lunedì 26 novembre 2007

Corso Nazionale di Aggiornamento e Specializzazione TECNICHE DI AUTOSOCCORSO E PRIMO SOCCORSO SANITARIO IN GROTTA

Si svolgerà a Palermo da mercoledì 28 novembre al pomeriggio di domenica 2 dicembre 2007 il Corso Nazionale “Tecniche di autosoccorso e Primo Soccorso sanitario in Grotta” valido come aggiornamento per i quadri della SNS - CAI.

Il corso sarà diretto dall’I.N.S. Vincenzo Biancone, mentre le attività teoriche e le esercitazioni pratiche saranno condotte da medici CNSAS e da istruttori SNS del CAI.

OBIETTIVI E MOTIVAZIONI DEL CORSO

Il Corso si pone l’obiettivo di fornire agli speleologi quelle informazioni relative al primo soccorso in grotta, che è possibile mettere in atto tra compagni di attività speleologica, nel malaugurato caso di un incidente.

Verranno pertanto analizzate e messe in pratica le tecniche di valutazione circa le condizioni di un infortunato, le tecniche di rianimazione cardio-polmonari, le manovre di spostamento di un ferito, la prevenzione degli incidenti, le tecniche di soccorso uomo ad uomo oltre ad altri temi di interesse del Corso.

NORME DI PARTECIPAZIONE

Il Corso è aperto ai soci C.A.I. che abbiano compiuto il 18° anno di età ed ai tecnici del CNSAS ed è valido come aggiornamento per i quadri S.N.S.

I posti disponibili sono 12 e le iscrizioni avranno termine lunedì 26 novembre 2007.

COSTO DEL CORSO

Il costo del Corso è di € 25,00, comprensivo di materiale didattico e dell’assicurazione infortuni C.A.I. per i non appartenenti alla S.N.S.



Per informazioni contattare il Direttore del Corso.

mercoledì 21 novembre 2007

Apuane 2007 - Metamorfosi

Siamo partiti il 30 ottobre sera imbarcandoci con la macchina sulla nave,per giungere alle 6:30 del mattino del 31 a Napoli. Dopo circa sei ore di viaggio in macchina e qualche informazione chiesta, siamo giunti a Castelnuovo di Garfagnana alle 14:00 e subito ci siamo divertiti a montare la tenda-quarantena.
Dopo esserci iscritti siamo andati a cena allo speleobar dove ancora eravamo quattro gatti. Il 1 novembre mattina siamo partiti alla volta della Traversata del Corchia entrando dall'ingresso Eolo e uscendo dal Serpente (parte turistica). Compagni in questa avventura eravamo noi quattro (Giorgia, Marco, Simona e Francesco) due veronesi (Marco e Paolo), Marzio non ci ricordiamo di dove e 2 tedeschi (Marcus e Gertrud).
l'escursione(metri 290 di dislivello in discesa e 108 in risalita) è durata circa sei ore superando pozzi massimo di 50 metri e meandri grandissimi; proprio l'immensità degli spazzi rende particolarmente affascinante tale grotta.
Ritornati al campo dopo una breve doccia e una visita agli stands materiali ci siamo gettati nel 'bordello' dello speleobar dove ci siamo incontrati con gli amici aquilani e i loro zuccherini il seguito attualmente ci sfugge.
Giorno 2: ci siamo impoveriti e caricati come gli asini comprando attrezzature nei vari stands, per riprenderci dalle fatiche dello shopping ci siamo andati a rifocillare al famoso Calorino consigliatoci dal nostro Ciccio Nero (grazie ti dobbiamo una birra!!!). Tornati quasi rotolando e un po’ brilli al campo, intorno all'una ci siamo ributtati nel bordello dello speleobar e lì...........Boh!!!!!!
Giorno 3: insieme ad una amica del CAI PA (Cinzia) e al suo zito Salvo ci siamo recati al Parco dell’Orechiella dove abbiamo potuto ammirare, oltre ad uno splendido panorama, Mufloni, Cervi e Orsi, tutti in cattività. Di ritorno al campo, di nuovo allo speleobar, dove l'ultima cosa che ci ricordiamo è il Gran Pampel.
L'ultima sera la temperatura è scesa di qualche grado sotto lo zero termico e la mattina del 4, quando siamo usciti dalla tenda, abbiamo potuto godere dello splendido panorama regalatoci dal ghiaccio, dai fumi di una fabbrica e dall'evaporazione della brina. Intorno alle 11.00 della stessa mattina siamo partiti alla volta di Napoli e all'altezza di Anagni, fermatici per pranzare, abbiamo incontrato i genitori di Marco che ci hanno raggiunto per un saluto veloce. Alle 20.00 ci siamo poi imbarcati alla volta di Palermo dove siamo giunti alle 6.30 del 5 mattina. In conclusione possiamo affermare che è stata una splendida avventura e consigliamo a chiunque dovesse leggere queste quattro righe di andare a Castelnuovo di Garfagnana e fare la Traversata del Corchia. Partecipanti: Giorgina (Speleopetra), Marco L. (G.G.F. CAI AQ), Simona e Francesco (CAI PA).

