venerdì 26 dicembre 2008

Grotta delle 7 camere – 24 Dicembre 2008

Partiamo da casa mia verso le 8.30, armati di buona volontà per vedere questa benedetta grotta delle 7 camere. La volta passata è stata infruttuosa, ma questa volta abbiamo la “mappa”. Cercando dove questa segnalava ci siamo accorti che la grotta era proprio sotto i nostri piedi. Entriamo, Simone mi fa sempre la cortesia di farmi armare e giù; primo pozzo, secondo pozzo, TERZO POZZO.

Quest’ultimo era profondo solo 3 metri, ma la grandezza certo non aiutava ne in discesa ne in risalita. Facciamo un giro per vedere se c’erano delle altre vie, ma niente, tutto chiude. Cominciamo a uscire, arrivati sotto il primo pozzo, scendiamo per un altro pozzettino che si apre a destra. Lì vediamo una spaccatura, mi infilo (moralmente aiutato da Simone che mi diceva che “la strada giusta si ricorda che era per di là”), alla fine passo, riuscendo a districarmi in quella infida strettoia in cui per alcuni istanti ho pensato di rimanere bloccato. Mi ritrovo sotto al secondo pozzo, sudato come un crotalo. La cosa bella è che per tornare mi scocciava aspettare che il mio fido compagno d’uscita montasse la corda e allora mi sono infilato nuovamente per la strettoia.
Era il giorno delle strettoie mi sà. Siamo fuori verso mezzogiorno. Ci cambiamo e io poso le chiavi di casa, che erano nei pantaloni, sul tetto della macchina. Ci mettiamo in moto e partiamo per cercare la grotta dei laghetti, facciamo un bel pezzo di strada; salite, discese, curve non proprio dolci e tratti certo non asfaltati. Alla fine della strada, sulla cima della montagna, incontriamo una serie di contadini (?) a cui chiedere indicazioni. Questi ultimi stranamente guardavano sul tetto della mia macchina, ma io non capivo, alla fine uno mi fa: ci sono delle chiavi sul tetto. Scendo, guardo e mi rendo conto che erano le mie chiavi di casa. Babbo Natale mi ha fatto un regalo. Come ha fatto quel mazzo di chiavi a non cadere dal tetto resterà un mistero, come bigfoot e il mostro di loch ness, ed è giusto che come tutti i misteri rimanga tale. Siamo a Palermo per le 14, adesso manca solo lo zubbietto e poi le grotte della zona le abbiamo viste tutte.

Partecipanti:
Simone e Ceres

Notizia di Ceres
Foto di Simone e Ceres

sabato 20 dicembre 2008

20 Dicembre 2008 - Grotta delle 7 camere (Like The Puddicini)



NO COMMENT!!!

Partecipanti:

Simone

Ceres

Walker

U pasturi

venerdì 12 dicembre 2008

Zubbio di Pizzo Neviera - 8 dicembre 2008

Si parte alle 8.30 da casa mia in direzione Belmonte Mezzagno, meta della giornata, lo Zubbio di Pizzo Neviera. Simone deve fare delle misure con strumenti dal nome ambiguo (vaisala) e Piero verificare la presenza e il numero dei suoi amichetti pelosi (non pensate male sono i pipistrelli).
Carichiamo tutto in macchina e partiamo, se non prima di avere attirato l’attenzione dei panificatori sotto casa mia che mi vedevano filare la corda e si chiedevano, ma chi min… fà cchiddu?
Siamo in loco verso le 10.00, ci cambiamo e Simone fa la telefonata di rito prima di entrare in grotta, ma caso vuole che siamo in una zona d’ombra e il telefonino non prende. Allora tutti imbragati e con la cintura di sicurezza (i cosi ra vita non si possono mai sapere) riprendiamo la macchina e percorriamo la strada a ritroso fino a che si riesce a chiamare per avvertire di dove e chi eravamo.

