venerdì 7 marzo 2008

Grotta della Zubbia 02-03-2008

All’appuntamento siamo (quasi tutti) puntuali, partenza alle 9.00 da Palermo in direzione Castellammare, dopo una sosta obbligata al bar la Sorgente partiamo verso il paese di San Vito lo Capo, località Semaforo in cui arriviamo verso le 11.00. L’uscita era organizzata per provare un po’ di attrezzatura illuminotecnica per riprese video e foto. Nel filmato infatti ho messo i diversi tipi di illuminazione usati in quel momento, tanto per capire che risultato si ottiene. Tra le tante cose da fare c’era anche la localizzazione precisa su carta e da quanto abbiamo potuto vedere “un ci appizzava niente” con quanto segnato. Fatto il punto sulla carta constatiamo che abbiamo fatto bene a portare il materiale d’armo, infatti, la scala che doveva servirci per la discesa era in realtà arripudduta e quindi non tanto sicura. Armiamo alla meno peggio con un paio di fettucce su una sporgenza e iniziamo la discesa.

L’entrata si presenta come una spaccatura di forma rettangolare impostata sui calcari, alla base di questa apertura, circa tre metri più in basso, si trova una pietraia con quello che resta della scala e di tutto quello che ci buttano dentro. In pratica l’apertura è un pozzo di crollo né più né meno.

La grotta si dirama in due direzioni, alle nostre spalle con due aperture circa parallele, che noi non percorriamo e poi, scendendo la pietraia, con altre due aperture che mantengono la direzione di quelle superiori; un saloncino subito prima di queste due ci permette di scegliere la via. Destra o sinistra? A sinistra chiude quasi subito, mentre a destra guidati dal buon filo di Arianna iniziamo ad addentrarci.

Segue una strettoia con concrezioni di tipo mammellonare a terra e cannule sul tetto.

Dopo questa, un piccolo pozzetto di circa 5 metri ci fa entrare nel vivo della grotta.

Al fondo si presentano tre vie, quelle a destra estremamente strette e basse mentre quella a sinistra più ampia e alta.

La percorriamo passando in uno stretto cunicolo che ci porta in un salone lungo circa 10 metri alla cui fine il soffitto inizia ad abbassarsi.

Lasciamo l’attrezzatura e strisciamo per una decina di metri, qui il pavimento diventa molto più terroso e il soffitto tutto tempestato di cannule e colonne anche di certe dimensioni, segue un rialzo con strettoia e poi un'altra strettoia.

Facendo il nostro giro di esplorazioni notiamo molte batterie, candele e anche un bengala, abbandonati dai primi che sono entrati e che giustamente per non essere pesanti durante l’uscita hanno lasciato in loco. Superfluo dire dove li potevate tenere…

Decidiamo vista l’ora di tornare indietro e cominciare a fare qualche ripresa, visto che eravamo lì per quello.





Si monta, si smonta, si prova e si riprova: lampadine, faretti, led, acetilene e ogni tanto un colpo di flash per le foto.

Usciamo tornando verso Palermo stanchi ma paghi della giornata, andando verso la macchina incontriamo un’ amica che Giovanni decide di portarsi a casa,

e poi…lassamu perdiri ki è megghiu.

Notizia di Gebedia

Partecipanti

Ù Spinciunaro, L’anguilla del Civico e Gebedia.

Nessun commento: