giovedì 28 maggio 2009

3° simposio internazionale - Karst Evolution in the South Mediterranean Area

Per chi fosse interessato...
Nella splendida cornice del Castello di Donnafugata (scenario anche di diversi episodi della serie tv Il Commissario Montalbano), partirà domani il Diapositiva 1
Diapositiva 1
3th International Symposium on
Karst Evolution in the South Mediterranean Area
Ragusa May 29-31, 2009


lunedì 25 maggio 2009

Pietra Selvaggia - 24 Maggio 2009

“Stu Burdellu Av'affiniri!!!”

Come da accordi presi in settimana, la seconda ondata di speleologi si da appuntamento alle falde di Monte Pellegrino alle ore 7:30, compresi i ritardi del responsabile di uscita (Però) e di Nemo. Il gruppo è formato da: 5 neofiti di quest’anno (il sottoscritto CCC, la baronessa, Claudia, Francesca e Ponzio Pilato), 6 della vecchia guardia (Sandro, Però, Nemo, Tappina ed i Terranova Brothers), ed una vecchia conoscenza del gruppo,ovvero Stefania. Dopo la solita e faticosa salita di Santa Rosalia per l’ingresso della grotta, alle 9 siamo tutti pronti per la discesa. Aprono le danze, nel pozzo da 35m Sebastiano e Claudio, seguono nell’ordine corsisti ed istruttori. Lì incontriamo la prima “sorpresa”, una antica sepoltura sormontata da una croce molto artigianale, presagio di sventura… In tutto questo Tappina e Stefania sperimentano gli scivoloni nel fango, tipici dei cartoni animati (corri corri ma stai sempre fermo), allietando i presenti. Per fortuna erano ancora in sicura sulla corda…

Terminato con successo il 35, e ammirata la faglia dove s’imposta l’ingresso, ci dirigiamo dopo aver oltrepassato la falda di detrito, verso i “tanto attesi” pozzo strettoia e strettoia. Il primo dei quali viene superato con inaspettato successo. Discorso totalmente differente avviene per la strettoia che viene affrontata per primi da Claudio e Sebastiano.

Dopo avere passato la strettoia, si arriva al 20+20… Si scende nel solito ordine, con gli istruttori posizionati nei frazionamenti e non senza qualche difficoltà… Nel frattempo Claudia resta particolarmente sorpresa nel notare che Sandro con agilità tipica dei felini ha superato indenne la strettoia (donna di poca fede ed irrispettosa). Durante tutta la discesa del 20+20, l’argomento principe era ovviamente, oltre alla bellezza degli spelo temi.

Arrivati tutti al fondo del 20+20 ci si sposta nella sala successiva, dove si consuma, con la consueta grazia speleologica, il pranzo. La tranquillità del momento viene turbata da tentativi di ribellione di Ponzio (Chiara per i non addetti ai lavori) che, per vendicarsi di un piccolo rigurgito d’acqua di Però, evidenzia l’elevata impermeabilità delle tute degli istruttori svuotando sul povero responsabile dell’uscita una delle 2 bottiglie d’acqua a disposizione (l’avi sarbata…).

Terminato il pranzo, rilassati gli animi e osservate le bellissime concrezioni della sala, Però decide che, visto l’orario tardo, non è il caso di affrontare il pozzo da 60 che chiude la grotta. La notizia è un sollievo per alcuni corsisti, che proprio non ne volevano sapere, mentre risulta una condanna per altri (CCC e Stefania su tutti). Alla fine, visti i meriti sportivi acquisiti sul campo Però decide (in maniera assolutamente Opportuna) di fare disarmare il 60 a Nemo con l’aiuto di Claudio che, alla faccia di tutti gli altri si getta a capofitto nell'esperienza speleo più forte della sue breve carriera. Dopo le proteste di Stefania che cerca di corrompere chiunque,”con qualunque mezzo” per farsi il 60; CCC dopo i primi metri di pozzo, capisce l’errore fatto nel lasciare la propria girl nelle mani del buon Sandro che, con fare “elegante” gliela custodisce per tutto il tempo della sua assenza!