Arrivati sul bordo del pozzo Simone mi fa la cortesia di farmi armare, ma essendo una cosa nuova per me, inizio una discussione su questo argomento con Piero.
Clessidra, bolina, primo spit, secondo spit (ma pikkì proprio ddà?), arrivati a questo punto il buon Xò mi suggerisce di fare un “dai e vai” sull’albero e io rispondo: mi dispiace ma oggi non mi sono cambiato l’intimo, se lo vuoi, a tuo rischio e pericolo. Poi mi spiega che è una tecnica d’armo, ma io preferisco un buon vecchio deviatore con fettuccia sul ramo di un albero. Terzo spit, scampanata e tiro nel vuoto di una decina di metri. Siamo sul fondo.
Nel mentre che Simone fa le sue misure, io e Piero entriamo in grotta e sorpresa generale c’è un pipistrello!!! Si cerca di fotografarlo ma i mezzi a mia disposizione sono molto scarsi, rapido giro per vedere una via in alto e poi tutti fuori. Prima di andare passiamo a vedere l’entrata dello Zubbietto e da lontano la parete dove si trova la grotta delle sette camere. Torniamo a casa per le 13.30 con la promessa di tornare quanto prima in queste grotte.

Partecipanti
Ceres, Simione, Xò

Notizia di Ceres
Foto di Ceres e Simione




martedì 9 dicembre 2008

Pietra Selvaggia - 6 Dicembre 2008

Finalmente dopo settimane di blocco delle uscite causa maltempo, riusciamo ad organizzare un uscita “a sguazzo”. Anche se l'appuntamento è alle 8.30 entriamo in grotta alle 10, tra ritardi ed errato luogo d'appuntamento(qua ci colpo io). Ceres è il primo a scendere, ma è bastato scendere un paio di metri per vedere sbucare da una piccola cavità del pozzo due allocchi che ci volano a un metro dalla testa e presa dall'euforia anche la maniglia di Ceres pochi minuti dopo ha deciso di imitare gli allocchi e farsi un volo di 20 metri!

Io sono il secondo a scendere, perdo un po' di tempo per prendere delle misure, dopo circa mezz'ora siamo già tutti alla base del primo pozzo. Ci dirigiamo lentamente verso il secondo pozzo, siamo tranquilli e non abbiamo fretta anche se avevamo deciso di arrivare fino in fondo.
Ma....siamo troppo tranquilli, ancora neanche è uscito un po' di “schifazzo”, per fortuna c'è Maddalonza che con molta ingenuità (o forse perchè ha dimenticato quanto siano sensibili gli speleologi) parla di intimità con Antonio, ovviamente è stata massacrata a turno da tutti, eravamo in zona strettoia quindi non aveva neanche la possibilità di scappare alle nostre domande invadenti...

In un paio di ore, arriviamo al vecchio fondo, quello dove si arriva per i corsi per intenderci, dopo un breve e rispettoso saluto alla ciocca di capelli di Silva ci fermiamo per un veloce pasto.
Dopo poco proseguiamo per “la via dei pozzetti” a molti sconosciuta, io in realtà man mano che scendevamo cominciavo a ricordare di esserci stato, ma tutti rimaniamo a bocca aperta appena cominciamo a scendere nel penultimo pozzo, è veramente immenso e ci accorgiamo scendendo di avere sopra la testa dei blocchi che in linguaggio scientifico definirei “appizzati ca sputazza”. Finalmente siamo al fondo, manca solo un piccolo pozzetto da 8 metri, non tutti scendono perchè ci accorgiamo che si è fatto davvero tardi. Mentre i primi cominciano a salire, per educazione presento la mia chiave d'armo a Tappina, mi è sembrato rispettoso farlo. Ovviamente lei sarà l'ultima a lasciare il fondo della grotta. In risalita Giorgina si lamenta, accusa dei dolori alla spaccazza....chissà cosa intendeva....

In fase di disarmata siamo un po' lenti, alle 19.30 escono i primi, mentre io Giorgina e Tappina siamo fuori più di un'ora e mezza dopo....
Siamo tutti stanchi ma soddisfatti.

