lunedì 28 aprile 2008

Krubera

Per chi volesse fare un giro dentro al grotta ad oggi più profonda al mondo...

http://ngm.nationalgeographic.com/ngm/0505/feature4/multimedia.html


Altre informazioni le potete trovare su

http://network.speleogenesis.info/news.php?news_id=12

martedì 22 aprile 2008

Incontri sulla speleologia


Sono partiti gli Incontri sulla speleologia 2008, organizzati dal nostro gruppo speleologico, in collaborazione con il Dipartimento di Geologia e Geodesia dell'Università degli Studi di Palermo.
I 20 studenti della Facoltà di Scienze MM.FF.NN. iscritti, seguiranno unpercorso formativo composto da incontri teorici ed attività pratiche.

venerdì 18 aprile 2008

Grotta delle Meraviglie 6.04.08

Partenza da Palermo alle ore 8.30, direzione Cefalù, previa sosta a Bagheria.
Appuntamento sul posto con Vincenzo..(..che presto avrà un soprannome!) e subito ci si cambia e ci si prepara all’avvicinamento. Illuminati da un caldissimo sole e dagli occhi dei turisti curiosi cominciamo la comoda scalata della Rocca che ci porterà alla meta… un posto incredibile da cui si gode un fantastico panorama, un posto comodo…, troppo comodo.., ed io che nel frattempo penso “che carino... si arriva in grotta facendo le scale... mmm... ma a che caspita ci servono ‘ste corde che ci trasciniamo dietro allora??” Ed ecco che raggiungiamo la vetta della Rocca... e la grotta dovè?? Ovviamente sotto di noi.


Ed ecco rivelato il mistero delle corde! Ci aspetta una graziosa traversata su un versantino poco affidabile. Ma tanto ormai si sa, se qualcuno deve farsi male non mancano occasioni. La giornata è ancora lunga!
La nostra fantastica guida, quella che ancora non ha un soprannome, si fa strada tra la sterpaglia provvedendo anche alla sistemazione dei traversi, e affidandoci a lui, e a dei fantastici chiodi che risalgono probabilmente alla prima esplorazione di questa grotta (non c’è motivo di cambiare qualcosa che fin ora ha funzionato così bene!) raggiungiamo la tanto desiderata Grotta delle Meraviglie!

Ci aspetta un bel po’ di lavoro, quindi cominciamo subito con un’esplorazione veloce delle prime sale sparpagliandoci e facendo qualche foto. Sembra proprio un posto adatto a me, basta respirare per rompere qualcosa! Tra l’infinità di eccentriche che ci circondano e l’infinità di foto fatte non ci rendiamo neanche conto del tempo che trascorre!








Nonostante la grotta non sia di notevoli dimensioni, tra foto e cazzeggio si fa veramente tardi, considerando che correvamo anche il rischio di restare chiusi alla Rocca passato l’orario limite. Si decide quindi di tornare e di fermarsi all’ingresso della Grotta, da cui si ammira un fantastico panorama, e di gustarsi le tanto acclamate frittatine delle Stokka! (..per chi non lo sapesse la loro fama ha raggiunto anche Cefalù!). Dopo la breve, ma intensa, pausa siamo pronti alla sempre più graziosa traversata che ci riporterà in cima e poi la rilassante discesa fino alle macchine!
Un po’ di tempo per cambiarsi, cazzegiare e si decide quindi di andare a prendere un gelato al lungomare e di andare a fare un giretto in fuoristrada. Ecco cosa succede a programmare le cose!!




Ignari di cosa stava per accadere, ci divertiamo a ricordare alcuni episodi di vita passata, in particolare quella della Stokka! L’affermazione che più ci colpisce proviene da Marco L. il quale, ignorando il fatto di essere un uccellaccio del malaugurio, dice: “Ma vi ricordate quando la Stokka è stata in ospedale… in effetti è tanto che non ci va…”.
Non avendo il minimo sospetto sulle capacità sovrannaturali di Marco L. proseguiamo il nostro giro, ci gustiamo il nostro fantastico gelato in spiaggia, ed ecco che accade qualcosa, qualcosa che mai nessuno avrebbe immaginato, qualcosa che è riuscita a cambiare la storia, almeno per un po!! Improvvisamente la Stokka diventa “La Stokkata”!
Approvato il fatto che qui c’è qualcuno che porta sfiga, e qualcun altro che agisce per lui (vi ricordate chi è che in questa storia non aveva avuto ancora un soprannome??), un semplice sgambetto si trasforma in una distorsione al mio ginocchio destro con conseguente caduta a terra e presa per il culo da tutti che ovviamente non avevano capito un caz!
Ma quale migliore occasione è quella di farsi male in compagnia del Soccorso Alpino! Mica è da tutti! Operativi come non mai NikNak e il nuovo soprannominato “Stokka la Stokka” corrono a prendere le macchine, mentre il gemello ingegnoso di Marco L. provvede alla realizzazione di una stecca con una foglia di palma e dei cordini in kevlar! La nostra giornata si conclude quindi al pronto soccorso di Cefalù, da cui usciamo veramente stanchi ma anche affamati! Il tempo di una pizza e dei ravioli alla Cernia di quel porco di Topolino, e si torna a casa!

Notizia della Stokka(ta)
Partecipanti: Marco L, GiGina, NikNak, “La Stokkata” e “Stokka la Stokka”.

P.S. : Un ringraziamento sincero a tutti x quello che avete fatto e per essermi stati vicino! Tornerò presto tra voi, magari ancora più Stokka di prima! Grazie!
..è proprio vero che mancu a morte n’ammazza!

venerdì 11 aprile 2008

Scavo alla Paleorisorgenza Monte Conca 6-4-08

L’appuntamento è, al solito, alla rotonda di via Oreto alle 8. Indovinate un po’ chi è in ritardo? Nemo dopo mezz’ora buona si arricampa, la notte per lui è stata lunga e togliersi tutto il fondo tinta sicuramente non lo ha aiutato ad andare a letto presto. Comunque sia, si parte.

Presenti all’appello: Io, l’Anguilla del Civico, u Spinciunaro, Nemo e sei caldarelle. Arriviamo alla risorgenza verso le 10 e dopo un ora siamo sotto parete e iniziamo a salire. Il programma per la giornata è quello di avanzare nello scavo del cunicolo di destra, attrezzare una specie di teleferica per portare via le caldarelle senza rimetterci le ginocchia e magari riuscire a vedere se esiste una continuazione. Nell’ordine saliamo: Io, Giovanni, u Spinciunaro e Nemo.


I primi due ripuliscono la parte iniziale del condotto, togliendo tutte quelle pietre appuntite che fanno tanto bene quando si striscia di panza. Gli altri due invece scavano nel cunicolo di destra, iniziando col togliere il bordello che ho fatto l’ultima volta e cercando di avanzare il più possibile. L’idea della teleferica è irrealizzabile, tetto troppo basso (anche se vedremo in seguito di abbassare il pavimento), così il materiale d’armo resta inutilizzato.

Già da subito si presenta il problema dello scarico del materiale. Dove si butta? Di sotto? Decidiamo che non è cosa saggia, il detrito che si accumula potrebbe franare su qualcuno che si reca alla risorgenza per campionare e siccome alla salute dei membri del gruppo ci teniamo, per adesso si tiene dentro, poi si vedrà.

Arriva ora di pranzo e il buon Spinc ci delizia con una sorpresa molto gradita, se non per chi aveva pensato di mangiare i soliti panini; dopo il primo l’immancabile thè, ma come capirete dalla faccia di Marco, manca lo zucchero e il limone e poi anche la frutta.

…Gozzoviglio…

Dopo un po’ sentiamo voci di persone venire dall’esterno e ci accorgiamo che Vincenzo è impiegato in una visita guidata con un gruppo di turisti. Ci buttiamo una voce e si torna al lavoro. Nemo e Spinc sono avanzati di un paio di metri e adesso lì davanti a me c’è un montarozzo di terra che non permette di vedere oltre (non è quello del filmato dove c’è la palettina). Lo spazio tra tetto e letto è di circa 20 cm, troppo poco per passare. Con la mitica palettina della Brunner in un’oretta spianiamo il montarozzo e arriviamo a vedere oltre. A differenza dei depositi precedenti, molto sottili e polverosi, quello appena tolto era più sabbioso e molto meno pulvirulento. Distintamente sento tirare aria verso l’interno della grotta, cosa che u Spinciunaro usa a suo favore per disperdere nell’aria, già abbastanza rarefatta, le sue armi batteriologice; ed è il povero Nemo a scoprire gli effetti di queste tossine (vedere per credere) sul cervello umano.

Il buco è ancora stretto, il caschetto mi ingombra, così lo tolgo e col frontale in mano mi infilo per riuscire a vedere oltre. Vedo due vie, a sinistra e dritto davanti a me. Il punto limite è la famosa balata, dopo di essa mi sembra di vedere che si continua per una paio di metri, ma il buco si è ora ristretto a circa un 30 X 20.

…Siamo a -690 metri dalla meta…






Usciamo verso le 17.30 e per le 19 siamo in viaggio. Viaggio che sarà anch’esso un insieme di scoppiettanti estrernazioni da parte ru Spinciunaro, annusare per credere.

Alla fine di questa uscita si decide di fondare un nuovo sottogruppo; dopo le Speloseghe e Speleopanze ora è nato il Sottogruppo Speleologico Talpe del Conca (prendendo spunto dal Gruppo Speleologico Talpe del Carso). Chi si vuole unire è sempre ben accetto, ma si dovrà guadagnare le mostrine sul campo…

Notizia, foto e video di Gebedia

Partecipanti: Juan Anguila de el Civico Coimbra de la Coronilla y Azevedo, Nemo, U Sfincinuaro (ver. Fave di Fuca) e Gebedia

martedì 1 aprile 2008

Resoconto del Campo 2008

Riassumere quello che può succedere in 4 giorni di convivenza speleologica è veramente difficile!

Proprio per questo, invece di tentare una sintesi personale, scegliamo di raccontare tutto con un packwork di impressioni di chi era lì.