Si comincia la risalita , che procede senza grossi problemi, a parte la botta al ginocchio della Baronessa ed il piccolo infortunio di Sandro nella strettoia, il quale comprende per qualche istante il concetto di fusione con la roccia (sosteneva infatti di riuscire a sentire il battito del suo cuore risuonare in tutta la montagna). Dopo di chè, si arriva al fondo del 35 e incomincia la risalita verso “la luce”!

Partono Sebastiano, Samantha, Claudia e Francesca, che decidono, senza aver ricevuto l’autorizzazione del capo uscita, di spostarsi alle macchine. Continua la risalita del gruppo, Però disarma con Nemo il 20+20 ed il pozzo strettoia e siamo tutti fuori dopo che Tappina ha disarmato il 35, e che Ponzio, per via delle stimmate miracolosamente apparse sul palmo delle sue mani evolve in Padre Ponzio, colui che confessa gli uccelli; Alberto (uomo “dà pace”) suggerisce al capo uscita che “Stu burdellu ava finiri!!!”. Risulta infatti troppo grave che un gruppo di dissidenti vadano via senza autorizzazione e Però, dopo essersi preparato un rimprovero esemplare per tutta la discesa, scoppia a ridere dopo soli 10 secondi di serietà!!! Alla fine, solito briefing con birra in quel di Mondello e tutti a casa…


Notizia di: Claudio (CCC) e Sandro.

Partecipanti: CCC, Sandro, Padre Ponzio (Chiara), Francesca, Samantha, Tappina(Sara), Nemo, Piero, Stefania, Claudia, Terranova Brothers (Alberto e Sebastiano)

Foto di: Cellulare di CCC (chistu passava u guvernu…)



sabato 23 maggio 2009

Pietra Selvaggia – 22 maggio 2009 – The Zecca’s Battle

All’appuntamento siamo tutti puntuali, io ho la infelice idea di mettermi una magliettina gialla per arrivare lì. Cosa che cattura istantaneamente l'attenzione di tutti i moscerini della zona, attratti verso di me come un faro nella notte. Essendo quasi rosicato vivo da questi simpatici insettini, all'arrivo di Emilio mi faccio prestare una sua felpa di colore neutro, ci imbarchiamo e partiamo alla volta della prima grotta post-corso (come mi disse qualcuno anni addietro: mò so cazzi tua!!!), i ragazzi non ancora battezzati ufficialmente come Speleologi si troveranno ad essere da soli in un mondo difficile, ma, come alcuni hanno scoperto, la forza di volontà sarà un ingrediente fondamentale per riuscire in questa attività.
Leo arma e poi dietro a seguire i ragazzi, io chiudo la fila. Qualche zecca ci ricorda la prolificità di queste bastarde in questo periodo e in questa montagna.
Pozzo iniziale; poco cacazzo da parte di tutti, forse erano ancora un po’ addormentati, ma la discesa è stata affrontata da tutti con successo.
Secondo pozzetto in strettoia e pozzo strettoia, certo che il discensore con lo stop non aiuta in questi casi, come verificato personalmente dai membri più alti e dai più ingombranti, ma la tecnica va affinata, con calma e pazienza anche questo passaggio è stato superato.
Un attimo è siamo già alla base del 20 + 20, Leo va avanti ad armare l’ultimo pozzo, noi stiamo a spizzuliare qualcosa nell’attesa. Emilio mi dice: è tutta kà a grotta? Non rispondo, memore di quello che seguirà. Arriva Leo e cominciamo a far strada verso l’ultimo pozzo.
Siamo all’attacco del 60, Emilio scende per primo, preceduto da Leo. Scende sul discensore, si allongia al moschettone del coniglio, cambia corda, si slongia, guarda in basso ed esclama: Porca Put…!!!
Segue la discesa di tutti gli altri. Io rimango all’attacco del pozzo a contemplare la bellezza di questa grotta e nel mentre che lo faccio penso a verdi pascoli, una staccionata, le pecore (che la saltano la staccionata) e poi…

…bip…bip…biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiip… attività cerebrare praticamente assente (runfulio)…