Partecipanti
Simone
Ceres
Tappina
Giorgina
Maddalonza (Catarina)
Antonio

Notizia e foto di Simone

mercoledì 5 novembre 2008

Palestra Sferracavallo - 02 Novembre 2008

Dopo anni di esperienza di palestre “sutta l'acqua” ho capito che forse è meglio che non sia io ad organizzare, incarico quindi il Segretario Amministrativo del Sottogruppo Speleologico SpeleoSterco(U Ceres). L'appuntamento è alle 9 in parete, al mio arrivo trovo sul posto Ceres le due Simone e l'uomo che tutti stimiamo per aver sboccato nelle scarpe di Silvia, u Sfinciunaro. Ci vestiamo, e

subito le due Simone cominciano ad esternare i loro dubbi sul giusto posto degli attrezzi.... Siamo giunti al momento preferito da Sfincio “L'acchianata”per andare ad armare, la giornata è splendida( perchè non ho organizzato io), il sole, il mare. Devo dire che la palestra di sferracavallo offre sempre scorci di una bellezza unica, resto sempre incantanto e me ne rendo conto soprattutto dal fatto che ogni volta che vado ad armare faccio sempre la stessa foto. A me il compito di armare il traverso, Sfncio arma la prima campata e Ceres la seconda. La componente femminile dell'uscita rimane giù a

prendere il sole, ascoltare musica e a lamentarsi della nostra lentezza ad armare, non sapendo che la nostra lentezza era dovuta al solito problema, che scientificamente parlando definirei “Spit attuppati”....Quasi dimenticavo dell'innovazione dello Speleosterco!Le ricetrasmittenti, un nuovo modo per non rinunciare a cornutiarsi anche quando si è lontani!Arrivati giù,ci organizziamo per seguire almeno i primi movimenti delle neospeleologhe che non mettevano l'imbrago già da un po'. Nelle ore successive si continua a fare armo e disarmo e progressione, il tempo passa velocemente e oltre allo sforzo fisico impegniamo anche la nostra mente per trovare un soprannome alle simone...

visto che su 5 persone 3 avevano lo stesso nome, ad ogni “Simo” ci giravamo in 3! ….Non va bene...vediamo...il primo nasce quasi subito.....Fucso dovuto al colore della maglietta della bionda. Il secondo richiede qualche ora ma alla fine, dopo vari tentativi riusciamo a trovarne uno di nostro gradimento e per nostro intendo esclusivamente mio di Sfincio e di Ceres! Nel primo pomeriggio arriva Tappina (Sarah) con Ciccio che porta cassatelle per tutti (U signure tu paga). Anche tappina si mette in movimento, il sole comincia a tramontare la giornata sta per giungere al termine,ma.....cosa non può mai mancare in un uscita speleo?!?! ….Ed ecco che, puntuale come sempre, in concomitanza con l'arrivo della stanchezza e la voglia di tornare a casa, arriva l'inopportuno(Piero) accompagnato dalla stokka per poter partecipare all'immancabile fase terminale dell'uscita ormai da tutti conosciuta come “L'angolo dell'inopportuno”. Tra una chiacchiera e l'altra si fa buio, Piero prova a fumare una sigaretta ma con scarsi risultati....
Partecipanti:
Simona (Fucso), Simona(***), Tappina, Sirmione, Spincio, Ceres.
Notizia di Simone
Foto di Ceres

lunedì 3 novembre 2008

Proteste, fiaccolata

Molti degli iscritti al nostro gruppo speleologico sono studenti universitari, che vivono con estremo disaggio tutto ciò che sta accedendo nel paese, specialmente per quanto riguarda la "riforma" universitaria e i paurosi tagli che il governo ha fatto nel finanziamento di questa istituzione.

Tra le proteste messe in atto, si è svolta a Palermo giovedi scorso, una pacifica fiaccolata.
Fiaccole? luci? Come può dare luce uno speleologo?



Appuntamento alle 21 sotto la statua della Libertà, io e lo sfincionaro arriviamo per primi. Seguono Caldarella, Nemo e poi tutto il resto della combriccola.
Ci guardiamo in giro ed’è buio, molto buio; poche persone, forse sono più i vigili e i poliziotti che i manifestanti. Il buio comincia a farsi meno fitto e una flebile luce inizia ad illuminare la piazza. Carichiamo le bombolette. Carburo. Acqua. Aspetta un po’, una scintilla e la fiamma comincia a bruciare.