Giovedi 20 marzo 2008

Rosi

Alle 7 meno qualcosa mi chiama Nemo,
devo prendere la macchina, abbiamo appuntamento io e lui sotto casa mia alle 8 per poi incontrare gli altri alle 8.30 in via Oreto, io ho tutto il tempo di finire di cuocere le mie lasagne e fare lo zaino, alle 7.50 comincio a caricare la macchina,
alle 8.20 ancora nessuna notizia di Nemo, le lasagne sono pronte, lo zaino pure e io aspetto…alla fine Nemo arriva e incontriamo gli altri. La mia macchina è stra carica fra spesa e materiale, ma anche il fuoristrada di Marco V. non scherza. Riusciamo a stipare tutto, compreso Però che cerca di fare l’atletico e entrare dal finestrino ma ormai l’età si fa sentire, e si parte.

Il viaggio passa fra una chiacchierata e l’altra tra me e Nemo e lunghi silenzi dello spincionaro, Spinc per gli amici, (s’addummisciu subito!!!), vapori di lasagne, uno stadio fantasma, niente musica e poca benzina.

Si arriva al motel San Pietro, si fa benzina e si riparte subito. Arrivati a quella che era una vecchia casa cantoniera adesso ristrutturata e sistemata, la nostra dimora per questi giorni, scarichiamo tutto e dopo una breve digressione per andare a prendere le chiavi, ci avventuriamo dentro. La prima cosa che ci appare chiara è che nelle vecchie case cantoniere amavano i cessi, ce ne sono 8, uno a testa, ma una sola doccia, il tutto è cmq carino, pulito, e ben sistemato.

Io sono stata nominata la signora della cucina, in poche parole si tratta solo di un titolo per mascherare lo sfruttamento, sistemiamo la spesa, i sacchi a pelo, e il materiale da grotta.

Marco V. trova un piccolo giocattolo da usare sul “meraviglioso” sacco a pelo dello Spinc, e istituiamo un fondo cassa, che posizioniamo in un luogo strategico, definito caldo umido e confortevole….

Ci sediamo e tra un…..non mi ricordo come si chiamava…credo sia poi stato battezzato “il pane con la pezzame” della mamma di Nemo e un goccetto di grappa, ci organizziamo per l’indomani.

Secondo i programmi io, Marco V. e Simone dovremmo entrare all’inghiottitoio, mentre Nemo, Spinc e Però dovrebbero dilettarsi a scavare. Aspettiamo anche notizie di Massimino, che poi causa mal di schiena decide di non venire e andiamo a letto. Qualcuno crolla immediatamente, qualcuno russa, e anche tanto, qualcuno si smuove tutta la notte sulla brandina e qualcun altro si soffia il naso pure mentre dorme.

Appuntamento alle 20:30 al bar in via Oreto destinazione Monte Conca, a partire siamo in 6 Marco V, Rosi, Simione, Xò, lo Sfincionaro e Nemo. Cominciamo bene, il vecchio Nementocle nn si smentisce arrivando alle 20:45 guadagnandosi un disarmata completa dell'inghiottitoio...hahahaha!! Tra le lamentele varie "un m'arrurlati i sedili" "minkia che strittu" ci si stipa in macchina e si parte (min#!!a quante cose entrano in un defeder!!). Arrivati alla casa cantoniera ci si sistema per la notte ma tra assegnazione compiti, casatiello e pastiera napoletana si fà l'una.



Venerdi 21 marzo 2008

Rosi

La notte quindi è un poco movimentata, io mi alzo prima che la sveglia suoni, fa un bel freschetto, ma c’è un bel sole fuori, sono le 7.30. io mi faccio la doccia con il bagno schiuma all’orchidea appositamente comprato per accontentare i gusti di Però, qualcuno fa il caffè, e si fa colazione tutti insieme. Con la scusa che sono la signora della cucina, mi appioppano di fare i panini, ma Però e Nemo (la drag queen o figlio di Bud Spencer) mi danno una mano, mentre Simone e Marco V. vanno a comprare la pellicola e a fare benzina (scuse per non fare i panini).

