lunedì 6 agosto 2007

Abisso della Pietra Selvaggia 31.07.2007

Nonostante le sollecitazioni ad arrivare tutti puntuali all’appuntamento, qualcuno arriva con un po’di ritardo (Però) e qualcun altro con notevole ritardo (Caldarella)….puntuale il resto della ciurma: io, le speleoseghe (Marco, Nemo e Mauro la Capra) ed i collezionisti di ossa (Ceres e Giovanni). Una volta sistematici ed imbracatici saliamo verso l’ingresso della grotta. Velocemente armiamo il primo pozzo (P31) con due campate, per velocizzare l’uscita. I due collezionisti di ossa si fermano alla base del pozzo per raccogliere il loro macabro bottino e poi risalgono. Il resto della squadra procede verso il fondo…. conoide di frana, P6, strettoia fhilprsu, P40, P9, P20, P21, P8.
Alla strettoia passiamo tutti e le speleoseghe ancora vergini da questo punto di vista, si rendono conto che il corpo umano è molto malleabile e plasmabile secondo la morfologia della strettoia. Sotto il P40 un odorino di cadavere allieta il nostro olfatto sopraffino…un bel sorcio morto. Da questo punto la discesa prosegue senza novità di rilievo…se non fosse per la Capra che cerca di coprire l’olezzo di cadavere con essenze di mughetto e fiori di bosco…i gusti sono gusti!
Giunti al fondo, il gruppo si rifocilla con un lauto pasto; qualcuno con il palato nobile ha portato i tramezzini con maionese e tonno…è fatto fino ‘u porco…fino a ieri manciava nu cato!!!
Inizia la risalita fino all’esterno…squadra di disarmo Caldarella e Però. I membri del sottogruppo “speleoseghe”, durante la progressione, dimostrano di non essere proprio delle seghe e riescono ad uscire senza grosse difficoltà. D’altro canto la squadra di disarmo manifesta la sua esperienza raggiungendo le speleoseghe alla base del P31. Una volta raggiunto l’esterno scendiamo lungo il sentiero e le speleoseghe dimostrano nuovamente il loro infinito senso dell’orientamento, perdendo la traccia e raggiungendo la strada dalla via più breve (ma certamente più impervia!).

Notizia di Leo

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