Eravamo in sette a far brillare le nostre fiamme e dietro, centinaia di candele e un migliaio di persone. Apriamo il corteo. Percorriamo molto lentamente via Libertà fino ad arrivare a piazza Politeama e lì scarburiamo. Non credo capiterà mai più di farlo in quel luogo.



Mercoledì sera sette fiamme hanno brillato.

Partecipanti:
Ceres, u Spinciunaro, Simone, Nemo, Stokka, Xò, Caldarella.
Notizia di Ceres
Foto della Capra e Ziulia (con la macchina di Ceres)


Aggiungo un discorso da leggere MOLTO attentamente... è stato pronunciato da soli 58 anni...

"Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico"


Piero Calamandrei - discorso pronunciato al III Congresso in difesa della Scuola nazionale a Roma l'11 febbraio 1950

giovedì 2 ottobre 2008

Zubbia... Come Te Nessuno Mai - 27 Settembre 2008

Sfidando le impervie e al quanto confuse previsioni meteo decidiamo di partire venerdi pomeriggio, approfittando per goderci il Cous Cous Fest e il concerto in piazza di Roy Paci. La grotta scelta è il pozzo Palatimone, se il tempo non fosse clemente ripiegheremo sul ben conosciuto Abisso Purgatorio. Ci mettiamo in viaggio, ma prima di arrivare tappa obbligata per le cassatele del bar vicino l’ingresso di Castellammare del Golfo, calde e gustose al punto giusto. Arriviamo al camping a S. Vito, piantiamo le tende e posteggiamo.



Esattamente due secondi e quattro decimillesimi dopo conosciamo i nostri vicini di piazzola, il Sig. e la Sig.ra Rottenmeyer (non era veramente il loro nome, ma per noi resteranno sempre il coniugi Rottenmeyer), che quasi subito ci cazziano in olandese per aver lasciato le macchine parcheggiate nella piazzola davanti alla loro. Ma al suo farfugliante discorso nel tipico dialetto olandese della zona dell’Aja mette subito fine l’esperta in “lingue” straniere e mediatrice del gruppo (la Stokka), che dice: Ora le spostiamo.



Ritirandosi nella sua roulotte con capannina abusiva il Sig. Rottenmeyer continua a inveire contro di noi nella sua lingua natia; ed’è allora che parte la controffensiva a colpi di: Test’i m***, Cor***, M’a ruttu u ca***, Figghi i p***. Forse intuendo vagamente quello che dicevano dal tono della nostra voce, cerca consolazione in direzione, che quasi matematicamente lo manda a fan****.

Beviamo qualcosa, rievochiamo memorabili scene di grotta e ci avviamo verso il Cous Cous Fest. Lì c’è una ampia varietà di scelte; cous cous con verdura, con pesce, con carne. Simone opta per quello con l’agnello, e si, proprio quello cantato da De Gregori!!! Io per quello con pesce, e sorpresa mi capita proprio un bel gamberone!!!



QualcunA è perplessa…non sapete quant’è bello sucarsi la testa di gambero (vabbè, me la sono cercata, avanti con le battutine sconce). Ci spostiamo vicino al palco, siamo seduti con la schiena contro il muro della chiesa e all’improvviso appaiono due ragazze (una bianca e una di colore) molto avvenenti, poco vestite ed etilometro alla mano credo anche un po’ sbronze. Tutto ad un tratto una delle due comincia ad agitare il suo posteriore in direzione della mia faccia cosa che mi provoca subito un’ imbarazzo immediato, dato che sono una povera anima innocente e decido di coprire i miei occhi affinché non vedano questo spettacolo indecoroso

…mmm…

…zzz…



Ok, mummiavo come un porco lo ammetto. Giudicate voi se non ne valeva la pena. Il Bere è pacifico, il cibo è buono, u pilu c’è e anche in abbondanza e la musica viaggia. Qualcuno prima di tornare ha un leggero languorino e allora decide di comprasi una pizza (questo fatto sarà di cruciale importanza per la comprensione degli avvenimenti seguenti). La serata passa in fretta e noi abbiamo fatto tutto quello che NON si dovrebbe fare il giorno prima di andare in grotta. Torniamo a casa in tarda tarda tarda serata. Il Sig. Rottenmeyer e consorte dormono placidamente nella loro roulotte abusiva e noi ci addormentiamo stanchi e soddisfatti dello scazzo appena concluso.