Alla fine siamo pronti, deciso che andiamo tutti all’inghiottitoio, ci stipiamo in macchina con tutto il materiale e partiamo. Imbragati, comincia la discesa, prima Marco V., poi io, Simone e a seguire Marco Spinc, Nemo, Però. La grotta sembra viva, si sente rumore d’acqua ovunque e in effetti scendono giù per i pozzi delle simpatiche cascatelle. Al primo e secondo pozzo mi arrivano solo schizzi, ma al quarto si tratta di una vera e propria doccia. Per scendere al fondo della grotta impieghiamo un poco di tempo (cambio armo, qualcuno si fa un micro voletto per raggiungere il fondo), ma alla fine siamo tutti giù. Siamo un poco bagnati, ma la prima cosa da fare è pranzare. Panini, kinder cereali e tavolette di cioccolata. A pranzo concluso io mi sistemo sotto il telo termico, da sola, da brava egoista, mentre Simone fa sicura a Marco che si appresta a fare una risalita alla base del 4 pozzo. La risalita è roba tosta, stancante e faticosa e soprattutto poco sicura viste le pareti in gesso. Era già stata cominciata nel dicembre del 2006 e oggi la si vuole finire. Marco e Simone si mettono a lavoro, io osservo, Però, Spinc e Nemo decidono di farsi una passeggiata sino al sifone che chiude la grotta per combattere il freddo. Dopo un poco li seguo anche io, il freddo si fa sentire e siamo fradici, mettersi in movimento e uscire dal telo termico costa fatica, ma non mi sento più le gambe. La galleria non è cambiata tanto, a parte che c’è più acqua, per la maggior parte la percorro da sola. È una sensazione che mi piace, so di non potermi perdere, e mi godo il percorso che faccio lentamente, a tratti in piedi, a tratti in ginocchio. Il tetto infatti si alza e si abbassa secondo ritmi che a me sanno di armonia musicale. Poco prima del sifone incontro Piero, e poco dopo Nemo e Spinc. Io proseguo sino al fondo e loro mi aspettano, torno indietro con Piero, Nemo e Spinc rimangono seduti al buio, Però mi suggerisce che forse sono gay e hanno bisogno di appartarsi. Quando riemergiamo dalla galleria, la risalita è vorticosamente avanzata, si sente il trapano misto ai grugniti di Marco V. Un breve spuntino e di nuovo sotto il telo termico. Il freddo è pungentissimo, stavolta faccio spazio a Però e poco dopo si avvicinano anche Nemo e Spinc, che si immerge sotto il telo e ovviamente che fa?...si addormenta. Non so a che ora Marco scende, ci decidiamo a uscire, la risalita non è finita, ma manca veramente poco e c’è anche domani. Risalire significa farsi un’altra doccia gelata, i muscoli sono freddi e cerchi di andare veloce per bagnarti meno possibile, il risultato è che ci si stanca un sacco. Simone chiude, risaliamo, io sono davvero stanca e fradicia, come tutti del resto. Al secondo pozzo un inno a Gesù da parte di Simone ci fa bloccare, il cordino del sacco materiale si rompe ma il sacco fortunatamente scivola, si incastra e non precipita, rimane bloccato. Uscendo mi sembra di gelare, non riesco nemmeno a ragionare bene, non c’è sole ma un venticello che ti si attacca addosso, mi cambio e mi infilo in macchina, non ho fame e nemmeno sete, solo un freddo mostruoso. Ma alla fine la giornata si conclude, rientriamo, doccia per tutti, c’è chi fa storie per lavarsi, chi vuole la coca cola, qualcuno chiede la spuma, qualcuno si asciuga le mutande, l’unico paio a disposizione che verrà poi usato per 4 giorni. Mettiamo il materiale ad asciugare e azzanniamo le lasagne. Non mi ricordo quasi più niente di quella sera, dovevo essere stanca, sono andata a comprare la coca cola con Però, niente spuma, ma dopo le lasagne…boh, mi ricordo solo il sacco a pelo e le solite russate di qualcuno, insomma direi di un po’ tutti.

Sveglia alle 7:30 dopo aver fatto colazione e preparato i panini x il pranzo si decide di entrare tutti e sei in grotta. Ci si cambia e via tutti dentro la grotta che è già "armata" e quindi si procede più o meno velocemente, ma alla base del 4° pozzo c'è chi si fà un bel volo di 2 m (mi sa ca quaicunu ci lavi sarbata) un pò umidicci si pranza e via ognuno a propri posti. Marco V. continuerà una risalita alla base del 4° pozzo iniziata tempo fà, il buon Simione farà da sicura, Xò, Nemo e lo Sfincionaro seguiti da Rosi percorreranno la galleria finale fino al sifone. Dopo circa 4 ore di trapanate e scomode posizioni Marco V. decide di continuare la risalita l'indomani così cominciamo a salire, il 4° pozzo è bellissimo ma una leggera pioggerellina ci nega lo spettacolo, si sale veloci tranne Simone alle prese con un sacco ribelle (min#!!a ru culu).

Intorno alle 19 siamo tutti fuori cambiati e di ritorno alla cantoniera dove sistemata l' attrezzatura ad asciugare comincia uno schiticchio a base di olive, casatiello, patatine ed il tipico vinello, doccia e cena a base di lasagne preparate da Rosi (buonissime).

Lo Spincionaro

Il primo giorno lo passo nell’inghiottitoio di Monte Conca, a me fino a quel giorno sconosciuto, infatti sono del tutto nuovo di grotte nei gessi. Prendo subito confidenza con il fango in cui sprofondo gia dai primi passi ma comincio ad apprezzare i pozzi, i meandri e i saloni che sono diversi da quanto visto fino ad ora in altre grotte. Il ritorno verso l’uscita è un po’ faticoso data la profondità dei pozzi che salgono nel vuoto, costantemente sotto l’acqua ma in fondo in fondo godi un po’ e sei soddisfatto di essere stato dentro Monte Conca.

La sera alla cantoniera passa allegra tra vino, lasagne e grappa. C’è chi esagera e finisce mriacu ma va bene cosi.

Sabato 22 marzo 2008

Rosi

La mattina seguente la casa è caotica, il materiale speleo è ancora fradicio, si fa colazione e stavolta invece della signora della cucina sono la signora della nutella…ho solo fatto i panini per tutti. Poco dopo si arricampano gli altri sfasciati, Giorgina e Lucari, la Stokka, Topolino e Ceres, ripresosi da vomito e diarrea. A quel punto dopo avere fatto l’esattore delle tasse, faccio la doccia e parto alla volta del paese con Simone per comprare la carne…stavolta nono ho dovuto fare i panini…hi hi hi. Riusciamo a trovare spuma e coca cola e a risparmiare ben 60 centesimi sulla carne grazie a potentissime raccomandazioni!!!

Stasera arrostita di carne! Ci separiamo in due gruppi, Topolino, la Stokka, Giorgina, Lucari e un volenterossissimo Nemo, si dirigono all’inghiottitoio per finire la risalita e visitare la grotta. Io e il resto della marmaglia ci dirigiamo verso la paleo risorgenza. Per arrivare li, dopo esserci cambiati, attraversiamo un fiume in piena e ci arrampichiamo fra la giungla selvaggia, e a me viene pure l’allergia, ma non sono la sola a smocciolare, almeno io uso i fazzoletti…schifoo!

Mentre noi sostiamo, Marco V, si cimenta in un'altra risalita per raggiungere l’ingresso della grotta monta una corda, ci accorgiamo che i panini sono in macchina, fameeee... ok qualcuno torna indietro e li prende. Il resto di noi si avventura dentro. Si fanno foto, e rilievo, ma c’è da scavare. Ceres ha portato con se tutto il materiale e dopo pranzo e post rilievo, lui, Spinc e Però si cimentano nella scavata, poco dopo li seguono Marco V e Simone e io… dormo!! Fuori ormai fa buio e noi siamo ancora dentro, sono solo le 7, almeno credo, quando cominciamo a scendere. Prima Simone poi io, cominciamo a fare strada e poco dopo ci raggiunge lo Spinc. Riattraversiamo la giungla, io adotto la famosa tecnica di discesa detta “ di culo”, qualcuno invece finisce decisamente con il culo a terra e per ben due volte!!! Alla fine arriviamo in macchina, ci si cambia, si parte verso casa. Qualcuno si fa la doccia e si occupa del fuoco, qualcuno va in sede in paese e poi passa a vedere cosa combina l’altro gruppo all’inghiottitoio. Topolino, Giorigina e la Stokka sono fuori che aspettano Lucari e il buon Nemo che ha tanto insistito per disarmare tutto. La risalita a Monte Conca si conclude, ma si trova solo un terrazzino, niente prosecuzione. La sera si arrostisce carne, ma siamo tutti stanchi, dopo cena Giorgina e Lucari ci salutano, tornano a Palermo, noi ci corichiamo, in 11 in una stanzetta e vai con il concerto delle russate che stanotte arriva a toni profondi e vibranti, mamma che palle non si può dormire!!!!

L’indomani, colazione veloce, carico la macchina, saluto tutti e io e Simone partiamo, la giornata è fantastica, mentre guido osservo il paesaggio, la mia terra, calda e lussureggiante e mi viene un po’ il groppo alla gola, devono passare 5 mesi per vederla di nuovo, per respirarla. Lascio Simone a casa, la mia vacanza è finita, la sera devo partire di nuovo, notte in aeroporto a Londra e poi via di nuovo verso Dublino, la pioggia e un raro sole..finto per giunta,

ciao Sicilia, ci vediamo a settembre.


Sveglia alle 8. Dopo aver fatto colazione e preparato i soliti panini per il pranzo arriva il resto del gruppo che parteciperà al campo, Ceres, Nicoloso, Stokka, Giorgia, Marco L.

Fatti 2 conti si decide di dividersi in 2 gruppi.
I° gruppo. il Nicoloso continuerà la risalita alla base del 4° pozzo, la Stokka farà sicura mentre Giorgia e Marco L. arrivano fino al sifone per poi successivamente fare un giro ai rami nuovi accompagnati da Nemo. Dopo 5 ore di trapanate il Nicoloso arriva sul terrazzino che si intravedeva balla base del 4° pozzo... ma niente non continua!!! Stanchi e scontenti cominciano a risalire mentre Nemo si godrà il premio vinto giovedì, la disarmata!.
II° gruppo: Marco V decide di andare a rilevare la Paleorisorgenza di Monte Conca, lasciatamo la macchina nei pressi del Ponte Romano guadiamo il Gallo d'Oro e traversati dei campi coltivati giungiamo in mezzo alla selva e lì a colpi di zappa e caldarella ci facciamo strada in mezzo ai rovi fino alla base della parete dove penzola una vecchia corda che Marco V. usa con cautela x salire all'entrata della Paleorisorgenza, dove dopo diverse trapanate armerà nuovamente la campata, nel fra tempo ci accorgiamo che il sacco cibo e rimasto in macchina e molto generosamente Ceres e lo Sfincionaro si offrono volontari per il recupero.

Arriva il libera da Marco V e arrivati su lo spettacolo non è dei migliori: il piano di calpestio e ricoperto da guano di piccioni (succi cu lali) la morfologia non è niente di nuovo, tipica dei gessi. Notiamo però dei depositi fluviali sulle mensole con ciottoli e pezzi di marna o calcilutite o lutite lascio ai geologi il riconoscimento, aggaddatevi. Il tetto della cavità si abbassa quasi subito per proseguire con un cunicolo “monopersona” testato da Simone.

