mercoledì 30 gennaio 2008

Video sul blog

Grazie al prezioso consiglio di Nemo, famoso smanettone di Pallavicino, siamo riusciti ad inserire direttamente nei post, i video girati durante le nostre escursioni da Gebedia, alias CapitanUncino, alias Ceres, alias....

So denchiù Nemo, denchiù Ceres!

Buona visione.

lunedì 28 gennaio 2008

Inghiottitoio di Monte Conca. 26/01/08

Un grotta non finisce mai.
Per quanto ci possiamo sforzare di scavare, infilarci ed esplorare, una grotta non finisce.

Ci organizziamo per andare a fotografare e rilevare il laminatoio dei rami nuovi di Monte Conca; era già stato individuato nelle fasi di esplorazione e rilievo di questi rami, qualche anno fa, ma era stato "tralasciato" per la mole di ambienti trovati, e per le sue non amichevoli dimensioni.

Nelle passate escursioni, un gruppetto dei nostri soci, ha ben deciso di forzare il passaggio e dopo aver scavicchiato nell'argilla, ha portato la nostr luce, in un nuovo ambiente.

Sfruttiamo l'uscita anche per far fare pratica d'armo a Nemo, per fare vedere a Massimo i nuovi rami dell'inghiottitoio, mentre qualcuno... ne approfitta per fare un comodo e salutare bidet, nelle varie marmitte che si trovano lungo il percorso...



Più o meno velocemente poi procediamo nelle strette ma comode gallerie dei rami nuovi, fino a raggiungere la sala del pranzo, dove visto l'orario, si fa una pausa per far lavorare anche le mascelle.
Da qui, ci dividiamo per un pò.
Pepi, Massimo e Nemo, fanno un giretto nel meandro e nei rami che portano al Pozzo Stefano; NicNac, la Stokka e io, ci tuffiamo nel laminatoio con la presunzione di riuscire a fare foto e ritornando anche la topografia.



Ma siamo presuntuosi...
Gli ambienti che ci aspettano sono laminatoi che ci costringono a strisciare per decine e decine di metri. Fortunatamente, almeno, il fondo è costituito da argille essiccate abbastanza morbide e specialmente senza pietrame dentro.
Ma le acrobazie per fare le foto, per rigirarsi nella bassa galleria e assumere pose "normali"... beh, queste le lasciamo solo immaginare.
Si va avanti così per un bel pò, tra sbuffate, strisciate, sacchetti con flash e macchina fotografica da spingere, fino ad arrivare al tratto più umano di questi rami, chiamato la galleria del tagliagole per le mensole che sporgono dalla parete proprio all'altezza del collo.



Qui altro stop per le doverose foto, e poi pochi passi e arriviamo alla sala dove questo nuovo ramo dell'inghiottitoio sembra dirci basta.



In realtà questo ambiente di crollo, ha delle piccole diramazioni, ma praticamente impossibili da percorrere o perchè colme di argilla, o per i grossi massi di crollo che le occludono.
Ci fermiamo allora a fare ancora fotografie, tanto agli ambienti quanto ai particolari, come curiose piramidi di terra o conuliti.
Dopo un pò, veniamo raggiunti dal resto del gruppo, un pò provato per il tipo di progressione (Nemo) o un pò stupefatto dalla nuova forma e consistenza dell'attrezzatura (Pepi).



Ancora un pò di foto, abbandoniamo decisamente l'idea di fare il rilievo, visto l'orario e poi via verso l'uscita... divisi in due gruppetti per non intasarci e restare fermi ad aspettare.

All'uscita...la notte stellata... e la consapevolezza di tornare presto per rilevare e per farci mostrare altre strade.



