venerdì 11 aprile 2008

Scavo alla Paleorisorgenza Monte Conca 6-4-08

L’appuntamento è, al solito, alla rotonda di via Oreto alle 8. Indovinate un po’ chi è in ritardo? Nemo dopo mezz’ora buona si arricampa, la notte per lui è stata lunga e togliersi tutto il fondo tinta sicuramente non lo ha aiutato ad andare a letto presto. Comunque sia, si parte.

Presenti all’appello: Io, l’Anguilla del Civico, u Spinciunaro, Nemo e sei caldarelle. Arriviamo alla risorgenza verso le 10 e dopo un ora siamo sotto parete e iniziamo a salire. Il programma per la giornata è quello di avanzare nello scavo del cunicolo di destra, attrezzare una specie di teleferica per portare via le caldarelle senza rimetterci le ginocchia e magari riuscire a vedere se esiste una continuazione. Nell’ordine saliamo: Io, Giovanni, u Spinciunaro e Nemo.


I primi due ripuliscono la parte iniziale del condotto, togliendo tutte quelle pietre appuntite che fanno tanto bene quando si striscia di panza. Gli altri due invece scavano nel cunicolo di destra, iniziando col togliere il bordello che ho fatto l’ultima volta e cercando di avanzare il più possibile. L’idea della teleferica è irrealizzabile, tetto troppo basso (anche se vedremo in seguito di abbassare il pavimento), così il materiale d’armo resta inutilizzato.

Già da subito si presenta il problema dello scarico del materiale. Dove si butta? Di sotto? Decidiamo che non è cosa saggia, il detrito che si accumula potrebbe franare su qualcuno che si reca alla risorgenza per campionare e siccome alla salute dei membri del gruppo ci teniamo, per adesso si tiene dentro, poi si vedrà.

Arriva ora di pranzo e il buon Spinc ci delizia con una sorpresa molto gradita, se non per chi aveva pensato di mangiare i soliti panini; dopo il primo l’immancabile thè, ma come capirete dalla faccia di Marco, manca lo zucchero e il limone e poi anche la frutta.

…Gozzoviglio…

Dopo un po’ sentiamo voci di persone venire dall’esterno e ci accorgiamo che Vincenzo è impiegato in una visita guidata con un gruppo di turisti. Ci buttiamo una voce e si torna al lavoro. Nemo e Spinc sono avanzati di un paio di metri e adesso lì davanti a me c’è un montarozzo di terra che non permette di vedere oltre (non è quello del filmato dove c’è la palettina). Lo spazio tra tetto e letto è di circa 20 cm, troppo poco per passare. Con la mitica palettina della Brunner in un’oretta spianiamo il montarozzo e arriviamo a vedere oltre. A differenza dei depositi precedenti, molto sottili e polverosi, quello appena tolto era più sabbioso e molto meno pulvirulento. Distintamente sento tirare aria verso l’interno della grotta, cosa che u Spinciunaro usa a suo favore per disperdere nell’aria, già abbastanza rarefatta, le sue armi batteriologice; ed è il povero Nemo a scoprire gli effetti di queste tossine (vedere per credere) sul cervello umano.

Il buco è ancora stretto, il caschetto mi ingombra, così lo tolgo e col frontale in mano mi infilo per riuscire a vedere oltre. Vedo due vie, a sinistra e dritto davanti a me. Il punto limite è la famosa balata, dopo di essa mi sembra di vedere che si continua per una paio di metri, ma il buco si è ora ristretto a circa un 30 X 20.

…Siamo a -690 metri dalla meta…






Usciamo verso le 17.30 e per le 19 siamo in viaggio. Viaggio che sarà anch’esso un insieme di scoppiettanti estrernazioni da parte ru Spinciunaro, annusare per credere.

Alla fine di questa uscita si decide di fondare un nuovo sottogruppo; dopo le Speloseghe e Speleopanze ora è nato il Sottogruppo Speleologico Talpe del Conca (prendendo spunto dal Gruppo Speleologico Talpe del Carso). Chi si vuole unire è sempre ben accetto, ma si dovrà guadagnare le mostrine sul campo…

Notizia, foto e video di Gebedia

Partecipanti: Juan Anguila de el Civico Coimbra de la Coronilla y Azevedo, Nemo, U Sfincinuaro (ver. Fave di Fuca) e Gebedia

1 commento:

Marco metrocubo ha detto...

complimenti ragazzi, mi avete fatto sognare.
spero di essere tra i vostri il prima possibile, mi manca troppo "l'aria di grotta".