Marco V. con l'aiuto un pò di tutti inizia il rilievo che interrotto dalla pausa pranzo finirà subito dopo, finalmente arriva il momento di Ceres che in testa al gruppo comincia a scavare e smartellare supportato dallo Sfincionaro e Xò intenti al trasporto delle caldarelle fuori dal cunicolo, nel fra tempo Marco V, Simione e Rosi fanno delle foto; intorno alle 18 decidiamo di iniziare a scendere lasciamo armato con la speranza di tornarci presto x continuare le opere di scavo.
Tornati alla cantoniera solito schiticchio con olive e vino in attesa che il I° gruppo ritorni e finalmente alle 21 grigliata serale a base di salsiccia, puntine di maiale.

Subito dopo cena Marco L. e Giorgia tornano a Palermo.

Lo Spincionaro

Il secondo giorno arrivano i rinforzi e il gruppo si divide: due gruppi, due grotte; a me tocca un giro non troppo faticoso con MarcoV, Rosi, Simone, Xò e Gebedia alla paleo-risorgenza dove c’è da rilevare e scavare.

Dopo aver fatto con Gebedia 4 volte il tragitto di avvicinamento alla parete, causa “scuiddatina ru sacco-cibo”, si sale su. Una frattura verticale fa da ingresso a una grotticina da cui partono un paio di budelli che sembrano quasi dei piccoli qanat; la grotta è piccola ma per niente banale data la posizione alta che ci fa godere di un panorama riservato a pochi. C’è chi rileva, chi fa incetta di cadaveri e c’è chi scava.

Stokka

Partenza sabato mattina alle 7.30, Marco, Ceres e Stokka in una macchina, i coniugi “Lucarì” nell’altra. Arrivo alla casa cantoniera dopo il solito ristoro al San Pietro, un po’ di consueto cazzeggio e finalmente ci si organizza la giornata stabilendo i ruoli. Lo squadrone diretto a Monte Conca è composto da me, NicNac... Topolino... o come lo volete chiamare lo chiamate.., Ceres, Nemo, Gigina e “il gemello buono” ( Qualcosa in più: Forse non tutti sanno che recentemente alcuni di noi, in particolare il povero Nemo, sono venuti a conoscenza della doppia personalità di Marco L., il quale sostiene di avere una parte buona e una cattiva…Il caso..vuole che, almeno fino ad oggi, ogni giornata si conclude con “Menomale che oggi ha preso il dominio il gemello buono!”…Eh si..che culo direi!). E’ quasi tutto pronto per entrare ma all’orizzonte spuntano Vatto e Xò..con il mio caschetto!!…ora.., va bene che spesso me la vado a cercare (vero Marco??) , ma stavolta.., ma come kaz..c’è finito il mio casco là! ..io ancora non me lo spiego!! Misteri a parte ci addentriamo! Velocemente si raggiunge il secondo pozzo, dove Mickey (da Mickey Mouse.. ovviamente!) si approccia a sistemare l’armo.. considerando il fatto ce ci siamo rotti di “ammargiarci” sotto la cascata! Dopo due tentativi vani, e due fix piegati appizzati alla parete, (oltre le varie invocazioni angeliche che solitamente ci accompagnano..) Mickey intuisce che qualcosa non va.. meglio cambiare la punta del trapano!! Ci siamo, armo sistemato e si scende di volata fino al quarto pozzo, dove anche qui si decide di evitare la cascata e tocca sempre a Topolino azzizzare un deviatore (non particolarmente simpatico a tutti!). Pausa schiticchio tra insalatissime e panini che sanno di autogrill, e subito a lavoro! Mickey si occupa della risalita verso l’ambito terrazzino, io gli faccio da sicura, i coniugi vanno in avanscoperta verso il fondo zolfoso, Nemo.. dorme! Dopo circa un paio d’ore e 2 chiodi, Gigina da il cambio a Nemo che con molto entusiasmo accompagna Luk al Ramo Nuovo! Tra curtigghi e favole di Andersenn, mentre Mickey si rompe il culo accompagnato dalle risatine sgallettanti mie e di Gigina, dopo quasi 5 ore di risalita finalmente raggiunge il terrazzino, da cui a quanto pare si gode di una bella vista.. e basta..! Come si dice..”ruttu, struttu e cu u culu ruttu” risuona una sola parola: “USCIAMO!”. Nonostante fossi io l’ultima della carovana, lo sfortunato Nemo non aveva fatto i conti con la gemella cattiva della Stokka (che per chi non lo sapesse è quella velenosa di cui spesso si parla..)! In compagnia del gemello buono (ogni tanto un po’ di culo ci vuole..) inizia la lunga disarmata di Nemo! Le prime a uscire dalla grotta sono le Girls, seguite da NikNak e in ultimo Luk e lo sfinito Nemo! Tutti un po’ stanchi ma con la consapevolezza di una sbutriata a base di porco e ..una doccia calda.. strano ma vero!

Ceres

Dovevo partire giovedi sera con tutti gli altri, ma purtroppamente una lancinante cefalea mi lascia a casa. Ma non finisce sicuramente qui, la magnanimità di Nic Nac mi dà qualche speranza, così sabato mattina passano sotto casa mia la STK e lo stesso e partiamo in direzione Milena. Ci aspettiamo di non trovare nessuno, perché si sono alzati presto e sono entrati subito in grotta (‘nca pecciò), invece il gruppo è ancora alla base e il livello di attività cerebrale rasenta quasi quello dei moschini delle Svalbard (in particolare quello del Neo Dottore).

