sabato 23 maggio 2009

Pietra Selvaggia – 22 maggio 2009 – The Zecca’s Battle

All’appuntamento siamo tutti puntuali, io ho la infelice idea di mettermi una magliettina gialla per arrivare lì. Cosa che cattura istantaneamente l'attenzione di tutti i moscerini della zona, attratti verso di me come un faro nella notte. Essendo quasi rosicato vivo da questi simpatici insettini, all'arrivo di Emilio mi faccio prestare una sua felpa di colore neutro, ci imbarchiamo e partiamo alla volta della prima grotta post-corso (come mi disse qualcuno anni addietro: mò so cazzi tua!!!), i ragazzi non ancora battezzati ufficialmente come Speleologi si troveranno ad essere da soli in un mondo difficile, ma, come alcuni hanno scoperto, la forza di volontà sarà un ingrediente fondamentale per riuscire in questa attività.
Leo arma e poi dietro a seguire i ragazzi, io chiudo la fila. Qualche zecca ci ricorda la prolificità di queste bastarde in questo periodo e in questa montagna.
Pozzo iniziale; poco cacazzo da parte di tutti, forse erano ancora un po’ addormentati, ma la discesa è stata affrontata da tutti con successo.
Secondo pozzetto in strettoia e pozzo strettoia, certo che il discensore con lo stop non aiuta in questi casi, come verificato personalmente dai membri più alti e dai più ingombranti, ma la tecnica va affinata, con calma e pazienza anche questo passaggio è stato superato.
Un attimo è siamo già alla base del 20 + 20, Leo va avanti ad armare l’ultimo pozzo, noi stiamo a spizzuliare qualcosa nell’attesa. Emilio mi dice: è tutta kà a grotta? Non rispondo, memore di quello che seguirà. Arriva Leo e cominciamo a far strada verso l’ultimo pozzo.
Siamo all’attacco del 60, Emilio scende per primo, preceduto da Leo. Scende sul discensore, si allongia al moschettone del coniglio, cambia corda, si slongia, guarda in basso ed esclama: Porca Put…!!!
Segue la discesa di tutti gli altri. Io rimango all’attacco del pozzo a contemplare la bellezza di questa grotta e nel mentre che lo faccio penso a verdi pascoli, una staccionata, le pecore (che la saltano la staccionata) e poi…

…bip…bip…biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiip… attività cerebrare praticamente assente (runfulio)…

Dopo un po’ (tempo indeterminato) sento muovere l’armo e penso che il primo sta iniziando a salire (continuo a runfuliare), dopo più di mezz’ora abbondante arriva Emilio, praticamente ‘na zappa r’acqua. Questo mi confida che ogni volta che và in grotta gli si smuove l’intestino, cosa che capita puntualmente anche questa volta, ecco perché aspetta Gregorio e parte a razzo verso l’uscita. Chi prima chi dopo risale con i suoi tempi e si avvia verso l’uscita.
Arriva il turno di Giulia che durante tutta la discesa, e parte della risalita, lamenta di dolori nelle parti intime, causati dall’imbrago, cosa che le causerà l’affibiazione del soprannome “parpagghiuni”. Usciamo abbastanza presto, arriviamo alle macchine e ci cambiamo. A farci compagnia le nostre amiche zecche. Cerchiamo di togliercene di doso il più possibile, saltiamo in macchina verso un qualsiasi bar aperto e ci rinfreschiamo con la classica birra e patatine, il rimedio più affidabile quando si tratta di combattere le zecche.

Notizia di Ceres

Partecipanti: Leo, Ceres, Martina, Emilio “NapoOrsoCapo”, Gregorio, Giulia “Parpagghiuni”, Alfredo “Tutina”, Claudio.

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