lunedì 22 giugno 2009

Pozzo Landro - 20 Giugno 2008

Per alcuni era la prima grotta dopo il corso, per altri quasi. Tutti puntuali all’appuntamento e in 4 e 4tto siamo a Belmonte, posteggiamo, organizziamo il materiale (Emilio scopre per la prima volta com’è bello filare LA 100!!!) e cominciamo ad arrampicarci tra le ciache alla ricerca del famoso pozzo Landro. Erano circa 3 anni che non ci tornavo, questa era stata la mia seconda grotta dopo il corso e la prima in cui mi è venuto seriamente il cacazzo.
Cerco la grotta, mi guardo intorno e cerco di fare mente locale, cercando di ricordare se quel alberello era un pero, un melo o un fico, ed alla fine eccola, l’entrata. Laura in questa occasione riceve in suo soprannome speleo, ovvero: “Quella che parla cosiii”. Così tutti hanno il loro soprannome e siamo tutti più tranquilli. Comincio ad armare.
Deviatore, 1° frazionamento (sterro ‘ncapo), 2° frazionamento (pietrine che saltellano allegramente sul mio caschetto), 3° frazionamento e sono al fondo; da su un grido si spande: “PIETRAAAAA!!!”. Ritornare dopo tanto tempo in questa grotta è strano, la immaginavo molto diversa, ma certamente qualcosa che mi ricordo abbastanza bene è che scaricava abbastanza. Nel mentre che gli altri scendono passo a salutare i mud cracks (poligoni da disseccamento), verificando con mia sorpresa che erano quasi tutti asciutti, esco sotto l’attenta supervisione di Napo e Filiberto.
Dopo una mezz’oretta tutti arrivano al fondo. L’uscita era organizzata per cercare di fare delle foto sfruttando il magnifico gioco di luce che si viene a creare quando il sole proietta i suoi raggi all’interno della grotta,
ma vuoi l’eccitazione della discesa, vuoi il fatto che era tardi, vuoi che l’autofocus della reflex “sinni io a kakì” le foto non sono venute proprio benissimo. Per la cronaca il raggio di luce è arrivato a circa 3 metri dal fondo, intorno alle 14.30, prima di risalire.
Visto l’orario e il numero consistente di partecipanti, si comincia a salire subito. Si narra che uscendo da questa grotta alcuni abbiano visto la luce e da allora abbiamo messo giudizio, ma visto gli elementi interessati il tutto mi sembra molto difficile... I primi ad uscire si dirigono alle macchine dove li aspetta l’arsura tipica di un pomeriggio di Giugno in località Belmonte Mezzagno. Questi appagano la loro sete grazie alla premurosa offerta di alcune bottiglie d’acqua (ghiacciataaa) da parte dei villeggianti indigeni del luogo.
Altri aspettano l’uscita degli ultimi al riparo di quel albero di mele, pere, fichi o che cabbasiso era. La risalita è un po’ ostica, alle volte la corda non scorre dentro il croll, alle volte la maniglia scivola senza far presa e alle volte non si riesce a trovare un appiglio degno che ti aiuti a slongiarti.
Esco per ultimo, portandomi dietro il sacco, certamente un’ aiuto in discesa, ma non in risalita!!! Ovviamente il tutto sotto la pioggia costante di pietruzze e terra, che come tradizione vuole, si infilano tutte dentro il colletto della tuta (‘nte cuoinna Emilio).
Dopo esserci cambiati e rilassati (ed Emilio aver filato nuovamente LA 100!!!), sosta obbligata di circa un’oretta al bar di Belmonte per la consueta birra e patatine (oramai di diritto cibo ufficiale degli Speleologi), da lì facciamo rotta verso casa. La prossima settimana c’è Purgatorio e il pozzo Landro sembra essere stata una degna palestra per prepararsi a quella grotta…
Notizia di: Ceres
Foto di: Ceres
Partecipanti
NapoOrsoCapo, Parpagghiuni, Emanuele Filiberto, Quella che parla cosiiii (Laura), la Duchessa, Ceres, L’anguilla del Civico, Lombrellone

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