Posiamo il nostri zaini e ci prepariamo ad affrontare la giornata. Un gruppo và all’inghiottitoio e l’altro, in cui mi includo (Marco V., Rosi, u Spinciunaro, Simione e Xò), alla paleorisorgenza. Passando in mezzo ad una selva oscura che la diritta via era smarrita (mai parole furono tanto azzeccate) si arriva alla base della parete e si inizia a salire. Intanto la “riccia” ha una grave crisi di smorbamento, a cui suppliscono (‘nchia paroloni) per buona parte della giornata i miei fazzolettini. Ad un certo punto questa intrattiene un breve dialogo con il buon Simone di cui trascrivo le fasi salienti.

Il Buon Simone: ma a che sei allergica?

La Riccia: alla Parietaria.

Il Buon Simone: come quell’alberello che c’hai sopra u caschetto?

La Riccia: Se.

Passato questo qualcuno fa notare una cosa molto più importante: picciotti ma i panini cu l’avi? Ci guardiamo tutti ‘nte facci e scopriamo che erano rimasti nella macchina. Ni armamo i pacienzia e io e u Spinciunaro li andiamo a prendere. Nel frattempo i ragazzi cominciano a rilevare, cosa che sicuramente andrà rifatta in seguito dato che c’è da scavare; tantooooooo!!!

Il compito della disostruzione è affidato al sottoscritto, ma mi rendo subito conto che la caldarella non passa per il buco e allora opto per cominciare ad approfondirmi e nel contempo avanzare. In quell’oretta e mezza di scavo ho percorso circa tre metri abbassandomi di circa 20 cm (se non di più). E non finisce di certo qui…

Torniamo a casa dove ci aspettano: una doccia calda, “i puntini”, “a sasizza” e un sacco a pelo sul cotto (no u prosciutto u maruni). La nottata sarebbe passata meravigliosamente se non per un impianto dolby 5.1 dietro alla mia nuca, ma questa è un’altra storia.

Domenica 23 marzo 2008


Sveglia alle 8 dopo aver fatto colazione Simione e Rosi preparano lo zaino x tornare a Palermo, Simione, per futili motivi, giovedì 27 si laurea mentre Rosi tornerà a Dublino a travagghier. Decidiamo di dividerci nuovamante in 2 gruppi:
Il I° gruppo formato da Marco V. ,Sfincionaro, Nemo e Ceres andranno a rilevare e fotografare la grotta del Mortaio.
Il II° gruppo formato dal Nicoloso, Xò e la Stokka andrà a fare una capatina alla risorgenza attiva di Monte Conca.
Intorno alle 18 ci si ritrova tutti sul retro della cantoniera per lavata collettiva di attrezzatura personali ma soprattutto il materiale del gruppo "fituso da fare paura" e buone 1,2 ore per riuscire a capire che cosa avesse combinato quella grandissima ragioniera di Rosi con i conti della spesa. Cena a base di pasta e cosce di pollo alla brace e poi una decisione improvvisa si torna tutti a casa.

Lo Spincionaro

Sembra incredibile ma arrivo al terzo giorno e non sono ancora morto…

Di nuovo due gruppi e due grotte: stavolta con MarcoV, Nemo e Gebedia andiamo alla Grotta del Mortaio (grotta orizzontale). La maggior parte della mattinata ci passa a cercarla ma abbiamo cosi modo di vedere un po’ meglio la zona circostante. Durante la ricerca troviamo ed esploriamo alcune spaccature di un paio di metri circa che si insinuano nella roccia; aperture di scarso interesse ma che ci testimoniano come l’area sia molto interessata da fenomeni carsici e per tanto da considerare zona di alto interesse.

La grotta del Mortaio è pressoché orizzontale a parte qualche blocco crollato e qualche abbassamento. MarcoV approfitta dell’uscita per fare foto ma anche per darci modo di capire in cosa consiste l’attività di rilevamento e quali sono i metodi di lavoro: un’uscita quasi didattica.

Ultima sera a Monte Conca: si lava e si sistema il materiale, si preparano gli zaini, si cena con la sobrietà che ci contraddistingue e poi con tutta calma si torna a casa, alla vita “normale”.

Ceres

Il giorno dopo, alzati con calma, andiamo alla ricerca della grotta del Mortaio. Da cercare, rilevare e fotografare. Cominciamo a girare. Sù, giù, di lato, in parete. Nulla. Quando sotto a una sporgenza e coperta in parte da un alberello vedo una “spaccazza”, penso l’ho trovata!!! E invece non è quella, si tratta di una spaccatura nel fianco della montagna che un giorno o l’altro porterà al distacco di una parte della parete. La frattura si sviluppa verticalmente e lungo un’unica direzione per meno di 15 metri.

Alla fine la troviamo. La grotta inizia con una serie di giganteschi blocchi di crollo che portano poi ad un ambiente più piccolo e stretto, da qui si scende in un altro ambiente che inizia a farsi più stretto e cunicolare. Fino a chiudere di li a poco. Marco V. ci spiega quali sono i rudimenti del rilievo, come si scelgono in punti, come si prendono le misure, quaderni, laser, clinometro, bussola, uniposca, matite e gomme.