Notizia e foto di MarcoV

Partecipanti: Massimo, Nemo, Stokka, NicNac, Pepi e MarcoV

martedì 22 gennaio 2008

Nel lontano aprile 2007

Il Manifesto delle SpeleoSeghe

Nel lontano Aprile 2007, quattro giovani aspiranti geologi si accostavano alla speleologia tramite il corso promosso dall’Università e dall’onorato G.S. SpeleoPetra CAI sez. Madonie Petralia Sottana, a cui tanto questi giovani devono in termini di rispetto.
Proprio nei primi incontri, i quattro fondatori di questo sotto gruppo speleologico, si guadagnarono l’ormai storico appellativo di “SpeleoSeghe” per la fiacca che li contraddistingueva dal gruppo nella progressione in grotta.

I quattro speleologi si guadagnarono altresì sul campo dei nuovi nomi che hanno preso ormai con fierezza il posto dei vecchi.

Giuseppe detto “MiglioVerde”



Marco detto "U’Spinciunaru”



Mauro detto “La Capra”



Roberto detto “Nemo”


Il primo a guadagnarsi il nuovo nome fu il trinitario Giuseppe che proprio nella primissima grotta, a Pozzo Fiandra, tentò invano di ribellarsi al nonnismo degli speleologi che guardavano i corsisti spauriti come prede da molestare. Con il suo fallito tentativo da rivoluzionario ottenne solo l’accanimento dei veterani e in breve venne condannato a morte, quindi a percorrere il miglio da cui il suo nome: MiglioVerde.

In seguito toccò a Marco ricevere il battesimo che arrivo nella seconda uscita in programma, l’Abisso del Vento, che molti considerano la mamma di tutti gli speleologi siciliani e da come sei in quella grotta si capisce molto su che tipo di animale da grotta sarai. Ebbene, il ragazzo aveva sobriamente fatto colazione con spincione del giorno prima, il quale provocò gradevolissime flatulenze che risuonarono allegramente in tutta la cavità. Da cui U’Spinciunaro.

Mauro è detto La Capra e non ci sarebbe neanche tanto bisogno di spiegarlo, basta dargli una veloce occhiata, ma per dovere di cronaca spiegheremo anche l’etimologia di questo nome. Durante un’uscita all’Abisso Purgatorio le SpeleoSeghe Nemo e MiglioVerde capitanate da Mauro decisero di uscire prima degli altri per andare via (causa allergia Nemo)…li ritrovarono ore dopo vaganti nella boscaglia, persi. Mauro parlando dell’avvenimento definirà le sue capacità di orientamento pari o peggiori a quelle di una capra…da allora lui è La Capra

Nemo è sempre stato Nemo e come tale è stato assorbito. Se chiedete a lui il perché di questo nome vi parlerà di romanzi di Verne e discorsi pseudoseriosi ma “su minchiati”, tanto poi finirà aggiungendo qualche sparata delle sue, come quella volta che uscì dalla lezione di chimica con le braccia alzate gridando “ANESCELON, ANESCELON” e c’è chi fece due ore di ridere in faccia al docente di Mineralogia a causa di questa performance. Attualmente il ragazzo è impegnato con il Soccorso, e c’è da dire che si teme per la sua salute mentale preda di alcuni soggetti che popolano questo ambiente.

Insomma possiamo definirli lagnusi, perdigiorno, mangioni, maniaci sessuali e schizzati e magari presi uno per uno “un su bbuani mancu pa priassa”, ma quando il gruppo si riunisce lascia sicuramente il segno.

Ricordate una SpeleoSega è per sempre!