Dopo un po’ (tempo indeterminato) sento muovere l’armo e penso che il primo sta iniziando a salire (continuo a runfuliare), dopo più di mezz’ora abbondante arriva Emilio, praticamente ‘na zappa r’acqua. Questo mi confida che ogni volta che và in grotta gli si smuove l’intestino, cosa che capita puntualmente anche questa volta, ecco perché aspetta Gregorio e parte a razzo verso l’uscita. Chi prima chi dopo risale con i suoi tempi e si avvia verso l’uscita.
Arriva il turno di Giulia che durante tutta la discesa, e parte della risalita, lamenta di dolori nelle parti intime, causati dall’imbrago, cosa che le causerà l’affibiazione del soprannome “parpagghiuni”. Usciamo abbastanza presto, arriviamo alle macchine e ci cambiamo. A farci compagnia le nostre amiche zecche. Cerchiamo di togliercene di doso il più possibile, saltiamo in macchina verso un qualsiasi bar aperto e ci rinfreschiamo con la classica birra e patatine, il rimedio più affidabile quando si tratta di combattere le zecche.

Notizia di Ceres

Partecipanti: Leo, Ceres, Martina, Emilio “NapoOrsoCapo”, Gregorio, Giulia “Parpagghiuni”, Alfredo “Tutina”, Claudio.

giovedì 14 maggio 2009

martedì 12 maggio 2009

Abisso del Vento - 10 maggio 2009 - è la resa dei conti.

Al termine dell’uscita del sabato a gola secca un gruppo di intrepidi e volenterosi speleologi si avvia verso la grotta finale degli incontri di quest’anno. L’intento è quello di armare la grotta in notturna per il giorno dopo, impresa di cui si fanno carico Sirmione, Ceres e Però che, come suo solito, darà quel pizzico di inopportunitudine…inopportunezza…inopp…insomma avete capito. All’esterno rimangono Tappina e Giorgina, Nemo e lo Sfincionaro con il compito, non da poco, di organizzare il campo. Ci dividiamo i compiti: Sfincio raccatta la legna, Tappina e Giorgina con grande maestria montano le tende e Nemo…lui geme e vaga per i pascoli sconfinati chiedendosi il motivo della sua permanenza su questo pianeta.
Intorno alle 21.00 il gruppo degli armatori raggiunge il campo e può iniziare quel rito ancestrale conosciuto come “l’arrostuta”; l’evento viene salutato da peti festosi e la serata continua lieta accompagnata da un po’ di vino e un po’ di chiaccherate sul tema evaquazione intestinale. Le parole non servono quando ci sono testimonianze filmate:



Giunge il giorno e l’avanguardia dello sterco accoglie il gruppo in arrivo da Palermo: Ciccio e la Stokka davanti e dietro tutti quanti. Si prosegue con una rapida vestizione e subito si risalgono le pendici della collinetta per “entrare nel vento”. Antro, strettoia, vento in faccia…siamo a casa!


Sceso il primo pozzo il gruppo di aiuti e istruttori si ricongiunge per un breve briefing e per assegnare le postazioni e dopo una serie di discussioni e sguardi furtivi abbiamo un vincitore: Nemo vai al 35!!!


La discesa degli ignari corsisti comincia regolarmente e agevolata dalla doppia campata che è stata provvidenzialmente armata sotto la cosiddetta “minchia”. Abbracciato alla suddetta si può scorgere il buon Alberto che rinfranca i corsisti suggerendo di ammirare gli speleotemi, i pozzi maestosi e i fangazzi che fanno da ornamento alla grotta.

Frazionamento per frazionamento scendono i vari ponzio, villana, tutina, soul glo, napoorsocapo, claudia claudio e claudiii vari e giungono tutti alla base del P35 dove Ceres li attende. Ceres che sprovveduto non è nell’attesa ha pensato di mettere su una parruccheria, cosa che si rivela molto utile visto che la coniuge dello sfincionaro pensa bene di provare l’ebrezza di intrecciare i capelli nel discensore….la ragazza è curiosa che ci volete fare. Zac Zac la signora è servita!
Si comincia a risalire ed è il primo scontro serio con le difficoltà della speleologia, un bel pozzacchione in risalita dove in tanti hanno ansimato e sofferto, ma i corsisti si rivelano un po’ al di sopra delle aspettative, forse per le minacce di Ceres, per i versi insensati di Nemo, per gli interventi dell’Inopportuno o forse ancora per le canzoncine di Giorgina i ragazzi escono a ritmo sostenuto e noi dietro di loro.