Notizia e foto di Giorgia e Marco L.

martedì 6 novembre 2007

Pozzo Sbanduto 02.11.2007

Presenti all’appuntamento, alle ore 7,30 nei pressi dell’Università, io, Ciccio Nero, Sonia (‘a Biunna), Cristina (la Stokka) , Piero (Però), Roberto (Nemo), Marco (u’Spinciunaro), Mauro (la Capra), Massimo ed il mitico Alberto….e chi nnn’ammazza? Mancu a morte!!! Dopo alcune dissertazioni sulla segnaletica stradale (prima di questo cartello puoi posteggiare, dopo se la porta il carrattrezzi) ci sistemiamo in macchina e partiamo, destinazione Pozzo Sbanduto. Personalmente non andavo in questa grotta da circa 11 anni, ma con la cartina topografica, almeno la strada da percorrere con l’auto non la sbaglieremo…pensavo. Mal me ne incolse il fatto di affidare la cartina ed il compito di navigatore a Mauro…che aveva già dato prova del suo grande senso dell’orientamento in precedenza. Riusciamo comunque a raggiungere il luogo dove posteggiare le auto…ci imbrachiamo e iniziamo la ricerca dell’ingresso della grotta (ore 9,00). Finalmente dopo 2 ore di sali scendi, è di la…no forse sotto quel monolite calcareo…ma ne ero sicuro!!! riusciamo a trovare la grotta (era ad appena 10 minuti da dove avevamo lasciato le macchine!!!!!). La grotta si apre su di un ripido pendio con diversi affioramenti di roccia calcarea, in mezzo ad un bosco di querce.
La cavità, le cui prime esplorazioni risalgono al 1959, presenta tre ingressi: il primo si apre a pozzo in mezzo la terra, mentre il secondo ed il terzo si aprono a mo’ di finestra nella sottostante paretina, alta circa tre metri, e sono separati fra loro da un ponte di roccia.
Armiamo subito un traverso su di uno spit presente sulla parete esterna, poi sul ponte di roccia ed iniziamo la discesa lungo lo scivolo iniziale. Alla fine dello scivolo, lungo un paio di metri, il pozzo scende per circa 60 metri interrotto a -50 da una piccola cengia e da un breve scivolo. Gli spit presenti in grotta sono quasi tutti in cattive condizioni o per la ruggine o per il fango accumulato al loro interno e quindi dove non riesco ad utilizzarli, ovvio piantando qualche fix. Le pareti del pozzo sono lisce e ben levigate, rendendo bene l’idea dell’erosione esercitata dall’acqua nel percorrere la frattura verticale. Guardando verso il basso, la forma ellittica del pozzo viene esaltata dalla luce del compagno che ci precede nella discesa e che si allontana da noi. Il piacevole silenzio che accompagna ognuno di noi lungo la discesa, viene bruscamente interrotto alla base del pozzo, dal brusio dei compagni che osservano le meravigliose creazioni dell’acqua e del tempo. Una prima sala il cui pavimento è formato da massi e da fango risulta essere quasi il paese dei balocchi per Cristina e Però (anche conosciuti come “i collezionisti di ossa”): le ossa degli animali caduti nel pozzo sono sparse in gran quantità alla base del pozzo. La saletta accanto è invece completamente concrezionata: stalattiti, cannule, stalagmiti, colonne, vaschette, vele e colate di calcite. Alcune di queste concrezioni sono di un bianco candido ed altre riflettono la luce delle nostre lampade creando un gioco di luci di rara bellezza.
Ognuno si sistema alla meglio ed iniziamo un lauto pranzo: il pezzo forte è l’insalata di riso portata da Cristina, mentre qualcuno rimane deluso nell’accorgersi che u’ Spinciunaro non ha portato lo sfincione, ma dei miseri panini….speriamo che la prossima volta si riscatti. Massimo si organizza per fare un tè caldo e gli altri si rilassano un attimo, prima di iniziare la lunga risalita.
Nemo si “offre volontario” per disarmare la grotta…il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette…ehm scusate quello era un calciatore, qua si parla di brutti, sporchi ed infangati speleologi. Verso l’uscita del pozzo la luce e gli odori del bosco ci ricordano che bisogna tornare nel mondo esterno, abbandonando (almeno per ora) quel mondo sotterraneo dove il tempo sembra essersi fermato.

Tutti, piano piano, usciamo dalla cavità e mentre Nemo disarma, abbiamo il tempo per fare un po’ di ripasso sulle tecniche d’armo.
Stanchi, ma sicuramente soddisfatti, raggiungiamo le macchine ed ritorniamo verso casa…qualcuno fa una deviazione verso Piana degli Albanesi per rinfrancarsi con cannoli e birra...Viziosi!!!!

Notizia e foto di Leo