testo e disegni di U’Spinciunaru

lunedì 14 gennaio 2008

Grotta Pietrazzi 12.01.2008

Il nostro caro Alberto parla spesso e da molto tempo della grotta Pietrazzi( in località pietrazzi una collina sopra il quartiere Cruillas), che però non visita da parecchi anni; allora si decide di andare a fare un sopralluogo per vedere se il nostro Alberto ricorda l'ubicazione della grotta e se è ancora praticabile. La squadra è composta da Alberto Proteo, io ovvero Mauro La Capra, e Nemo. L'appuntamento è alle 8 in piazza a Cruillas, ma come al solito il caro Nemo decide di ritardare quei venti minuti di routine. Arrivati nel luogo della ricerca il magico Alberto, che pareva molto dubbioso, trova invece subito un po' d'orientamento e seguendo un sentierino arriviamo abbastanza velocemente ad individuare un insieme di massi sotto cui dovrebbe esserci la grotta. Il paesaggio intorno si presenta proprio come pietrazzi di calcare fortemente erosi dai processi carsici di superficie; il paesaggio naturale è però disturbato da collinette di sfabbricidi (munnizza edile) che rompono apparentemente la continuità litologica di questi calcari affioranti. Arrivati all'entrata ci aspetta una bella sorpresa, l'entrata della grotta è coperta da un po' di "balatuni" e qualche simpatico rovo pieno di spine onde per cui ci si appresta a togliere i rovi a colpi di stivali e a spostare un simpatico balatone dall'entrata per iniziare la discesa. In questo piccolo pirtusicchio si trova subito un scivolo molto fangoso, dove si può facilmente scivolare di culo, che ci permette di entrare in un mondo bellissimo che mai io e Nemo ci saremmo aspettati di trovare in quella piccola grotta. Moltissime le concrezioni (come personalmente non ne ho mai viste) e un ambiente che è percorribile tutto in arrampicata libera senza l'ausilio di corde e attrezzi. Dopo lo scivolo troviamo una piccola parte in arrampicata che ci fa entrare in un amplissimo salone, lungo pensiamo circa 100 metri e alto almeno 15. Ecco che qui iniziano le grandi imprecazioni contro quello stupidino di Nemo che non ha portato la macchina fotografica, ma come si fa! Come direbbe un nostro amico, nte cuorna Nemo! Le imprecazioni dureranno lungo tutta la grotta perché ad ogni punto si possono trovare concrezioni bellissime, piuttosto pulite e con forme particolari, che sarebbero spettacolari da fotografare; addirittura nell'ultima sala da noi visitata possiamo trovare fenocristalli di calcite grossi anche qualche centimetro. Ma non c'è problema infatti notato che la grotta è ancora praticabile e che Alberto ricordava la via di progressione si è deciso insieme che quanto prima si farà un'uscita con tutto il gruppo (chi ci ama ci segua) a visitare questa bellissima e divertentissima grotta e per fare finalmente qualche foto. Progredendo abbastanza velocemente nel giro di circa due ore riusciamo a guadagnare l'uscita e reimpostare il balatone come discrimine tra luce e buio. Il nostro è stato un arrivederci a presto alla grotta Pietrazzi.

Notizia di Mauro la Capra

mercoledì 9 gennaio 2008

Statistiche

Grazie alla segnalazione di Andrea, il "papà" di Scintilena, abbiamo scoperto di essere un blog abbastanza visitato.

Attualmente, secondo le statistiche del sito greco zenas, sotto la voce Top Referring Sites nel menù di sinistra, siamo alla 15^ posizione su circa 75 blog facenti parte di un circuito internazionale.

Direi non poco, considerando che il blog è nato "in famiglia" per raccontare a tutti i soci del gruppo SpeleoPetra, le varie attività svolte.

Pian piano siamo riusciti a far crescere il blog, e spero migliorarlo, facendolo diventare un vero diario, su cui in tanti possono e devono scrivere.

notizia di MarcoV.

martedì 8 gennaio 2008

Abisso Purgatorio 05.01.2008

Arrivati a Purgatorio ci cominciamo subito a cambiare chiedendoci se Alberto avesse trovato passaggio per venire in grotta, quando ecco che spunta accompagnato da un suo amico, Nico. Ci cambiamo tutti e ci avviamo verso l'ingresso, fa strada la Capra, memore dei luoghi in cui prese questo soprannome. Arrivati davanti l'ingresso, mentre Silvia arma il primo pozzo, stiamo un po' a discutere con Alberto del tipo di armi che si potrebbero fare e sui pro ed i contro di ognuno…dopo un'animata discussione cambiamo l'armo.
Una volta dentro, Simeone arma il pozzo da 60 e nel frattempo Alberto ci racconta storie e odori di quando andava con Nico a fare il perfezionamento tecnico su in Valle d'Aosta.
Purtroppo scesi il 60, Rosy (la Riccia) si sente male e decide di uscire per la troppa nausea; con lei esce ad accompagnarla anche Simeone.
La Stokka, che nel frattempo aveva armato fino alla sala dell'abete, riceve la notizia che si usciva perchè la Riccia stava male e risale subito disarmando il pozzo. Una volta fuori scopriamo che Simeone aveva iniziato a fare strada per riportare Rosy a casa, portandosi appresso tutte le cose di Silvia e della Stokka. Ma nonostante non avessero il cambio sono venute ugualmente alla fermata obbligatoria a Birre e patatine al bar, probabilmente lanciando una nuova moda a Castellammare: stivali verdi…sporchi di fango.
Partecipanti: Simeone, la Capra, la Stokka, Silvia O., Nemo, Nico, Alberto, la Riccia.

Notizia e foto di Nemo

venerdì 4 gennaio 2008

Abisso del Vento 02.01.2008

Il nuovo anno è appena cominciato e noi siamo di nuovo in grotta.
Dopo un anno di assenza (causa dottorato a Dublino), anche io mi accingo a rientrare nel mondo sotterraneo, con un poco di paura, ma anche con tante forti emozioni e mille ricordi che mi accompagnano.
L'appuntamento doveva essere davanti l'ingresso della grotta alle 9.30, ma causa neve, il gruppo proveniente dalle madonie (Stokka, Sirmione, io e due cladestini Marco N. detto topolino e Piero rinominato paperino) ha riportato un leggero ritardo (circa due ore) sulla tabella di marcia. Il gruppo proveniente da Palermo (Gebedia, Nemo e Maddalena o Katarina per gli amici) invece è arrivato puntuale in loco. Ci siamo cambiati al gelo fra patatine, pane conzato, mandarini leccati e bestemmie varie. I due clandestini topolino e paperino ci hanno accompagnato sino all'ingresso e sono rimasti con noi alla ricerca di pipistrelli e a fare foto solo per poco, lasciandoci poi al nostro destino. Paperino infatti soffriva di sgradevoli movimenti intestinali dovuti al tè al bergamotto preparato da Simone.
Il primo a scendere e quindi ad armare è proprio Gebedia. Noi osserviamo e Simone supervisiona, io lotto contro la mia bomboletta che ferma da mesi e mesi sembra intuppata (tipico termine irlandese). Il prode Gebedia riesce a portare a termine la sua opera nonostante una strana pioggia di ossa di olive inspiegabilmente scatenatasi in grotta e quindi comincia la discesa; è l'una, è tardi e noi siamo 6, si prevede una lunga giornata.
Alla base del primo pozzo è la Stokka che prende in mano la situazione e seguita da Simone arma sino alla base del 35.
Lo stillicidio in grotta era abbondante come non lo avevo mai visto, lungo il cammino ritroviamo bamboline di corde all'attacco dei pozzi, ma noi usiamo il nostro materiale e armiamo. Circa tre o quatto pipistrelli profondamente addormentati ci fanno compagnia lungo il cammino.



La discesa non comporta alcun problema, solo Nemo ha qualche difficoltà a scendere un sacco un poco più "pesante"...meglio sempre dare un'occhiata si potrebbe scoprire che strani massi si sono autocatapultati dentro il sacco!!Gebedia sfoggia la sua videocamera intelligente che ti avverte che c'è condensa (Simone deve ancora pagare un grosso pegno per non averci creduto), ma non funziona e quindi niente riprese sino alla base del 35.
Mentre la Stokka arma, io mi diletto a provare sensazioni vecchie, l'imbrago che ti sega i fianchi, le goccioline che ti cascano diritte diritte dentro la tuta, le mani spaccate dagli attrezzi ecc..
Alle 3 siamo alla base del 35. Ci fermiamo a consumare un "misero pasto frugale", pasta al forno (sono lasagneee!) salame, olive, panini con funghi, mozzarella e prosciutto, mandarini, cioccolata bianca e fondente.



