venerdì 4 gennaio 2008

Inghiottitoio di Monte Conca 02.12.2007

Finalmente dopo un botto di tempo, si decide di tornare all’Inghiottitoio di Monte Conca per riprendere le esplorazioni.
I partecipanti (Simeone, Peiro, Marco N.), si vedono allo svincolo di Villabate, si carica il materiale e via in direzione Milena. Tappa obbligata Motel San Pietro dove si fa colazione e si prendono i viveri per la grotta; da lì a poco eccoci a destinazione.
Alle 10:30 siamo dentro. Già dall’esterno si notava l’assenza di scorrimento di acqua e persino all’ingresso la putrida pozza maleodorante é asciutta.
Si procede all’armo dei pozzi e arrivati alla base del P31 ci si ferma a spizzuliare qualcosa. Alla risalita che porta ai rami nuovi ecco che Simeone entusiasta, ma soprattutto volontariamente (ih ih ih), si propone di provare gli armi fissi da tempo inutilizzati. Gli ancoraggi tengono benone, ma una sistemata all’armo sarebbe cosa buona e giusta, serve materiale che non abbiamo; la prossima volta.
Entriamo nei rami nuovi, scoperti e documentati tra il 2005 ed il 2006, che hanno dato belle soddisfazioni e hanno fatto provare a molti l’incredibile emozione di entrare in luoghi dimenticati o addirittura mai visti prima.
Vado avanti io illustrando un po’ la strada. Dopo strette gallerie infangate (qui cominciano a sentirsi le prime blasfemie) arriviamo in una sala dove ci fermiamo a mangiare e affrontiamo discorsi impegnati su parentele, corna ecc…. Dalla sala dello spuntino parte una galleria molto stretta la cui esplorazione era stata tralasciata vista la non agevolissima percorrenza. Lasciati gli attrezzi per facilitare la progressione, imbocchiamo la galleria che dopo qualche metro stringe a formare un laminatoio molto stretto. Le vecchie esplorazioni si erano fermate qui, levo il casco per passare un punto critico (i santi e le madonne ci accompagnano in ogni strettoia e/o sbattone), dopo si vede una bella prosecuzione. Per terra è pieno di poligoni da disseccamento anche di notevoli dimensioni; da qui decidiamo di chiamare questa “Galleria dei poligoni”. Ci diamo il cambio e va avanti Simeone. Man mano che prosegue, ci comunica quello che vede, la frase più ricorrente è: “…qui continua…!”. Il laminatoio prosegue per parecchio e termina in una galleria impostata in frattura verticale. Questa galleria, detta “tagliagola” per delle lame di roccia che sporgono, stringe con fango quasi a tetto, poco dopo un meandro. A lato di questa galleria una sala di belle dimensione (Sala dell’abete) dalla quale parte una piccola prosecuzione che chiude quasi subito tra blocchi crollati. Soddisfatti del tratto esplorato torniamo alla sala di partenza e da lì facciamo un giretto turistico dei rami nuovi, tra palle di fango, simpatici nodi e cadute da pozzi!
Finito il cazzeggio decidiamo di prendere la strada dell’uscita. Fuori dai rami nuovi ci fermiamo, come tre lavandaie, alle poche pozze d’acqua rimaste a lavare gli attrezzi resi irriconoscibili ed inutilizzabili dal fango. Disarmo e via in macchina, ma prima una capatina alla fontana per ulteriore pulizia materiale (chi semu sistimati!).
Un certo languorino ci costringe alla solita rifocillata al Motel San Pietro, ma poi stanchi e soddisfatti alle case!

Notizia di Marco N.

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