamo. Prima però assistiamo allo sdolcinato scambio di regali fra il collezionista di ossa (Gebedia) ed il collezionista di carogne (Però). L’uno ha portato in dono uno scrafagghio morto (non so di quale specie) confezionato dentro un barattolo di vetro, l’altro delle ossa concrezionate, dentro una più spartana confezione, costituita da un sacchetto di plastica trasparente.
Finalmente, dopo i convenevoli, ci incamminiamo verso la gola. La prima parte è facilmente percorribile se non fosse per la presenza di diverse piante di rovi. Arrivati alla prima verticale (all’incirca 40 metri), Nemo fila la corda dentro il sacco…poi con delicatezza gli faccio notare che non l’ha filata bene e quindi gli do una mano ad uscirla nuovamente dal sacco, per fargliela rifilare di nuovo :))).
Il pozzo si presenta come uno scivolo molto inclinato sul cui lato destro si può apprezzare distintamente la successione degli strati di roccia. Armo su di un albero, poi su una radice, metto un fix per un deviatore e siamo giù. Alla sua base la gola è completamente invasa da mosche, tafani, moscerini e da qualsiasi altro tipo d’insetto ronzante e fastidioso. Al nostro passaggio gli insulsi insetti si alzano in volo dando luogo ad una sinfonia ronzante veramente fastidiosa.
Comunque sia, raggiungiamo il secondo salto, anche questo mette ben in evidenza gli strati rocciosi.
Mettiamo un fix…traverso…attacco su un albero…fraziono con un fix e scendiamo su di una bellissima superficie di strato…dopo circa 10 metri siamo alla sua base. Qualche altra arrampicata fra i massi, altri rovi, un piccolo salto (5 metri), tafani in quantità ed in breve raggiungiamo la confluenza con il Vallone Madonie.

Questo si presenta percorso da un torrente d’acqua… e noi approfittiamo per rinfrescarci un po’, e rifocillarci con un lauto pranzo.
Sazi e addolciti dal dolcino, gentilmente offertoci da Sandro, iniziamo la risalita, Nemo si offre “volontariamente” di disarmare e così, velocemente, siamo fuori dalla gola.
Sistemati gli zaini in macchina, ripartiamo verso casa, ma al bivio Mongerrati le fiamme sono vicino la strada…la strada verso Isnello è chiusa, fortunatamente per noi quella per Collesano è ancora percorribile, anche se pure questa, lambita dalle fiamme. Ci fermiamo a Collesano per il solito “birra e patatine”….poi finalmente verso casa.

Notizia di Leo
Foto di Leo e Gebedia

martedì 21 agosto 2007

Monti Sicani 20.08.2007

Partiti di buon’ora (ore 7,00) alla volta dei Monti Sicani, dove avevo individuato da diverso tempo delle grotte, io e Nemo abbiamo subito la prima brutta sorpresa…le prime due cavità, raggiungibili con una breve calata in parete, sono all’interno di un’area chiusa dalla Soprintendenza dei BB.CC. per la presenza di alcuni siti archeologici. Decidiamo quindi di rivolgere le nostre attenzioni verso un’altra cavità poco distante ed accessibile dopo una breve camminata.
La cavità si presenta con un primo grande ambiente, sicuramente utilizzato da qualche pastore per ricoverare le pecore, e prosegue con un secondo ambiente poco più piccolo, dove invece delle pecore, soggiornano una quantità sterminata di moscerini. La grotta al suo interno presenta diversi speleotemi fra cui alcune colonne di grosso diametro.
Usciti dalla grotta decidiamo di fare un giro attorno ad essa, per cercare qualche altro ingresso, ma senza successo.
Tornati alla macchina andiamo a fare un po’ di ricerca in esterno in una zona poco distante, ma dopo circa un’ora di scarpinare in un area intensamente carsificata, l’unica cosa che otteniamo è una bella puntura di insetto (forse una vespa) sul braccio di Nemo.
Ci spostiamo nuovamente con la macchina per fermarci all’attacco di una gola, sulle cui pareti si aprono alcune cavità…tutte naturalmente chiudono dopo alcuni metri…e che culo!!! A quel punto decidiamo di percorrere la gola, senza che Nemo disdegni le more ed i fichi, che crescono alla base della gola.
Dopo un primo salto di qualche metro, con alla base un laghetto, il suddetto culo, ci porta dal cielo un breve scroscio d’acqua. Armiamo il salto successivo (sempre con alla base un laghetto) con un chiodo da roccia…il tempo di scenderlo ed un nuovo scroscio d’acqua, questa volta più lungo, torna a “deliziarci”. Ora davanti a noi abbiamo un laghetto lungo alcuni metri ed abbastanza profondo da farci il bagno. Decidiamo di aggirarlo arrampicando sulla sinistra dove è presente una cengia. L’arrampicata non è delle più semplici, visto che l’acqua caduta, ha reso la roccia viscida al punto giusto per fare un bel tuffo…fortunatamente (ogni tanto non guasta) riusciamo ad aggirare il laghetto senza tuffarci dentro…da quel punto in poi la gola si apre un po’ ed è tutta percorribile con piccole arrampicate…se non fosse per i rovi che vi crescono all’interno e che allietano la nostra progressione. Arrivati all’uscita abbastanza umidi (direi bagnati) e visto l’orario decidiamo di tornare in fretta verso la macchina, ma la nostra progressione è notevolmente rallentata dall’ingordigia di Nemo, che si ferma ad ogni passo per mangiare fichi e more selvatiche. Lungo la risalita, sempre il suddetto culo, ci allieta con un’altra pioggia…ma questa volta non di acqua (troppa grazia Sant’Antonio), bensì di pietre!!! Le piogge precedenti hanno sicuramente reso instabili le pareti sopra di noi, che ora scaricano qua e là, pietre della dimensione di un pugno chiuso….riusciamo comunque ad uscire dalla gola senza ulteriori complicazioni.
Il rientro a casa, “fortunatamente” va liscio come l’olio!!!