Finalmente la video camera entra in funzione e Simone può urlare le sue perle di saggezza.
Alle 4 circa cominciamo a risalire, la Stokka per prima, poi Katarina, Simone, io, Gebedia e Nemo a cui tocca disarmare. Per strani fenomeni scogniti un moschettone decide di farsi un piccolo voletto e di rimanere in grotta, noi invece risaliamo. Nemo disarma sino alla base del primo pozzo, Gebedia il resto sino all'uscita. Ci perdiamo a ricordare le prodezze durante i corsi, le varie tecniche di sbagnamento degli attrezzi nuovi (grazie per cosa avete fatto ai miei!), la fenomenale capacità ingurgitativa di Marco V., il sadismo di Leo.
Uscendo il cielo è già stellato, non è tardi (sono solo le 7 siamo stati velocissimi in risalita), il buio è totale e il freddo è...lasciamo perdere!
Scendendo, guidati da Simone e la Stokka, scopriamo una via alternativa per arrivare alle macchine (ci siamo persi), ci cambiamo al gelo e via di nuovo verso casa.
Ci si rivede in estate grotte!!
Partecipanti Stokka, Sirmione, Nemo, Katarina o Maddalena, Gebedia e la Riccia.


Notizia di Rosi
Foto e video di Nemo e Gebedia

Palestra a Sferracavallo 28.12.2007

La mattina comincia male, avendo settato nel telefonino l'orario irlandese (un' ora indietro), non mi sono resa conto che avevo puntato la sveglia per le 8, cioè le nostre 9…e alle 9 avrei già dovuto essere pronta con il sacco in spalla. La sveglia quindi non è stata affatto dolce, cmq alla fine si arriva in parete quasi puntuali anche se con gli occhi un poco appicicatticci. Al "parcheggio" sono già presenti Ceres e Giovanni, Nemo, Ivan il cottolengo, Però, Michela e Alberto. Gli ultimi ad arrivare siamo io, Simone e Sandro. Dopo baci e abbracci, ci si comincia a cambiare….e qui la domanda sorge spontanea, riuscirò mai a entrare nel mio imbrago dopo un anno di inattività?...ci sono rientrata! Ci carichiamo i sacchi in spalla e si procede sino alla base della parete. Alberto, Simone, Piero e Ceres si avviano per armare, mentre il resto del gruppo resta a chiacchierare in attesa che le campate siano montate… questa attesa a dir la verità si protrae per circa due ore.

Ho infatti tutto il tempo di notare che il versante sembra un po’ diverso dopo l'incendio estivo e il successivo rinverdimento invernale, eppure la vista è sempre quella….meravigliosa! il mare che incontra la montagna, l'autostrada, il blu del cielo. Si perché sembra che, nonostante le bestemmie di Simone, stavolta ce la possiamo fare a salire senza beccarci acquazzoni. Gli spit non venivano usati da tempo evidentemente perchè i nostri armatori perdono tanto tempo a cercare di ripulirli. Ceres si cimenta nella sua prima armata cavandosela egregiamente (mi devi dare almeno 5 euro per questa frase!)…e finalmente anche noi possiamo provare a salire.
Alberto ci saluta mentre io, Michela e Nemo ci accingiamo a salire.Per me e Michela è passato un poco di tempo dall’ultima volta, ma ce la caviamo entrambe, io da sola, lei seguita da Simone, anche Giovanni ogni tanto ha qualche piccolo vuoto, ma è tutto tranquillo e scendiamo, mentre Ivan si diletta a fare foto. C'è chi spizzulia, chi decide di risalire, chi fa il deficiente e chi va a disarmare. Alla fine ci facciamo una bella caduta di gruppo (che ammasso di deficienti), legandoci tutti con le longe e finalmente scendiamo. Ci cambiamo e andiamo alla ricerca di cibo. Fra una arruciata e l'altra girando per locali chiusi alla ricerca di stigghiole o panelle, arriviamo da Ganci. ci rifocilliamo da bravi maiali e ognuno alle case dandoci appuntamento per una prossima probabile grottata.
Partecipanti: Simone, Rosi, Sandro, Nemo, Giovanni, Ceres, Però, Alberto, Michela.