Sono circa le quattro del mattino, comincia a piovere, sentiamo le gocce di pioggia che cadono pesanti sulla nostra tenda ed allora che si sente un’ imprecazione ben nota partire dalla bocca di Simione e riecheggiare per tutto il camping. Allora Simione esce e copre la tenda con un pezzo di celophane. Dopo trenta secondi netti sento il rumore di un cato d’acqua sdivacato per terra e non capisco, ma poi mi è tutto più chiaro. La famosa pizza, che anche lo Spincionaro ha gustato, è stata rimessa dal suo stomaco direttamente nelle converse di Silvia (converse nuove comprate due giorni prima), e Silvia, capito questo ha cominciato a gridare in giro (e ci tengo a sottolineare alle quattro del mattino): MI HA SBOCCATO NELLE SCARPE!!! MI HA SBOCCATO NELLE SCARPE!!! Parte di questo rigurgito è finito nel ghiaietto antistante la tenda, creando quello che viene ricordato col nome di “Monte Spincio”. Qual è stata la scintilla scatenante lo potrete sentire dalla viva voce dell’interessato nel video “I Smouth”.


E’ mattina e si contano i MORTI e i feriti. Non abbiamo dormito per niente, siamo stanchi, disidratati, assonnati e certunE leggermente incazzate per questo (Miii un sicci po’ parrari!!!). Tuttavia riesco a salutare l’alba di un nuovo giorno con orgoglio (e se un giorno non sarà così vi prego di ammazzarmi). Ok, ma eravamo venuti per andare in grotta, allora optiamo per la più facile e skazzosa grotta della Zubbia (a che non la conosceva nessuno a che si ci và ogni settimana).



I grottaioli fanno strada. Dato che ogni volta la corda “strica” e non ci sono punti degni per armare Simone decide di sbanniare la sua sacca d’armo piantando uno spit che ci facilita nella discesa. Entrato decido di dare un’occhiata alla via che si apre in direzione del mare, l’aria è molto pesante, CO2? Forse. Cristina conferma che potrebbe essere anidride carbonica, ma per avere la certezza matematica ci serve una cavia; Mirkoooo!!! Infilati ‘dda rintra!!! Due secondi dopo era ‘na zappa r’acqua. La prossima volta si farà la prova col carburo per vedere se la CO2 è presente o meno in quel condotto, che sembra molto ben avviato.



Arriviamo fino alla fine della grotta (almeno fino a quello che conosciamo), facciamo le foto di rito per testimoniare lo stercame presente in grotta e usciamo tra le imprecazioni di chi si è portato appresso lo zaino; come disse una volta il Sig. Leo: ma secondo te perché i sacchi e i personali sono cilindrici e non quadrati? Ora Mirko può rispondere. Fuori ci aspetta il figlio segreto di Frida Kalo (compà ma se non sai chi è Frida Kalo io che ci posso fare?).




Spizzuliamo qualcosa: cioccolato, wafer, ecc. e facciamo strada verso casa.


Tornando passiamo davanti alla piazzola di sosta di fronte alla grotta Purgatorio, a pinsata di non andarci fù giusta, perché abbiamo visto altri speleo che si cambiavano. Eravamo in troppi e sicuramente questo non avrebbe giovato né agli uni né agl’altri.

Ciao Zubbia, come te nessuno mai…

Notizia e Video di Ceres

Foto di Ceres e Simone

Partecipanti:

Sirmione (Presidente e fondatore del Sottogruppo Speleologico SpeleoSterco),

Ceres (Segretario Amministrativo del Sottogruppo Speleologico SpeleoSterco),

U Spinciunaro (Delegato Sindacale del Sottogruppo Speleologico SpeleoSterco),

Nemo (Cellula Dormiente del sottogruppo del Sottogruppo Speleologico SpeleoSterco),

Stokka (Traduttore, Interprete e Mediatore del Sottogruppo Speleologico SpeleoSterco),

Sirbia (Responsabile Igiene Personale del Sottogruppo Speleologico SpeleoSterco),

Angelo e Mirko (Portaborse, pardon Portasacchi del Sottogruppo Speleologico SpeleoSterco),

Silvia Miao e Ziulia (N.P.i.G. = Non Presente in Grotta).






