martedì 6 novembre 2007

Pozzo Sbanduto 02.11.2007

Presenti all’appuntamento, alle ore 7,30 nei pressi dell’Università, io, Ciccio Nero, Sonia (‘a Biunna), Cristina (la Stokka) , Piero (Però), Roberto (Nemo), Marco (u’Spinciunaro), Mauro (la Capra), Massimo ed il mitico Alberto….e chi nnn’ammazza? Mancu a morte!!! Dopo alcune dissertazioni sulla segnaletica stradale (prima di questo cartello puoi posteggiare, dopo se la porta il carrattrezzi) ci sistemiamo in macchina e partiamo, destinazione Pozzo Sbanduto. Personalmente non andavo in questa grotta da circa 11 anni, ma con la cartina topografica, almeno la strada da percorrere con l’auto non la sbaglieremo…pensavo. Mal me ne incolse il fatto di affidare la cartina ed il compito di navigatore a Mauro…che aveva già dato prova del suo grande senso dell’orientamento in precedenza. Riusciamo comunque a raggiungere il luogo dove posteggiare le auto…ci imbrachiamo e iniziamo la ricerca dell’ingresso della grotta (ore 9,00). Finalmente dopo 2 ore di sali scendi, è di la…no forse sotto quel monolite calcareo…ma ne ero sicuro!!! riusciamo a trovare la grotta (era ad appena 10 minuti da dove avevamo lasciato le macchine!!!!!). La grotta si apre su di un ripido pendio con diversi affioramenti di roccia calcarea, in mezzo ad un bosco di querce.
La cavità, le cui prime esplorazioni risalgono al 1959, presenta tre ingressi: il primo si apre a pozzo in mezzo la terra, mentre il secondo ed il terzo si aprono a mo’ di finestra nella sottostante paretina, alta circa tre metri, e sono separati fra loro da un ponte di roccia.
Armiamo subito un traverso su di uno spit presente sulla parete esterna, poi sul ponte di roccia ed iniziamo la discesa lungo lo scivolo iniziale. Alla fine dello scivolo, lungo un paio di metri, il pozzo scende per circa 60 metri interrotto a -50 da una piccola cengia e da un breve scivolo. Gli spit presenti in grotta sono quasi tutti in cattive condizioni o per la ruggine o per il fango accumulato al loro interno e quindi dove non riesco ad utilizzarli, ovvio piantando qualche fix. Le pareti del pozzo sono lisce e ben levigate, rendendo bene l’idea dell’erosione esercitata dall’acqua nel percorrere la frattura verticale. Guardando verso il basso, la forma ellittica del pozzo viene esaltata dalla luce del compagno che ci precede nella discesa e che si allontana da noi. Il piacevole silenzio che accompagna ognuno di noi lungo la discesa, viene bruscamente interrotto alla base del pozzo, dal brusio dei compagni che osservano le meravigliose creazioni dell’acqua e del tempo. Una prima sala il cui pavimento è formato da massi e da fango risulta essere quasi il paese dei balocchi per Cristina e Però (anche conosciuti come “i collezionisti di ossa”): le ossa degli animali caduti nel pozzo sono sparse in gran quantità alla base del pozzo. La saletta accanto è invece completamente concrezionata: stalattiti, cannule, stalagmiti, colonne, vaschette, vele e colate di calcite. Alcune di queste concrezioni sono di un bianco candido ed altre riflettono la luce delle nostre lampade creando un gioco di luci di rara bellezza.
Ognuno si sistema alla meglio ed iniziamo un lauto pranzo: il pezzo forte è l’insalata di riso portata da Cristina, mentre qualcuno rimane deluso nell’accorgersi che u’ Spinciunaro non ha portato lo sfincione, ma dei miseri panini….speriamo che la prossima volta si riscatti. Massimo si organizza per fare un tè caldo e gli altri si rilassano un attimo, prima di iniziare la lunga risalita.
Nemo si “offre volontario” per disarmare la grotta…il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette…ehm scusate quello era un calciatore, qua si parla di brutti, sporchi ed infangati speleologi. Verso l’uscita del pozzo la luce e gli odori del bosco ci ricordano che bisogna tornare nel mondo esterno, abbandonando (almeno per ora) quel mondo sotterraneo dove il tempo sembra essersi fermato.

Tutti, piano piano, usciamo dalla cavità e mentre Nemo disarma, abbiamo il tempo per fare un po’ di ripasso sulle tecniche d’armo.
Stanchi, ma sicuramente soddisfatti, raggiungiamo le macchine ed ritorniamo verso casa…qualcuno fa una deviazione verso Piana degli Albanesi per rinfrancarsi con cannoli e birra...Viziosi!!!!

Notizia e foto di Leo

2 commenti:

Mauro ha detto...

Comuqneu alla fine ci siamo arrivati a sta benedetta grotta!!

Fantastica m'è piaciuta tanto...

Ricordiamo anche che 'u spinciunaru cammina come una checca!

SpeleoPetra ha detto...

Più che altro usa il martello come una checca! :))))

Leo