Usciamo e c’è ancora un po’ di sole e allora di corsa ci si cambia, ci si sistema, si cambia l’acqua al radiatore, poi la consueta foto di gruppo e via di corsa per la degna chiusura di un’uscita…birra e patatine a collesano.
Finiscono le uscite degli incontri, ci attende l’ultima fatica ovvero la cena e poi ai posteri l’ardua sentenza di chi uscirà come un giglio splendente plasmato su un ammasso di sterco.

Frase del giorno: A libertà unn’è pulleria




Notizia di: Spincio

Foto di: Tappina, Ceres

Video di: Ceres

Gola Secca 9 maggio 2009

Partiamo da Palermo al solito orario e dal solito posto. Ore 7, rotonda di via Oreto. A differenza degli altri anni invece di fare carovane, tipo Far West, si opta per partire scaglionati (ki ddici Tappì?!? Pure l’aggettivo ti ho messo!) e vederci tutti allo svincolo di Buonfornello. Con questo trucchetto risparmiamo un bel po’ di tempo. Innovazione di questo corso sono state la radiotrasmittenti, che ci hanno permesso di mantenere i contatti tra il primo (Marco V) e l’ultimo della fila (lo scrivente), k’è bella a tecnologia!!!
Arriviamo tutti in situ dopo poco, ci cambiamo e cominciamo a fare strada verso l’inizio di Gola Secca. Da notare nel video l’abbigliamento di alcunE corsiste, ma che siamo a Saranno Famosi? Il primo saltino è sotto la supervisione del lombrellone, che allieta le giovani pulzelle con la sua goliardica allegria.


Poco dopo le cose iniziano a farsi più serie con il secondo pozzo, in cui più o meno tutti, hanno qualche problema a slongiarsi. A questo punto viaggio insieme al lombrellone e Gianluca verso il fondo. Da qui tutti dovranno scendere e in base all’ora c’è chi risalirà e chi, volente o nolente, dovrà sforrare.
Iniziano a scendere in primi tre, la monotonia è tanta, ci fa compagnia soltanto il rumore del vento, le ventate intestinali e un simpatico insetto della famiglia degli “Bakarozzeri” esattamente “Skarrafunius cornutus”, per una identificazione esatta chiedete a IJ, ma sicuramente non è un Curculionide.


Gli sciacalli sono in agguato e allora vai con la teleferica. Tanto per mantenere l’attenzione dei corsisti sempre vigile.

Ad alcuni non ha fatto tanto effetto, ad altri la paura si è stampata sui loro volti.


La fatica e la tensione dovuta alla discesa ha fatto sudare tanto e allora c’è chi pensa bene a reintegrare la perdita di potassio con della frutta fresca, casualmente caduta dal cielo.

Sono le 15.30, si bloccano le risalite e chi è rimasto giù comincia a sforrare. Poco dopo siamo tutti alle macchine in viaggio verso Palermo, in attesa della grotta del giorno dopo.

Notizia di: Ceres
Foto di: Ceres e Lombrellone
Video di: Ceres, Martina, Claudio

Jasper & Horace

Incredibile...

guardate un pò chi era in forra con noi!!! Si, è vero... si erano ben travestiti, ma Gaspare e Orazio della carica dei 101 sono sempre riconoscibili!

domenica 10 maggio 2009

Nuovi sentieri nella RN "Grotta di Santa Ninfa"

La riserva naturale "Grotta di Santa Ninfa", gestita da Legambiente Sicilia, ha inaugurato oggi (6 maggio 2009) i nuovi sentieri dell'area protetta: 5 itinerari naturalistici, per una lunghezza complessiva di circa 8 km tra boschi, valli e colline, che costituiscono una valida alternativa alle visite in grotta, consentendo la diversificazione dell'offerta e la possibilità concreta di fruire il territorio dell'area protetta tutelando nello stesso tempo i più vulnerabili ambienti ipogei.

Recentemente oggetto di lavori di sistemazione e tabellazione da parte dell'Azienda Regionale Foreste Demaniali di Trapani, nell'ambito di un finanziamento comunitario del POR Sicilia 2000-2006 richiesto dall'ente gestore Legambiente, i sentieri sono segnalati con frecce direzionali e tabelle informative e didattiche, ed attraversano gli ambienti più rappresentativi ed interessanti dell'area protetta: il vallone Biviere con la sua fitta vegetazione ripariale, i versanti gessosi cristallini ricchi di minute forme carsiche, il laghetto Biviere, l'inghiottitoio dei Pioppi, la necropoli protostorica di Finestrelle.