Notizia di Rosi
Foto di Nemo

Inghiottitoio di Monte Conca 02.12.2007

Finalmente dopo un botto di tempo, si decide di tornare all’Inghiottitoio di Monte Conca per riprendere le esplorazioni.
I partecipanti (Simeone, Peiro, Marco N.), si vedono allo svincolo di Villabate, si carica il materiale e via in direzione Milena. Tappa obbligata Motel San Pietro dove si fa colazione e si prendono i viveri per la grotta; da lì a poco eccoci a destinazione.
Alle 10:30 siamo dentro. Già dall’esterno si notava l’assenza di scorrimento di acqua e persino all’ingresso la putrida pozza maleodorante é asciutta.
Si procede all’armo dei pozzi e arrivati alla base del P31 ci si ferma a spizzuliare qualcosa. Alla risalita che porta ai rami nuovi ecco che Simeone entusiasta, ma soprattutto volontariamente (ih ih ih), si propone di provare gli armi fissi da tempo inutilizzati. Gli ancoraggi tengono benone, ma una sistemata all’armo sarebbe cosa buona e giusta, serve materiale che non abbiamo; la prossima volta.
Entriamo nei rami nuovi, scoperti e documentati tra il 2005 ed il 2006, che hanno dato belle soddisfazioni e hanno fatto provare a molti l’incredibile emozione di entrare in luoghi dimenticati o addirittura mai visti prima.
Vado avanti io illustrando un po’ la strada. Dopo strette gallerie infangate (qui cominciano a sentirsi le prime blasfemie) arriviamo in una sala dove ci fermiamo a mangiare e affrontiamo discorsi impegnati su parentele, corna ecc…. Dalla sala dello spuntino parte una galleria molto stretta la cui esplorazione era stata tralasciata vista la non agevolissima percorrenza. Lasciati gli attrezzi per facilitare la progressione, imbocchiamo la galleria che dopo qualche metro stringe a formare un laminatoio molto stretto. Le vecchie esplorazioni si erano fermate qui, levo il casco per passare un punto critico (i santi e le madonne ci accompagnano in ogni strettoia e/o sbattone), dopo si vede una bella prosecuzione. Per terra è pieno di poligoni da disseccamento anche di notevoli dimensioni; da qui decidiamo di chiamare questa “Galleria dei poligoni”. Ci diamo il cambio e va avanti Simeone. Man mano che prosegue, ci comunica quello che vede, la frase più ricorrente è: “…qui continua…!”. Il laminatoio prosegue per parecchio e termina in una galleria impostata in frattura verticale. Questa galleria, detta “tagliagola” per delle lame di roccia che sporgono, stringe con fango quasi a tetto, poco dopo un meandro. A lato di questa galleria una sala di belle dimensione (Sala dell’abete) dalla quale parte una piccola prosecuzione che chiude quasi subito tra blocchi crollati. Soddisfatti del tratto esplorato torniamo alla sala di partenza e da lì facciamo un giretto turistico dei rami nuovi, tra palle di fango, simpatici nodi e cadute da pozzi!
Finito il cazzeggio decidiamo di prendere la strada dell’uscita. Fuori dai rami nuovi ci fermiamo, come tre lavandaie, alle poche pozze d’acqua rimaste a lavare gli attrezzi resi irriconoscibili ed inutilizzabili dal fango. Disarmo e via in macchina, ma prima una capatina alla fontana per ulteriore pulizia materiale (chi semu sistimati!).
Un certo languorino ci costringe alla solita rifocillata al Motel San Pietro, ma poi stanchi e soddisfatti alle case!

Notizia di Marco N.