Usciamo e uscendo fotografiamo. Con molta calma torniamo alla base e gia alle 20 eravamo tutti sazzi e rilassati, perché quindi partire domani? Il capo suggerisce: partiamo ora? Io e gli altri due: m’accuollu!!! E così si torna a casa con un giorno d’anticipo.

Tirando le somme, cosa ho imparato da queste uscite. Ho imparato (o meglio ho avuto la conferma) che nella vita ci sono poche cose importanti (almeno per me):

la Natura,

un bicchiere di vino sempre pieno,

della carne che arrostisce sul fuoco,

tanti buoni amici con cui farsi quattro sane e grasse risate,

e che a Nic Nac ci piacciono i me tappini…e ‘nte cuoinna pikki ti lavasti u materiale cu chiddi…

Il momento più bello? L’uscita alla grotta del Mortaio e il ritorno verso la macchina. Alle volte non so perché, certi momenti restano impressi nella mente delle persone, normali per alcuni, da ricordare intensamente per altri. Riflettevo, addentrandomi in questa grotta che inizia così grande e ampia e poi si restringe piano piano, del fatto che era come se ti volesse in un certo senso abbracciare, per poi farti finire rannicchiato alla fine. Ma soprattutto mi è piaciuta l’uscita; il ricordo del sole limpido, dell’erba che dolcemente ti accarezza mossa dal vento forte. E per un attimo, o qualcosa di più, l’essere senza pensieri…

…ecco, forse, perché si và in grotta; per fuggire dal mondo, per essere protetti o forse per sostanziale cazzeggio…

…scusate l’intensità delle parole, ma ho mangiato tanta cioccolata e l’endorfina mi rende un po’ felice…

Stokka

Domenica .. Pasqua.. auguri.. bla bla..

Per quelli che sono riusciti a dormire nonostante qualcuno avesse dimenticato acceso l’impianto surround..comincia una nuova giornata, più o meno pesante..

La mia è stata davvero uno sguazzo! Con molto comodo io, Nik e Xò (recentemente soprannominato “Parlamento” .. chi vuole intendere intenda..) ci dirigiamo alla Risorgenza. Dopo aver scambiato 2 chiacchere con una coppia di “Turisti fai da te” armati di piccozza ci dirigiamo verso l’ingresso! (Peccato che non avete visto l’abbigliamento di lei.. VIPERA lo so.. ma che posso farci.. sono sempre femminella!). Forse per le conseguenze delle poche ore di sonno del giorno prima (causa impianto surround con set di tre casse), o forse perché in tre un cervello non lo facciamo, ci rendiamo conto di aver dimenticato i moschettoni e le placchette a casa! Ma siamo qui e decidiamo comunque di addentrarci fin dove possiamo. Dopo una breve ma intensa disquisizione su un povero pipistrello che ha decisamente fatto male i conti se pensava di poter dormire in santa pace, usciamo con l’intenzione di raggiungere una vecchia miniera da quelle bande. Nonostante lo spiccato senso dell’orientamento di Topolino e le indicazioni di Vatto (..Prendi il divieto d’accesso!!) non siamo riusciti a raggiungere il posto! Decidiamo da tornare a casa, considerando anche il fatto che un unico pensiero occupava la mia mente.. Devo vomitare!

Piccola pausa culturale.., ci fermiamo ad osservare la natura che ci circonda, .. una poiana.. i germani.. un gheppio che preda un piccolo rettile che non ha capito un kaz.. di quello che gli è successo.. poi decidiamo di non battere la fiacca e di fare qualcosa di utile alla comunità.. pulire l’attrezzatura!! Non è stato facile ma è stato bello scoprire di che colore sono i cordini di Vatto!!..viola.. che carini!!

E finalmente giunge l’ora dell’arrostuta di pollo, e della pasta sugo e ricotta!

A pancia piena e soddisfatti si torna a casa!

..dimenticavo.. ci sarebbero un paio di lamentele.. Forse qualcuno dovrebbe ripassare la tanto venerata “Regola del panino”.. questa poi ce la discutiamo..

Simione

Penso che questi giorni insieme siano serviti a conoscerci meglio, a imparare a tollerare le varie sfaccettature dei nostri caratteri, tipo Vatt ca lassa u dentifrico nell'altro bagno o Però ca si lamienta perchè va lasciando le sue cose in giro e poi non le trova!
Di giorno in grotta, a cena sasizza e vino, questi sono gli elementi che ci hanno permesso di vivere questa esperienza nel migliore dei modi... e la notte "Al concerto di tromboni, di bombarde, di cannoni, che le palle in tutti i tuoni all’orecchio fan fischiar" (Le nozze di figaro)



In conclusione... in questi giorni abbiamo terminato una risalita di circa 20 metri, alla base del quarto pozzo dell’inghiottitoio. Purtroppo non ha dato gli esiti sperati, rivelandosi solo un terrazzino, ma finchè non ci si mette il naso dentro... ogni finestra potrebbe essere una prosecuzione.

Abbiamo rilevato e fotografato la Grotta del Mortaio e la Paleorisorgenza di Monte Conca, dove si è anche avviata un’operazione di scavo.

Ma alla fine, la cosa più importante, è che ci siamo diverti tanto, facendo le cose che ci piacciono.