Notizia e foto di Leo

domenica 19 agosto 2007

Addaura 19.08.07

presenti all'uscita sebastiano e alberto t. ,nico p. ,alberto
s.silvia, giorgia,cristina, massimo f. , marco l. , pedro.



Grottata per gli speleo schiffarati della settimana di ferragosto; è stato bello e ci siamo divertiti.

Raggiunto il fondo abbiamo fatto una breve pausa per uno spuntino, (la merendina di silvia le mandorle zuccherate della sorella di marco, a proposito un sentito saluto dal sottoscritto ed un grazie sono state gradite.

Al ritorno le ragazze hanno tanto insistito per accompagnarci fino a fuori e dimostrarci il loro spiccato senso dell'orientamento; all'uscia dalla grotta foto di gruppo, a proposito di
foto marco le ha fatte ne vedrete delle belle nel blog di speleopetra.

Morale: meno male che erano presenti le ragazze almeno siamo usciti
subito senza doverci rompere le palle a cercarci l'uscita.

Vi saluto come al mio solito MANCU A MUORTI NNNN'AMMAZZA ciao a tutti e non
crepate d'invidia ci saranno altre opportunità.

notizia di Alberto

lunedì 13 agosto 2007

Zubbia Camilleri 10.08.2007

All’appuntamento a Palermo tutti puntuali (Nemo, la Stokka, Silvia O., Mauro la Capra, Alberto S., Alberto T., Però)…tranne me! (ogni tanto posso ritardare anche io?!?). Arrivati a Cattolica Eraclea ci ricongiungiamo con Marco V., Zizzu e Sara del G.S.Belpasso, che ci aspettavano lì, già da una buona mezz’ora. Ci cambiamo velocemente e ci dirigiamo verso l’ingresso della grotta. Davanti l’ingresso si crea un po’ di confusione: la Capra si è perso la bandana (che fortunatamente ritrovo), e la Stokka e Nemo il discensore (anche lì intervengo io….ne avevo due in più attaccati al mio imbraco!! Vedi caso!). Vista la calda giornata, guadagniamo rapidamente l’ingresso per godere della frescura interna . Decidiamo di dividerci in due gruppi: Marco e le fanciulle (Cristina, Silvia e Sara) restano indietro per fare foto lungo la grotta, mentre io ed i fanciulli (Nemo, la Capra, Alberto T., Alberto S., Però e Zizzu) andiamo avanti. Appuntamento lungo la galleria finale.


La discesa procede tranquilla e senza intoppi…ci dilettiamo a fare qualche foto e ad osservare le bellissime morfologie della cavità. Superiamo qualche vaschetta piena d’acqua ed ognuno, a suo modo, si esibisce in passaggi “acrobatici” per non finirci dentro (avevo intimato di non sguazzarci dentro :)).


Il clima sereno, allegro, ma soprattutto di fraterna amicizia che si era creato si va guastando con qualche innocente scherzo lungo i passaggi più stretti. Arrivati all’ultimo pozzo la solita sfortuna…"fuori piove" (???) e dentro qualcuno si becca l’acqua :)…poco male ormai siamo quasi alla fine.