Cosa aspetti porta le avventure di SpeleoPetra sempre con te!!!

mercoledì 1 ottobre 2008

Grotta Pietrazzi 19 settembre 2008

È una ridente mattina di fine estate (cielo nivuro e caldo che si muore) quella che ci vede protagonisti di questa nuova avventura speleologica.
L’appuntamento è all’ospedale Cervello (a me zuona) ad un orario concertato comodamente per le 10, ma come si sa il traffico fa sempre brutti scherzi e c’è chi arriva alle 10.30. Recatici in Piazza Lampada della Fraternità (e non piazza Cruillas che sarebbe l’altra), ci appropinquiamo speranzosi al bar per una lauta colazione prima della grotta. Io che conosco i miei polli mi dirigo direttamente al panificio, alla fine scappiamo senza avere mangiato. La nostra meta di oggi è la grotta pietrazzi (stagione di anatre, stagione di conigli!). La grotta, previamente visitata da altri membri del nostro gruppo, si sviluppa in contrada Pietrazzi, (Alberto correggimi se sbaglio!). Ci cambiamo e come sempre Piero è l’ultimo, persino io mi sono imbragata abbondantemente prima di lui, sarà che dopo i miei buoni cazziatoni presi, ho anche imparato a sbrigarmi. Piero è così lento che non sa nemmeno mettere le batterie nel casco tanto che Simone e Ceres si vedono costretto ad aiutarlo (hi hi hi)!!! Per raggiungere la grotta si deve attraversare una piccola porzione di territorio spesso occupata da cavalli e vacche che alle volte possono anche mostrarsi poco amichevoli. In compagnia di mosche, sudore e zecche ci rechiamo all’ingresso, Piero fa strada, io e Simone lo seguiamo e dietro Ceres e la Stocca. E si entra!



Quella che ci si presenta davanti è una grotta molto bella e molto concrezionata, attraversiamo gli ambienti in arrampicata, senza montare corde, anche se alcuni tratti la richiederebbero. Ceres, la Stokka e Piero fanno i becchini (raccolgono ossa), Simone fotografa muffe e io mi limito a guardare la roccia che solo in certi punti affiora da sotto le concrezioni.



Ci troviamo in un enorme fratturone, ricco di massi crollati, la roccia che si intravede nelle pareti è decisamente poco rassicurante, ampiamente fratturata e alquanto instabile, ma ricoperta da un manto di calcite che come una coperta ne nasconde la fragilità. Piero guida la carovana, e ci guida attraverso un ambiente dopo l’altro. Dopo circa 2 ore arriviamo alla base, un salone grande e riccamente concrezionato, dall’alto pendono centinaia di stalattiti e cannule, medusoni , il pavimento è costituito da enormi blocchi crollati e riconcrezionati. In alcune parti il “latte di monte” ricopre alcune porzioni di rocce, è anche possibile scorgere alcuni bellissimi cristalli di aragonite. Il pranzo, gentilmente offerto da Ceres, si protrae tra le varie chiacchiere, l’intrattenimento invece è stato garantito da un anonima, pelosa e alquanto disgustosa danzatrice di lapdance, a voi l’onore di indovinare chi sia.



E finalmente tra una presa in giro e l’altra ci dirigiamo verso l’uscita. Il rientro si rivela abbastanza veloce, in circa 35 minuti siamo fuori. Un bel toro ci blocca la discesa verso le macchine e poi anche un simpatico cavallo tutto nero e poco amichevole, arriviamo alle macchine ci cambiamo, (Piero è di nuovo l’ultimo) e via verso il gelatiere. Cosi si chiude la nostra giornata speleo. Senza che nessuno me ne voglia, questa giornata la dedicherei a Piero, agli animali morti e alla ricerca del Piviere dorato.

Partecipanti
Ceres, La Stokka, l’omero di coturnice (Piero), Simone, Rosi

Notizia di Rosi; Foto di Ceres