La giornata dell'inaugurazione è stata dedicata alla scuola di Santa Ninfa, che ha partecipato sin dall'istituzione della riserva naturale alle attività di educazione e sensibilizzazione ambientale proposte da Legambiente. Per una giornata la scuola è diventata protagonista dell'area protetta: i ragazzi hanno percorso con la guida degli operatori della riserva due diversi sentieri, alla scoperta degli ambienti più suggestivi e dei particolari fenomeni geologici che vi si possono osservare.


La Riserva Naturale "Grotta di Santa Ninfa", istituita nel 1996 ed affidata in gestione a Legambiente Sicilia, ricade in un vasto altopiano carsico, di grande interesse geologico, paesaggistico e naturalistico, caratterizzato dalla presenza di numerose grotte e di notevoli formazioni carsiche superficiali: le doline, gli inghiottitoi, i karren, microforme carsiche che hanno modificato l'aspetto originario delle rocce.



Il Direttore

Riserva Naturale "Grotta di Santa Ninfa"
via S. Anna 101 - 91029 Santa Ninfa (TP)
tel. 092462376 fax 092462360
email santaninfa@legambienteriserve.it
www.legambienteriserve.it

giovedì 7 maggio 2009

Zubbia Camilleri - 26 Aprile 2009

Partenza per le 7.30 o almeno così doveva essere. Siamo un po’ in ritardo facciamo subito strada verso il “ridente” paese di Cattolica Eraclea. Per i corsisti di quest’ anno è la prima esperienza in grotta; riusciranno i nostri eroi a superare le insidie della Zubbia Camilleri? Lo scoprire tra poco.
Prima di iniziare ci dividiamo in tre gruppi: il primo capitanato da Marco V. e dal sottoscritto (Gruppo Sexual Chocolate), il secondo guidato da Simone, Alberto e Sandro (Gruppo Villani)
e ultimo ma non per importanza il gruppo di Gnutti, Sebastiano e Spincio ( ormai Piero ) (Gruppo Vermi a Pallini). Per entrare passiamo in mezzo a una siepe i ruvietti e poco dopo siamo gia sopra il primo pozzo (dove come un fissa mi ignagghio la mano), superato da tutti con qualche timore, forse perché era la prima discesa in grotta?

Camminiamo, strisciamo, viaggiamo, mangiamo ed eccoci al secondo pozzo. Molto facile e anche molto insidioso, in quanto le correnti d’aria che si creano a causa della variazione di pressione barometrica tra l’esterno e l’interno fanno sì che si creino dei moti vorticosi viaggianti verso l’attacco del pozzo, di tale forza e intensità da portare con se modeste quantità di fango. Ma siccome noi siamo sempre molto gentili con i corsisti, nello stesso tempo che si infangavano c’era chi li sciacquava dall’alto.

Siamo sopra il pozzo degli anelli, scendiamo e veniamo letteralmente rapiti dal bellissimo gioco di erosione degli strati. Arrivati tutti al fondo un altro pozzettino e poi via verso il quarto pozzo, dove il buio ha creato dei momenti di difficoltà a qualcuno, ma la rassicurante presenta di S.Marco dal Frazionamento rende tutti più tranquilli.
Qui si mangia qualcosa prima di uscire, con la voracità di un branco di lupi siberiani, viene divorato tutto quello che era nei personali, o meglio quello che ne è rimasto dato che qualcuno ha fatto opera di carità verso il Gruppo Villani (si è fatto sgamare u manciari). Usciamo dalla finestrella che ancora c’è luce, la salita verso le macchine è dura, ma il desiderio di arrivarvi è tanto. Dopo un po’ arriva il Gruppo Villani a cui vado incontro per dare sostegno morale e poi al Gruppo Vermi aPallini; dove alcuni, a giudicare dall’espressione sui loro volti, credo non avessero gradito la salita dopo la grotta.

Carichiamo armi e bagagli in macchina e partiamo alla volta di Palermo, dove Sandro rischia di farsi schiacciare dalla jeep di Marco in retromarcia a causa della sua insistente, intollerante e inopportuna voglia di tenere gli abbaglianti accesi.

Notizia e Foto: Ceres