venerdì 31 agosto 2007

Zubbia Landro 30.08.2007

Di notte leoni e di giorno cogl….si diceva una volta….Passo a prendere Nemo alle ore 6,45, il pargolo si è addormentato e scende alle ore 7,10….arriviamo all’appuntamento con Caldarella e partiamo per Montallegro, dove ci aspettano MarcoV e Sara (G.S.Belpasso).
Appena ci ricongiungiamo, ci spostiamo verso una valle cieca che Marco aveva individuato durante uno dei suoi giri.
A metà strada lasciamo la Caldarellamobile perché la strada non è delle più comode, carichiamo l’attrezzatura sul fuoristrada di Marco e raggiungiamo comodamente il luogo prescelto.



Prima operazione della giornata è disboscare la macchia di rovi che ci impedisce di accedere alla cavità presente alla fine della valle cieca. Dopo vari tentativi i rovi non mostrano cedimento alcuno e noi decidiamo di calarci da una paretina per aggirarli.




La roccia presente non è delle migliori per piantare chiodi e quindi optiamo per un comodissimo armo umano: Caldarella e Nemo seduti per terra ben puntellati con i piedi sul terreno, nodo “coniglio” con le due asole attorno alla vita dei due. Mi calo, fidandomi soprattutto della tenuta offerta dal peso e dalla grande superficie di attrito sul terreno della “cachiera” di Caldarella, ed evito i rovi. Entro a dare un’occhiata alla cavità, che si sviluppa, nella sua prima parte, fra enormi blocchi di gesso. Finalmente dopo un bel laminatoio e qualche arrampicata, inizia un bel meandro scavato dall’acqua….dopo qualche metro però il tetto si abbassa ed il fondo della galleria è piena di fango ed acqua. Forse si potrebbe passare, ma bisognerebbe strisciare e farsi il bagno in quella fanghiglia. Torno indietro ed aspetto che Marco e Sara scendano per effettuare il rilievo della grotta. Una volta scesi, iniziamo il toto nome della grotta… alla fine la spunta Zubbia Landro, dal nome del piano in cui si apre la grotta, poi rileviamo fino al punto esplorato e decidiamo che per il momento non vale la pena immergerci. Nel mentre sopra di noi Caldarella da il meglio di se, facendosi la runfuliata che non gli avevo permesso di fare il giorno prima all’Abisso del Vento. Risalgo e do il cambio a Nemo, che scende per andare a vedere la grotta. Dopo circa 20 minuti risalgono tutti e tre, e con mio grande stupore Nemo è abbastanza pulito….pensavo che Marco l’avrebbe “convinto” ad immergersi ed a passare oltre il punto dove ci eravamo fermati…ma si vede che si è lasciato commuovere ed ha desistito. Ci cambiamo e ci dirigiamo verso il paese di Montallegro alla ricerca di un bar. Entriamo e ci sollazziamo con pizza, patatine, dolci vari e l’immancabile birrozza. Alle 14,30 noi ripartiamo per Palermo, mentre Marco e Sara vanno a controllare qualche altra cavità precedentemente individuata.



Continuando il giro a gruppo dimezzato, ci dirigiamo verso Cattolica, per poi proseguire in direzione Raffadali.
Presa una "bella" e "comoda" trazzera, raggiungiamo il Ponte Borangio, un piccolo traforo che in poche battute topografiche rileviamo.
Proprio accanto il traforo, si apre una piccola cavità, che rileviamo in poche battute, interessante perchè si apre nella cerniera di una piega a scatola nel gesso.



Continuando le nostre perlustrazioni, anche se fiaccati dal gran caldo, raggiungiamo un'altra zona interessante, dove avevo notato due valli cieche parallele.
Purtroppo la prima è stata otturata, mentre la seconda ha resistito ai tentativi di chiusura.
Infatti le acque hanno continuato il loro percorso, incidendo e scavando e inghiottendo buona parte della copertura che è stata messa sopra.
Arrivati al bucone, proprio al fondo della valle cieca, ci mettiamo ad arrampicare tra i depositi di argilla dentro un bel pozzo scavato dalle acque... fino all'amara sorpresa.
Proprio alla base del pozzo la grotta chiude con un sifone... haaaa!!!



Notizia di Leo e MarcoV
foto di MarcoV

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