L’ultimo pozzo è di una bellezza indescrivibile…la stratificazione dei gessi crea un effetto ottico di rara bellezza. La galleria finale è un bel meandro alto, con il fondo a tratti fangoso ed a tratti ghiaioso, percorso da un piccolo torrente. Scesi tutti nella galleria finale la percorriamo prima verso monte in direzione della sorgente e poi verso valle, dove si trova l’uscita. Alcuni di noi nel percorrere la galleria vengono investiti da strane onde anomale, che oltretutto vanno in direzione opposta al verso dell’acqua…mah!!! Scherzi della Natura….anche se nessuno di noi è soprannominato “Natura” :). Soddisfatti e “rinfrescati”, decidiamo di aspettare il “gruppo foto” rifocillandoci con qualcosa da mangiare…non tutti però, qualcuno ha affidato il proprio cibo al gruppo foto…aihaihai!!!
Nel frattempo Mauro viene avvicinato da una rana, che con un salto, tenta di baciarlo in bocca nella speranza di trasformarsi in un principe/essa azzurro (o forse sperava che fosse Mauro a trasformarsi in una rana?!?)…comunque sia le capre e le rane non fanno pane…e la loro storia d’amore finisce ancora prima di iniziare. Quando finalmente arriva il sacco cibo, approfittiamo delle buonissime frittatine di Cristina e dei restanti panini…tutti con chiari segni di azzannamento (MarcoV docet). Spazzolato tutto il commestibile, ci dirigiamo verso il sifone finale, dove sul tetto della galleria è presente una apertura con una corda, che ci permette di uscire senza dover ripercorrere la grotta in senso inverso o attraversare il sifone in apnea. Giunti all’esterno, affrontiamo una ripida salita sotto il sole per raggiungere le macchine e concludere la giornata.

Notizia e foto di Leo

lunedì 6 agosto 2007

Inghiottitioio di Monte Conca 02/08/2007

I partecipanti all’uscita (Alberto S., Alberto T., Metrocubo, Nemo, Però ed io) si presentano tutti puntuali alle ore 7….e questo doveva già mettermi in guardia…c’era qualcosa di strano nell’aria. Lo spostamento lungo la Pa-Ag procede bene sino a destinazione, se non fosse per uno scriteriato che decide di superare un camion, invadendo completamente la nostra corsia di marcia e costringendo la mia auto e quella di Però “nell’agnune” rimasto a destra…la giornata prendeva una piega strana. Infatti arrivati a destinazione e trovata una degna collocazione per le auto (visti i frequenti incendi dei giorni precedenti), il magazziniere del gruppo (quel gran bastardo) comunica che aveva “accidentalmente” scordato i moschettoni d’armo…secondo alcuni, era tutta una manovra per evitare di scendere in grotta e quindi di usurare il materiale di gruppo. La delusione sul viso dei partecipanti era notevole e quindi decido di andare a farmi un giro nelle vicinanze per raccattare il raccattabile. Torno dopo circa una mezz’ora con ben 4 moschettoni (3 in lega senza ghiera ed 1 in acciaio con ghiera!!!!), recupero ben 3 moschettoni dal fondo del mio zaino ed altri 4 fra gli zaini degli altri. Totale 11 “nuovissimi, luccicanti e soprattutto sicurissimi” moschettoni: 6 con ghiera e 5 senza. Calcolando che la scheda d’armo prevedeva 24 moschettoni, decido che con 11 possiamo armare “tranquillamente” tutta la grotta…alla faccia del magazziniere.





Finalmente entriamo in grotta e con qualche gioco di prestigio riusciamo a scendere fino al fondo. Il regime idrico della grotta è pari a zero, neanche un po’ di stillicidio. Lungo la progressione Però ci illustra la fauna presente in grotta: schippiuni d’acqua, sanguisughe e scrafagghi vari. Dopo un breve giretto nella galleria finale ed un lauto pranzo alla base del quarto pozzo decidiamo di risalire…



...nell’ordine: io, Nemo, Alberto S., Però, Metrocubo ed Alberto T.. Quando arrivo alla sommità del quarto pozzo comunico che probabilmente fuori piove perché il regime idrico della grotta sta leggermente aumentando…infatti i tre che salgono dopo di me, si bagnano sotto cascata!! Quando decido di avviarmi verso il terzo pozzo il regime idrico improvvisamente ritorna a zero….boh! forse fuori a smesso di piovere, ma riinizia giusto giusto (vedi caso) quando, sempre i tre di prima, iniziano la risalita del terzo pozzo (secondo me portano sfiga).


Insomma, chi un po’ più fracico, chi un po’ più asciutto, ma sicuramente infangati e soddisfatti, guadagniamo l’uscita, accorgendoci che del maltempo non era rimasta traccia!!!




Il rientro a casa è allietato dal consueto stop per birra e patatine.

Notizia e foto di Leo